< Socialtotalitarismo di  Silvio Maresca (Armando)

Qui di seguito le recensioni di Socialtotalitarismo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il Socialtotalitarismo è quel fenomeno che si è fatto strada nella società contemporanea, ormai teatro di mancanze a livello di valori, sicurezze e interpretazioni condivise. Tali falle hanno generato blocchi nell’economia, un decadimento della democrazia, disparità crescenti e globalizzazione incontrollata.
Il testo scuote il lettore rivelando lo strapotere delle piattaforme online sia a livello pervasivo che persuasivo.
Utili e - quanto prima - necessarie le preziose vie d’uscita indicate dall’autore.
Testo denso e ricco di riferimenti utili a definire una chiara e articolata cornice descrittiva della situazione attuale.
Adatto ad un pubblico di lettori "forti".

Sara Bidinost

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La tesi di fondo del saggio “Socialtotalitarismo” di Maresca poggia su un’analogia, quella tra sistemi totalitari del passato e i sistemi sociali attuali dominati dai social network, che non è nuova, ma è ormai un’evidenza grave, di cui pochi, però, sono consapevoli. Già nel 2010 un ex guru dell’innovazione, come Jaron Lanier, affermava che la Rete era totalitaria, e che i regimi dittatoriali, come quelli iraniano o cinese, la usavano per identificare i dissidenti senza essere scoperti o per creare una sorta di “pensiero collettivo” per diffondere il consenso sulle politiche governative. Ad oggi la situazione non è di certo migliorata, anzi, e quella classe media in salute che Lanier auspicava dovesse fungere da anticorpo, è più malata che mai e questo è palese nella radicalizzazione delle posizioni dei dibattiti contemporanei, dal Covid all’Ucraina, dove domina, appunto, una logica binaria, tipica della struttura dei social, “mi piace-non mi piace”, che è una palese regressione alla dimensione aggregativa, acritica e fideistica del branco. I social network, nati come piattaforme democratiche per definizione, sono rette come regni medievali, efficace metafora del filosofo della tecnologia Peter Ludlow, il quale da un decennio sostiene che i mondi virtuali sia così potenti da permettersi di ignorare le leggi del mondo reale. Le conseguenze sono ben analizzate nel saggio in lettura: la manipolazione delle piattaforme on-line che porta a servire gli interessi di un individuo, invece che del gruppo, e l’assuefazione a vivere in contesti sempre meno democratici; assuefazione che è ancora più facile da ottenere virtualmente che nella realtà. In fin dei conti, tutti noi stiamo partecipando a un grande esperimento, partito con una logica libertaria e democratica e che, però, nella sua evoluzione, ha rinnegato tutto ciò; quello che spaventa maggiormente è la velocità del degrado del tessuto sociale e della comunicazione, una velocità che non permette di prendere il tempo necessario per riflettere, proprio perché l’obiettivo è che non lo si faccia. Per ristabilire il bene comune in tempi di divisioni, come ci ricorda il rabbino Jonathan Sacks in “Moralità”, a poco servono i social che non ci rendono socievoli, aumentano il narcisismo, non la crescita personale, e fanno dimenticare il noi, trasformandolo in qualcosa di primitivo, un noi branco, aggressivo ed escludente, non solidale e costruttivo. Sarà la sfida del futuro frenare questa deriva, se ancora possibile.

Elena Fant

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Il saggio Socialtotalitarismo l’ho trovato interessante in quanto tratta di un argomento di attualità : l’influenza dei Social Network sugli individui e sulla società.
Il futuro , non tanto lontano, prevede un ulteriore passo in avanti ne il Metaverso, un mondo virtuale nel quale ognuno potrà creare un duplicato di se stesso secondo i suoi desiderata.
Alla fin e del libro ci si sente come osservati dal Grande Fratello di Orwelliana memoria e la cosa non ci lascia tranquilli, e il futuro rappresentato ci appare distopico.
Ho apprezzato la profondità e l’accuratezza con le quali l’autore ha trattato il tema, ma tra i due testi, come spiego oltre ho preferito Il terrorista e il professore.

Marco Cinelli

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È stata una lettura molto interessante che mi ha suggerito un punto di vista e una lettura di alcuni fenomeni contemporanei che non avevo mai considerato.
È un saggio che fornisce sicuramente degli spunti di riflessione interessanti.
Talvolta alcuni accostamenti e parallelismi mi sono sembrati azzardati.
In certi punti risulta un po’ ostico e poco scorrevole, ma in complessivamente ne do un giudizio positivo

Stefania Camiciola