< Sofia aveva lunghi capelli di  Giuseppe Perrone (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di SofiaAvevaLunghiCapelli raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La vita carceraria di un ergastolano al 41bis descritta nella sua quotidianitá, fa riflettere su quanto il carcere, in queste condizioni, possa allontanare dalla vita umana.
Quando anche la speranza di commutare la pena dell’ergastolo ostativo ad una di 30 anni svanisce, al protagonista non rimane che l’amore per Sofia, sua unica ragione di vita.

MARIA Tassini

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Nonostante la scrittura e la formula narrativa scorrano bene e l’intensità di alcuni passaggi (l’amore) siano esaltati, la condizione di reclusione del protagonista rende tutto un po’ cupo. Anche il finale, svelata la sorte del protagonista, quasi un controsenso.

Domenico Occhipinti

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"Sofia aveva i capelli lunghi" è un romanzo-denuncia, ma anche un diario-racconto. Matteo, ergastolano, soprattutto dopo la morte del padre Damiano, inizia un lungo percorso di riflessione che lo porterà a vedere la vita della società sia scandita sempre da due visioni: il Bene e il Male, il giusto e l’ingiusto, il bianco e il nero. Questa visione dicotomica fa si che non vengano osservate le infinite sfumature che esistono tra le varie posizioni e una riduzione troppo semplicistica del mondo non fa altro che porre limiti e creare pregiudizi. Il carcere è la realizzazione concreta e tangibile di questa realtà così settoriale, che a volte dimentica, persino, cosa sia la dignità e il rispetto della persona. Per sopravvivere a questo gelo relazionale e umano, a cui non tutti riescono a far fronte, Matteo cerca di non perdere mai la speranza, alimentata costantemente dall’amore delle sua Sofia e dei suoi amati capelli lunghi.
La scrittura è molto precisa, puntale, forse un po’ troppo descrittiva e ridondante in alcune parti, rendendo difficile lo scorrimento della lettura e portando il lettore a distrarsi dal concetto che di stava analizzando.

Marianna Stati