< Storia di una scomparsa di  Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, (Fandango)

Qui di seguito le recensioni di StoriaDiUnaScomparsa raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un racconto di cronaca scritto con un ritmo incalzante, con la suspense di un giallo dove indizi appaiono all’improvviso dalla normalità della vita quotidiana, facendo apparire all’orizzonte lo spettro di una tragedia o il sogno di una favola a lieto fine! Molto coinvolgente, da leggere tutto di un fiato!

Debora Biagini

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Una storia che ha appassionato molto il paese; la vicenda dello sceicco ha reso la storia ancora più interessante.
Si può di certo affermare che le sparizioni, soprattutto di minori, sono un argomento che coinvolge, suscita un grande interesse nell’opinione pubblica.
La speranza è il sentimento che appare forte e prepotente in questa vicenda: due genitori sospesi, nell’attesa di ricevere informazioni sul figlio scomparso, ma costretti a continuare a vivere. Credo che solo la speranza ti spinge a proseguire, ad andare avanti, ad alzarti il mattino per svolgere le attività quotidiane. Un sentimento che ti aiuta ad affrontare una situazione del genere.
Credo che per questi due genitori il non sapere la verità sia per loro uno scudo al dolore.

Anastasia Diste.

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Questo saggio racconta una storia incredibile di cronaca italiana, che valica i confini del nostro Paese e diventa un caso internazionale. É scritto in maniera chiara e scorrevole; compito non facile, soprattutto considerando gli innumerevoli fili che si intrecciano nella vicenda durante 44 anni di ricerche. Ottimo l’equilibrio tra narrazione dei fatti, dei vissuti e dei sentimenti.

Marta Cabiati

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Storia di una scomparsa di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni racconta la storia, recentemente rimbalzata nelle cronache, del misterioso rapimento di Mauro Romano. A metà tra il romanzo e l’inchiesta, gli autori descrivono accuratamente la psicologia dei personaggi, soprattutto dei genitori. La storia, certamente nota, è restituita con uno stile, talvolta manierato, che non mi ha pienamente convinta. I racconti delle assolate giornate salentine e le atmosfere del paese fanno da sfondo all’osservazione di un fatto di cronaca che ancora oggi incuriosisce (forse morbosamente come volentieri avviene con queste storie). Il mio giudizio su questo volume è sicuramente condizionato dal mio disinteresse per i fatti di cronaca e per l’attenzione descrittiva che spesso viene prestata: sei il Torneo non mi avesse proposto questa lettura, io non l’avrei mai scelta.

Silvia Vantaggiato

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Testo molto interessante, la narrazione ha la forma piacevole del romanzo, pur essendo un indagine giornalistica su un fatto realmente accaduto, condotta con intensità e partecipazione. Bello da leggere, inquietante purtroppo nelle prospettive incerte del caso rimasto irrisolto.

Sara Calvi

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Quell’articolo “una”.. sembra dare una nota di ordinarietà a qualcosa che è invece sconvolgente , la scomparsa di un bambino. in queste due parole ci soni invece tutta l’angoscia, il dolore sordo, il gelo dell’assenza, l’ossessione delle ipotesi e degli interrogativi, la vita che va in frantumi, il futuro che sparisce: perché la scomparsa di un bambino, è fatta di disperazione senza appigli, di speranze di carta velina, di attese che accendono tenui fuochi presto spenti, è fatta di normalità incrinata, ma anche di legge, di circuito mediatico comunque coinvolto, di personaggi foschi e omertosi.
E’ una storia di errori, ritardi e omissioni degli inquirenti, di piste mai battute completamente, o trattate superficialmente, la caccia alle streghe concepita su indizi improbabili. Arriva poi, negli anni, un impianto inquisitorio che rimette in discussione tutto il pregresso, avvocati di parte attenti a smontare seminando inattendibilità delle deposizioni raccolte negli anni, e poi la televisione rapace che semina veleni e confusione, fino allo sguardo dello Sceicco in cui sembra materializzarsi il volto del bambino scomparso.
Oggi, a distanza di 45 anni, la vicenda non ha trovato soluzione, e il caso è stato archiviato.
Gli autori riescono a tenerci, con una prosa asciutta ma anche delicata, in costante tensione e febbrile attesa, in un continuo rimando tra il linguaggio della cronaca e le pagine struggenti e appassionate del romanzo, il tutto sullo sfondo di un Paese (Racale, l’ Italia) fatto di migliaia di scomparse ogni anno, che a loro volta sono spesso fatte di silenzi, omertà, menzogne, assurde ricostruzioni degli inquirenti e di tossico circo mediatico.

leonardo pinzi