< Siate materialisti di  Ingrid Paoletti (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di SiateMaterialisti raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Siete materialisti, quello che ho letto con maggior trasporto.
Non ho mai letto saggi su quest’argomento ma sono stata incuriosita dal titolo.
Ho molto apprezzato la prima parte del libro, quando viene trattato il tema della pandemia e le sue cause.
Interessante lo spunto sul uomo intruso sulla terra - uomo distruttore.
Il resto non mi ha particolarmente colpito, sopratutto la parte su Darwin.

Elisa Croci

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Questo libro fa pensare a come il nostro mondo si sta evolvendo sempre di più con la digitalizzazione e quindi ad una perdita della materialità delle cose a favore dell’immaterialità. Tutto ciò però comporta delle problematiche. Si dovrebbe poi non solo cercare di realizzare/comprare oggetti sostenibili, ma piuttosto trasformare quelli che già si hanno per cercare di dargli una nuova vita.

Federica Pesapane

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Il saggio "Siate materialisti!" dell’autrice Ingrid Paoletti invoca una nuova forma di materialismo responsabile ed ecologico. Dopo aver illuminato il lettore con una spiegazione, talvolta in maniera troppo tecnica, di come il digitale formalmente invisibile affonda le sue radici materiali nel terreno, propone principi utili a quello che definisce "nuovo attivismo materico".

Antonietta Infantino

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Intelligente e ben documentato senza essere pesante, fornisce una miriade di spunti di riflessione e incuriosisce a 360 gradi.

Elisabetta Niccolai

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“Siate materialisti!”. Un libro di cui già il titolo incuriosisce, con punto esclamativo che potrebbe far pensare da un lato ad un invito, dall’altro al fare dell’ironia. In realtà l’autrice spiega innanzitutto chi è il materialista e il concetto stesso di materia a partire dall’etimologia della parola sino alla relazione che le persone hanno oggi con essa. È allora possibile leggere che è sbagliato pensare alla nostra società digitale come immateriale ed eterea: da qualche parte la materia c’è sempre. Ma se impariamo a rispettarla e non la trattiamo come scarto, allora parlerà alle nostre idee, risveglierà la nostra progettualità, inciderà sulla nostra scala di valori.

Luigi Brandonisio

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è con dispiacere che non do il voto a questo libro che dà testimonianza della sofferenza, del vissuto e del possibile percorso di riabilitazione sociale dei carcerati di un carcere italiano, ma come ho già scritto ho trovato più originale l’altro saggio.
Apprezzabilissima comunque la testimonianza vera dall’interno del carcere dei volontari che con empatia e grande forza interiore cercano di aiutare i detenuti e di facilitarne il percorso di rielaborazione e superamento del proprio passato

Fabrizio Fusco

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In entrambi i libri si parla di materiali ,che siano umani o terreni, il rapportarsi con le loro proprietà fisiche/etiche e con le loro trasformazioni/evoluzioni rappresentano tematiche affascinanti.
Avendo una formazione tecnica ed essendomi occupato di sintesi organica la mia scelta è caduta sul “materialismo” , la descrizione della sua evoluzione dall’accezione negativa di fine secolo a nocciolo centrale di una discussione che deve necessariamente prendere in considerazione la materia ,le sue trasformazioni , il suo riutilizzo avvalendosi in particolare delle nuove tecnologie che consentirebbero di progettare a tavolino dove si vuole arrivare, aprono la porta ad un mondo che non riuscirò a vedere ma che si prospetta intrigante e seducente.





giovanni da roit

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La materia spiegata in modo mirabile ed accattivante nel saggio di Ingrid Paoletti, così come bellissimo ed indispensabile l’invito che fa a tutti noi di sentirci parte tutti dello stesso sistema, sia che essa sia viva e pulsante, che inerte. Ma l’essenza di questo saggio è la necessita di fare politica attiva sviluppando nuove idee sostenibili e usando la materia come nuove possibilità.

Anna Esposito

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il titolo mi aveva tratto in inganno. E’ stato una piacevole sorpresa. Rendersi conto che conoscere ed apprezzare la matericità del mondo non è in contrapposizione con la spiritualità anzi permette di apprezzare ciò che ci circonda e a capire come salvaguardare la vita del pianeta. Pertanto in questo caso essere materialisti può essere inteso come conoscere, studiare e apprezzare il mondo che ci circonda. Bellissimo anche lo stile molto piano e comprensibile.

Paola Paganelli

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Libro straordinario: nel senso proprio della parola, bello perché fuori dall’ordinario. Uno sguardo determinante sul mondo contemporaneo, capace di mostrarlo sotto una nuova luce. Forse il titolo, che pure intriga e aderisce perfettamente al contenuto, non lascia immaginare la ricchezza e il piacere della lettura che verrà: ma bastano poche righe per essere conquistati dal fascino di questo viaggio nella materia che ci è mater e materiale, che noi trasformiamo e che ci trasforma. Anche la scrittura è materia della trasformazione: da questa, a uscire trasformato, è il nostro sguardo sul mondo.

Carlo Alfieri

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Un saggio così come dovrebbe essere: un’idea, contenuti, un messaggio da trasmettere. Ecologico, quindi politico e attualissimo, fornisce un nuovo orientamento per affrontare le sfide del futuro di una società che deve ridefinire (riscoprire l’etimologia?) il significato di ambiente; e le necessità del presente, funestato dalla crisi climatica.

Luigi Apa

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L’argomento è sicuramente interessante ma l’esposizione è piuttosto oscura. "Diamo voce alla materia" va bene, ma diamola in modo facilmente comprensibile a tutti se vogliamo cambiare qualcosa.

Riccardo Allerhand

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Argomento e stile poco interessanti

V. S.

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Ingrid Paoletti, con “Siate Materialisti!”, cerca di far riscoprire a chi legge la materia come elemento di salvezza nella nostra società digitale, in cui la percezione del reale è sfasata, con gravi rischi per noi esseri umani e per il pianeta. Paoletti, architetta e professore associato di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Milano, riconosce tutti i pregi dei progressi digitali, che permettono di “simulare il comportamento della realtà, visualizzarla e studiarla, così come immagazzinare e computare una quantità di dati inimmaginabile”. Ma tutto ciò crea anche una smaterializzazione del reale, e quindi una necessità di ritornare al reale/materiale. La parola “materiale”, quindi, così importante per chi si occupa di architettura, assume un significato nuovo e rilevante anche per il lettore-consumatore attraverso la scrittrice-consumatrice. Paoletti non si prefigge di salvare il mondo con questo breve saggio, ma lascia a chi legge molti spunti di riflessione sul nostro presente e soprattutto sul futuro dell’umanità, e soprattutto lascia nove consigli, nove principî da seguire per avere maggior consapevolezza di noi, della materia che ci circonda, e di questo mondo che è da salvare, volente o nolente. Questa lezione, finemente scritta da Paoletti, andrebbe letta o ascoltata da tutti, urgentemente.

Giulia Nicolini

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particolare ... voglia di capire e leggere altro sull’argomento

Luisa

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In tutta sincerità l’argomento del saggio in oggetto riportando alla pesantezza delle lezioni di Fisica e Chimica affrontate ormai sessant’anni orsono nel corso dei miei studi liceali,non mi ha ben disposto alla lettura.Mi è sovvenuta l’antica paura della prof di Chimica,creatura eterea e allampanata,affilata di intelletto e di fattezze che durante le interrogazioni (interminabili e oltremodo sofferte da noi alunni) mostrava la sua contrarietà in caso di risposte sbagliate con un fremito delle cartilagini nasali che preludere a un quattro sul registro. Poi però la frase di Toreau all’incipit mi ha indotto a sperare in qualcosa di interessante che travalicasse i pistri portanti delle materie scolastiche.(ecco un’altra declinazione di materia da aggiungere all’elenco dell’autore)
In effetti molto di interessante ho trovato, cose che non conoscevo oppure cose alle qui non avevo mai dedicato la mia attenzione tipo il computer quantistico che permette di saltare la fase sperimentale nella ricerca,oppure l’importanza dei superconduttori da cui la moderna tecnologia è sempre più dipendente per non parlare dei tanti processi e percorsi cui la materia è sottoposta con tutte le conseguenze ambientali e sociali che ne discendono . L’apporto valoriale originale del libro,a mio avviso, sta nella dimostrazione di come,partendo dalla materia,si arrivi al concetto che spiega come "l’appartenenza a una nuova materialità ben radi attenzione nelle risorse che possediamo e informata grazie al digitale rappresenta l’unica possibilità non più di dominare,ma di conservare e trama dare la Terra."Questo concetto assegna a ciascun individuo l’onere responsabile di confluire in un’etica collettiva che diventa azione politica di partecipazione del bene comune. In quest’ottica il libro potrebbe costituire un valido apporto alla formazione della coscienza civile dei giovani qualora entrasse nella programmazione curricolare delle materia scientifiche. La discussione delle tesi del libro potrebbero fornire materia di test per indagare il grado di coinvolgimento destato dalle questioni intorno alla materia e spunti per creare dei focus a libera partecipazione degli studenti. La lettura del testo sarebbe comunque un buon viatico per chi si accinge a diventare a diventare un cittadino adulto e responsabile del suo futuro e di quello delle generazioni a venire.

Gabriella Di Meglio

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Il titolo è una provocazione, infatti il saggio non si riferisce all’egoistica tendenza di questo periodo, ma ci consiglia di capire di quale materia sono fatti gli oggetti che ci circondano per acquisire la consapevolezza che tutto nasce dai più disparati materiali. Sempre più spesso si sente parlare di terre rare, metalli preziosi e altro ma quello che ci circonda è fatto da un insieme di tanti materiali. Provare a conoscerli, dare loro il giusto peso e importanza ci permette di sviluppare una sensibilità verso il sostenibile e l’ecologia.

Magda Coretti

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Siate Materialisti. All’inizio dopo due o tre pagine sentivo he non mi avrebbe interessato poi, proseguendo la lettura mi ci sono trovato coinvolto sempre di piu’. Non avevo mai pensato all’inquinamento prodotto dall’uso di Internet ed alla mia parte di responsabilità nel suo utilizzo cosi’ come è inquietante il futuribile, non so di quanto, sviluppo del computer quantico .
Mi piacerebbe che la scrittrice lo rivedesse in maniera di proporlo con linguaggio piu accessibile in modo da proporlo aduna platea piu ampia di lettori

Enzo Melegari Sala Baganza (Parma)

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Siate Materialisti - Ingrid Paoletti

Titolo intrigante e quasi imperativo che esprime, al primo impatto, tutto l’opposto dell’argomento di cui parla il testo.
Molto significativa e illuminante l’introduzione al significato di materia. L’iter per arrivare alla conoscenza dell’ambiente, a come rispettarlo, deve iniziare dal particolare per poi arrivare a una categoria generale.
Se si conosce si è consapevoli dello spazio e del tempo che si occupa, però con tale consapevolezza non si deve peccare di superficialità.
L’ambiente siamo noi quindi se non se ne prende cura, il risultato si traduce negativamente sulla nostra vita.

Marika Campanella

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Siate Materialisti è una profonda riflessione sull’ utilità, e l’uso delle materie in piena epoca digitale. Il materialismo, in questo caso, non è valutato in maniera filosofica, ma come approccio, che ha la nostra civiltà, all’ uso, ed anche all’ abuso, delle risorse del nostro pianeta, sottolineando come la sbornia digitale di questi tempi, ha di fatto allontanato l’ uomo dalla realtà fatta di cose materiali, a cominciare dai grandi cloud che, ironia della sorte, custodiscono tutto il nostro mondo digitale. Questo saggio tratta un argomento molto attuale, ed anche delicato, ma, a mio giudizio, in maniera troppo fredda e distaccata.

Paolo Pastorino

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Le buone intenzioni (trattare un tema di attualità) si perdono in una scrittura che in facilità la lettura

Grazia Guastadisegni

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Argomento interessante ma di difficile comprensione non credo sia stato corretto l’abbinamento con Acido.

Angelamariacastaldo@virgilio

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Come prima cosa mi ha spiazzato il titolo del saggio.
Molto, interessante e documentato, serio ma anche divertente. Tono preoccupato, accorato ma non catastrofico. Pieno di spunti di riflessione ma molto pratico, direi “ materialista “. Io uso molto le mani , mi adatto anche a fare piccole riparazioni e dico sempre di “ guardare “ con le mani quando si cerca qualcosa.
Divulghiamo il saggio ,fa molto riflettere e aiuta ad agire.

Clementina Penna

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La materia nell’era digitale. Un trattato, acuto e preciso, su come conciliare concretezza e mondo web

Erika Spaggiari