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Premetto che non amo il genere, trovo sicuramente più scorrevole e "leggibile" questo testo. Credo potrebbe essere gradito a chi conosce la mitologia greca e agli appassionati del genere. Ho trovato interessanti e divertenti gli arzigogoli linguistici (es. con riferimento alla donna, sminuita al ruolo di fecondata e basta, "animaletta", non però inteso come malizioso dimunitivo ma come parola composta, un’anima da leggere e da ascoltare, ben distante dallo stupido animaletto del suo compagno). Riferimenti a questioni attualissime. Insomma, gradevole, ma non griderei al capolavoro.
Alessandra Proietti
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Finalmente un bel libro di filosofia! Una filosofia semplice eppure complicatissima, sotto gli occhi di tutti ma spesso inosservata, che dà spazio al dubbio e certe volte si dimentica di ascoltarlo fino in fondo. L’operazione è riuscitissima per la leggerezza che, calvinianamente, non è mai superficialità nel trattare temi che caratterizzano la nascita e lo sviluppo della storia del pensiero occidentale. Il tutto condito con tanto amore per la materia, che non guasta mai.
Mariaelena De Stefano
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Insopportabile. Gratuito, irritante e noioso, trasuda autocompiacimento da ogni parola. I (presunti) virtuosismi affabulatori di cui è infarcito mi hanno fatta pensare, per contrasto, all’immenso talento e alla smisurata perizia di Queneau e di Eco.
MARETTA MALFERRARI
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Veramente divertente e accessibile anche a chi non ha studiato filosofia. Povero Socrate!
Andrea D’Amico
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Il libro di Claudio Cuccia, autore che non conoscevo, è stata una piacevole lettura. Ho apprezzato il tono arguto e ironico seppur in una ambientazione così "alta" e con personaggi che generalmente ispirano deferenza. Si è purtroppo trovato a competere con Arminio!
Federica Brunelli
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Socrate sviluppa un’originale riflessione sul pensare positivo, sull’utilità dei temi della coscienza, del male e del pensiero critico. Semplice e denso allo stesso tempo, diretto nel dire che salvarsi la vita andando contro i propri principi e cioè contro il bene, sarebbe un supplizio superiore alla morte. L’uomo giusto non deroga ai suoi principi neanche di fronte alla morte perchè vivere una vita empia sarebbe peggio che morire.
Alessia Scalzo