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Un saggio molto interessante che acquisterò come faccio per tutto ciò che mi è piaciuto.
Conoscere i dettagli e gli errori della comunicazione aiuta a non farsi raggirare.
Antonella Roncarolo
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Interessante la storia dei media soprattutto dal punto di vista storico e del contesto
Maria Fauciglietti
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Specchi infiniti è un saggio interessante. Molto ben scritto, di agevole comprensione, fornisce una completa cronologia della storia dei media in Italia, fornendo anche interessanti spunti sul contesto politico delle varie epoche analizzate.
Andrea Somma
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I saggi storici che riguardano il cinema, la stampa e i media mi sono sempre piaciuti, perchè sono uno spaccato del modo di vivere degli anni di cui parlano.
Questo libro suddivide molto bene i periodi, certo non si legge tutto d’un fiato ma abbastanza lentamente.
Ma è scritto molto bene. Lo consiglio.
Sara Quadrelli
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Specchi infiniti :a volte è il titolo di un libro, a volte è l’ incipit che mi spinge a leggere un libro, e qui è stata la metafora dei pesci ( che non conoscevo) a darmi l’ entusiasmo e la curiosità di leggere un libro, non breve, non semplice per certi versi ma davvero interessante. La divisione in capitoli con una mappa descrittiva iniziale, il racconto della nostra storia attraverso un taglio a cui non avevo mai pensato prima ( quello dell’influenza attiva e passiva dei media nel contesto sociale, politico ed economico) è davvero interessante e avvincente. Pur conoscendo la storia italiana non mi ero soffermata prima su risvolti e impatti che anche i media possano aver avuto sulla storia di un paese e sull’ intera umanità. Mai avrei pensato che le canzoni che ancora canticchio sotto la doccia possano essere state leve e incipit di cambiamenti epocali di cui ancora oggi posso vivere gli effetti. All’inizio pensi che sia troppo lungo e alla fine ti scopri a pensare con un po’ di delusione che mancano gli ultimi ventanni….magari esce un aggiornamento….
Verushka Luciano
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Ho iniziato la lettura con buone aspettative in quanto tratta di un argomento che reputo molto interessante, soprattutto in questo momento storico. Il testo è scritto in modo chiaro, corretto e scorrevole.
Sara Girelli
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Con sicurezza, dico di aver preferito Specchi infiniti di Sangiovanni rispetto ad Inseguendo un raggio di luce di Balbi pur avendo entrambi due titoli accattivanti ed evocativi.
Sarà che, in parte, Specchi infiniti mi ha riportato al mio percorso universitario; è molto ricco di note, nozioni e riferimenti bibliografici: peccato non arrivi ad esplorare meglio i nuovi personal massmedia come Instagram e TikTok (si ferma a Facebook).
La narrazione è un tutt’uno con la nostra storia e fa domandare, come direbbe Marzullo “la nostra evoluzione, la Storia, ci ha fatto dono dei media o i media hanno fatto la Storia”?
Direi che si può rispondere positivamente ad entrambe le domande.
I punti di forza sono senz’altro lo spiegare come la nostra stessa società sia evoluta e cambiata grazie all’avvicendamento dei media; interessantissimo valutare come la radio la faccia ancora da padrone dal dopoguerra ad oggi mentre la televisione sia inevitabilmente messa, da anni ormai, da parte da YouTube, da Netflix e dallo streaming in generale per il “cambio di paradigma nel sistema mediale” causato dalla massificazione dell’uso di internet.
Sicuramente riutilizzerò, sin dalle prime occasioni, il concetto di digital divide ossia quella diversità, prima nell’alfabetizzazione informatica poi nell’uso stesso del digitale, creatasi da differenze generazionali, di attitudine e di mera diffusione della struttura per l’uso internet sul territorio che, appunto, ha ancora oggi un certo peso non solo su certa parte della popolazione ma anche nelle nostre pubbliche amministrazioni.
Bellissimo ed a tratti commovente apprendere l’evoluzione del cinema, della televisione e del fumetto: ho “rivisto” i racconti dei miei genitori (mia mamma è del ’50 quindi si vestiva a festa per andar la sera con i nonni al bar a vedere Lascia o Raddoppia? o il Musichiere alla TV con tutte le famiglie del quartiere bevendo chinotto e gazzosa, mentre mio papà è del ’41 ed ancora mi parla di quando andava al cinema a vedere i film americani in bianco e nero che poi replicava con gli amici alla vecchia stazione in disuso del suo paese).
Forse se il volume avesse una formulazione meno accademica, un linguaggio meno freddo e fosse più corto (la lettura è impegnativa essendo di 500 pagine), sarebbe certamente apprezzato da un pubblico vasto poiché, in fondo, in esso si parla di tutti noi.
Claudia Paolini
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Libro bellissimo che tratta un analisi su come nell’arco dei decenni (dal dopoguerra ad oggi) i media abbiano influenzato la società italiana. Non solo dal punto di vista storico ma anche come i media si sono influenzati e hanno dato vita a eventi e rapporti inattesi.
Enxhi Ka
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Il saggio analizza come nell’arco dei decenni, dal dopoguerra ad oggi, i media abbiano influenzato la società italiana e si siano influenzati reciprocamente.
Marco Bichicchi
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Molto interessante questa accurata storia dei mass media dal secondo dopoguerra si nostri giorni. L unica pecca, l’autore Sangiovanni non ha citato il famoso libro “Radiotelevisione pubblica e privata in Italia. A cura di PaoloBarile, Enzo Cheli e Roberto Zaccaria.Edizioni Il Mulino 1980.
Paola Barile
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Ho trovato molto interessante scoprire alcuni aspetti della storia della cinema e delle trasmissioni.
Alessandro Candiloro
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Bello il percorso storico dell’informazione e dei mezzi di comunicazione
Jessica
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Un libro che ripercorre in modo completo e competente le tappe dei cambiamenti e dell’evoluzione dei mass media e delle vicende che hanno permesso alla comunicazione di massa di diventare una delle forme di comunicazione più efficaci al giorno d’oggi. Utile per chi è ancora alle prime armi con questo argomento, ma anche per chi vuole approfondire delle basi già salde.
Chiara Sardo
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Lungo e documentato excursus su: Editoria (libri, quotidiani, periodici, fumetti), Radiofonia, Industria cinematografica, Industria discografica, Televisione, Computer, Reti informatiche, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale agli anni Duemila. Lo trovo assolutamente interessante.
Carmelo De Rosa
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È un libro importante perché affronta il giornalismo in chiave storica, ma ho preferito l’altro per l’urgenza della problematica delle fake news. Di questo libro mi ha sorpreso la ricchezza di informazioni. È un libro da tenere in biblioteca e centellinare come un vino d’annata.
Emma Cerpelloni
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E’ un saggio molto ben strutturato. Lettura scorrevole anche se il periodo preso in considerazione e’ abbastanza lungo. Evidenzia la trasformazione che ha subito l’informazione, l’intrattenimento, la comunicazione fino ai social dei nostri giorni dove ognuno puo’ diventare protagonista.Per me che ho vissuto gran parte del periodo preso in considerazione è stato come riviverlo. L’ho trovato affascinante e coinvolgente.
mammella raffaella
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Questo saggio ci racconta la storia dei media dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. Leggendo queste pagine oltre allo sviluppo dei mezzi di informazione, si ha una visione storica, politica e sociale dell’Italia e di come la radio, la TV, il cinema e i giornali abbiano influito sulla ricostruzione di un paese che era uscito in macerie dalla guerra. Soprattutto l’arrivo della televisione aveva modificato le abitudini e i desideri delle famiglie contribuendo alla diffusione di automobili ed elettrodomestici negli anni del boom economico. Una rivoluzione ancora maggiore e’ avvenuta negli anni Novanta con Internet e i social media che hanno imposto nuovi modelli di comunicazione. L’autore ci conduce in questo percorso di trasformazione dei media e della società italiana con un lavoro enorme e preciso di ricostruzione e ricerca che attraversa settant’anni di storia. Lettura interessantissima.
Mara Cerbini
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Continuo a pensare che nel caso dei saggi il giudizio sia fortemente influenzato dai propri temi di interesse o di competenza professionale. E anche stavolta questo è il caso. Tanto da ritrovare anche alcune conoscenze personali fra i protagonisti di questa storia dei media. Questo non può che influenzare il mio gradimento.
Francesca Esposito