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Un’esplorazione di quelli che sono i confini smisurati delle contaminazioni esistenti nella storia del Mediterraneo; un viaggio appassionante che ha come fil rouge le sale del Museo Archeologico di Napoli.
Certo, alcuni passaggi sembrano alquanto azzardati - come accostare la figura di Pan a Jim Morrison - ma di certo incuriosisce il lettore.
Giulia Smorgoni
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La storia del Mediterraneo, la cultura che arriva ai giorni nostri e che ci ha caratterizzati anche inconsciamente. Una firma eccelsa che descrive storia, vicende, cultura, con precisione, amore per il tema trattato, sincerità e coinvolgimento. Si evidenzia una cultura classica immensa e l’associazione di immagini lo rende ancora più completo.
Elenia Stefani
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Bella l’idea di raccontare la storia tramite i ritrovamenti archeologici
Francesca Circensi
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Libro che illustra un viaggio nel Mediterraneo per scoprire le nostre origini attraverso l’analisi di trenta oggetti conservati nel Museo Archeologico di Napoli e la loro storia. Scrittura esaustiva, coinvolgente e che rivela una cultura classica dell’autore non fine a sé stessa, ma capace di rivalutare in modo originale un mondo sempre attuale-
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STUPOR MUNDI
Scelti dal direttore del museo, 30 oggetti conservati al MANN raccontano la loro storia e la storia delle relazioni tra gli uomini che hanno percorso le vie, marittime e terrestri, del bacino del Mediterraneo.
L’autore si aggira tra fatti storici, miti, usanze antiche e contemporanee, stabilendo ardite connessioni tra personaggi, luoghi e tempi diversi e lontani tra loro. Un modo nuovo e accattivante di visitare un museo archeologico, che ci invita a scoprire le nostre radici per comprendere meglio il presente.
Tiziana V.
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-Bella l’idea di "collegare"opere del museo alla storia ,mitologia,geopolitica ecc
-Il linguaggio è semplice e fruibile anche da un lettore normale (non addetto ai lavori)
-Excursus molto ampio e dettagliato. In virtù di ciò non era preferibile ipotizzare la ripartizione in 2 volumi?
LUIGI SERINO
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Libro bellissimo e scritto molto bene ma
Sopratutto si vede che dietro c’è stata una ricerca lunga e
Attenta ai dettagli
Federica Ferri
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Saggio molto coinvolgente che partendo da 30 oggetti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli racconta la storia del Mediterraneo e di tutte le civiltà che ci hanno vissuto. Uno stratagemma per evidenziare ancora di più l’importanza dei musei e delle loro opere d’arte.
Il saggio prende spunto da ognuno di questi 30 oggetti e, raccontando la loro storie, permette al lettore di viaggiare nel tempo, nei luoghi, nella mitologia evidenziando collegamenti a volte insospettabili. Alla fine di ogni capitolo l’autore ci fornisce sempre più dettagli sulle nostre origini e sul nostro rapporto con gli “altri”. Un saggio da leggere tutto d’un fiato, alla fine del quale ci si ritrova con una lista di posti da visitare al più presto e non solo perché causa pandemia negli ultimi 2 anni è stato molto complicato viaggiare!
Sabrina Colombo
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Personalmente ho preferito questo libro perché reputo importante e arricchente la cultura artistica e geografica, oltre ad aprire la mente e conoscere il mondo e la storia che ci appartiene
Jessica
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Stupor Mundi di Paolo Giulierini è un interessantissimo saggio che ripercorre la storia del Mediterraneo attraverso alcune opere pittoriche, scultoree e artistiche in generale provenienti dagli angoli più diversi del mondo. Il libro è illustrato e merita sicuramente una lettura approfondita, alla ricerca di connessioni storiche e geografiche fra epoche e popoli molto diversi.
Daniela Russo
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Attraverso trenta oggetti conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Giulierini fa un enorme excursus storico delle popolazioni che hanno abitato il mediterraneo; usi, costumi, storia, avvicendamenti, religioni, che si sono scontrati e mescolati nei secoli.
Giulierini ha sicuramente il pregio di non dilungarsi noiosamente su inutili dettagli, e di rendere interessante e completo il racconto. Il libro si legge bene, ha uno stile discorsivo molto gradevole.
Cinzia B.
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Scusate ma non l’ho letto….
Claudio Oscar Moschini
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Stupor mundi – La storia del Mediterraneo in trenta oggetti, di Paolo Giulierini, è un saggio a mo’ di guida che analizza alcuni manufatti legati al bacino del Mediterraneo. Il titolo parte da quello “Stupore del mondo” quale fu Federico II di Svevia, che rese grande quella crocevia culturale nel mezzo del mare, che fu ed è, la Sicilia. Giulierini avvia un lungo cammino che percorre millenni di storia: un tragitto fra le storie. Tra quei racconti che si celano dietro a dei manufatti incredibili, andando a rintracciare le tracce di quei legami invisibili e forti che uniscono le culture. Le storie, dietro a questi manufatti, sono addirittura più stupefacenti dell’oggetto stesso. Spesso ci chiediamo quali chi abbia potuto ammirare quegli oggetti: grandi personaggi, viaggiatori, regnanti, persone di ogni epoca e luogo, tutti legati tra loro attraverso questi oggetti.
Non solo manufatti, ma anche materiali, come la seta. Una materia unica, elegante e quasi invisibile; arrivò fino a Roma e non è il solo legame che unisce l’Impero Romano al suo omologo della Cina. Una storia di grandezza, due imperi connessi da una via, il cui materiale ha dato il nome: La via della seta.
Questo libro, coinvolgente ed educativo, ha soddisfatto le mie esigenze di lettura. L’analisi, ricca nei riferimenti, viene condotta attraverso una rete storico-geografica ampia e specifica, che rende piacevole l’esperienza di approfondimento. L’utilizzo di una mappa iniziale, che permette di spaziare nel vasto mondo contenuto nel bacino del Mediterraneo, crea un’apertura perfetta. La narrazione, che segue, è ben calibrata, precisa e puntuale. L’utilizzo delle immagini, infine, è un arricchimento ulteriore alle parole, che conduce il lettore in un viaggio nel tempo unico ed emozionante.
Valerio Mannucci
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Partendo dall’esame di 30 oggetti conservati nel Museo Archelogico di Napoli, tutti provenienti dall’area del Mar Mediterraneo, l’autore ci porta a riflettere sulla loro origine e su quanto questo nostro mare sia stato dall’antichità portatore di grandezza.
Dalla descrizione del singolo reperto parte La descrizione del singolo reperto è l’inizio di un percorso che si dipana in varie direzioni e l’autore sembra imbattersi quasi casualmente in fatti, luoghi e persone che gli chiedono di essere approfonditi e sottolineati.
Corredato da bellissime fotografie dei reperti, il saggio ci spinge a tornare a visitare il Museo Archeologico di Napoli per rivederli sotto la nuova luce delle conoscenze acquisite.
Maria A. Dell’Aquila
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Come suggerisce il sottotitolo, dei reperti (oggetti, statue e affreschi) che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli offre in visione ai visitatori, l’autore, che ne è il direttore, ne sceglie trenta che gli consentono di evidenziare ciò che accomunava i popoli che vivevano affacciati sul Mediterra-neo, una forma d’identità comune. Al di là della provenienza geografica e delle guerre tra loro, il Mediterraneo ha svolto un ruolo d’incontro e di mescolanza tra i vari popoli che si sono avvicen-dati nei vari periodi storici. Obiettivo dichiarato dell’autore è che ogni reperto illustrato aiuterà il lettore a riflettere su molti temi attuali, stimolandone anche l’autoconsapevolezza. Obiettivo non altrettanto dichiarato, ma sottinteso, è il profondo valore didattico che può svolgere la visita e la frequentazione di un Museo.
Confido che la lettura di questo libro possa contribuire non dico ad eliminare ma almeno ad attenuare il nostro “provincialismo mentale”, spesso inconsapevole.
SAVERIO CACOPARDI
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Il testo di Eugenio Borgna edito da Il Mulino “Sofocle, Antigone e la sua Follia” è un commento in chiave psichiatrica della tragedia di Sofocle “Antigone”.
L’autore con queste riflessioni invita a leggere o a rileggere questa splendida tragedia, il cui testo integrale si trova alla fine del commento, tragedia che mette a confronto ognuno di noi con i temi essenziali della vita invitandoci ad ascoltare le tante ragioni del cuore che hanno a che fare con le liberta delle scelte autentiche, ma che a volte, nel percorso di vita di ognuno, sono svuotate di senso in nome della ragione calcolante.
L’immagine di Antigone, che scaturisce dalle riflessioni di Borgna, fa parte della nostra vita interiore, dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, ed ascoltando direttamente le parole dette o gridate da Antigone si riflette sui problemi essenziali della vita di oggi: sull’amore come impulso ad estremi sacrifici, che possono includere anche la morte attraverso il suicidio, sull’angoscia che scandaglia gli abissi delle nostre emozioni e da ultimo, per chi sceglie la voce della coscienza, sul conflitto che, sin dall’antichità, c’è tra le leggi divine e le leggi dello Stato.
Questo conflitto riesce a lacerare il cuore che si trova oggi, come al tempo della tragedia greca, indifeso.
Chi impara ad essere attento alle risonanze emozionali delle parole che, dice Borgna, non sono mai inerti e mute leggendo l’Antigone di Sofocle ritrova quei momenti di vita, fatti di solitudine e di angoscia, vissuti da Antigone stessa.
Paola Costeniero
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Decisamente interessante e alla portata di tutti.
Partendo da oggetti (la maggior parte) conservati al Museo Archeologico di Napoli si imbastiscono interessanti ritratti e approfondimenti relativamente alle civiltà che hanno ruotato intorno al Mediterraneo.
Linguaggio diretto e semplice, con spiegazioni chiare anche per i non addetti ai lavori.
Fa venir voglia di approfondire certi argomenti (non solo arte, archeologia ma anche i miti antichi) e di (ri)visitare i musei (quello di Archeologico di Napoli in primis).
Pierluigi Marinelli
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L’autore, partendo da 30 oggetti conservati nel Museo Archeologico di Napoli, ripercorre in 30 piccoli capitoli la “ genesi “ di questi ritrovamenti e con vari collegamenti e storie , ripropone il viaggio ipotetico che questi oggetti hanno avuto nel tempo, e quali differenti peculiarità essi rappresentano nell’ambito composito di un’area ben precisa ma complessa come il Mediterraneo e dei collegamenti che essa ha avuto con altre terre più lontane. E’ una lettura piacevole e curiosa , con aspetti anche sorprendenti e collegamenti anche ad un recente passato , con l’intento dichiarato dallo stesso autore di effettuare un “ viaggio in cerca di identità comuni “ , con la consapevolezza che la difesa di identità e particolarismi è esigenza per un approfondimento della nostra conoscenza della terra che ci accoglie e non un pretesto per dividere i popoli.
silvano allegretti
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Ho trovato questo saggio ben scritto e soprattutto interessante. Spazia moltissimo trattando ogni argomento sotto più profili. In questo modo, Giulierini ha mantenuto sempre constante la mia attenzione (mi viene per esempio in mente il capitolo dedicato al nemico invisibile con chiari riferimenti a tutto un certo storytelling anche Disneyano legato ai topi).
Libro piacevole che consiglieri assolutamente.
Sara Brambilla
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Un testo davvero ben fatto e molto interessante. Un libro che dovrebbero leggere tutti/e per capire davvero quanto i popoli apparentemente distanti siano accumunati da alcuni elementi, anche di quotidiano utilizzo.
Barbara Bria
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Ho adorato questo libro, che mi ha spinto peraltro a visitare una volta in più il Museo Archeologico di Napoli. Mi è piaciuto molto anche il modo di collegare mito e lettere classiche i alla storia contemporanea.
Salvatore Sciorio
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l’idea di raccontare la storia antica del mediterraneo usando dipinti o oggetti che provengono da questo mondo è senz’altro intrigante,
se poi questi provengono dal Museo Archeoleogico Nazionale di Napoli esiste la possibilità di vedere questi reperti anche dal vivo.
Forse l’autore si perde un troppo nella descrizione dei miti e nella descrizione dei numerosi dei dell’Olimpo, una maggiore attenzione alle caratteristiche tecniche e/o pittoriche dei diversi oggetti sarebbero state di ulteriore gradimento. in ogni caso il libro si legge
con grande piacere. un bel modo per avvicinarsi alla storia del nostro passato e per superare inutili steccati
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Si tratta di un libro estremamente fruibile, ricco di immagini e che abbraccia storia, arte e letteratura. Ho apprezzato alcuni capitoli piu’ di altri ma trovo che nel complesso sia un libro ben scritto e scorrevole.
Iride Porcellini
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30 pezzi eccezzionali scelti dal direttore Paolo Giulierini , nella sterminata miniera che è l’Archeologico di Napoli, vengono utilizzati per costruire un viaggio in molte località del Mar Mediterraneo, il mare di Federico II, " stupor mundi".
Di ogni reperto , scavato, sottratto al mare o alla cenere vulcanica, abbiamo la storia , spesso travagliata, che dal momento del ritrovamento l’ha portato ai giorni nostri, la sua descrizione artistica, la località a cui è legato, e la narrazione che, attraverso il mito , unsce passato e presente.
Troia, Cipro, Palmira, Samarcanda, Cartagine, Persepoli, Roma e Cina ( la via della seta ben prima di Marco Polo), Roma e India ( la via delle spezie), sono alcune delle località toccate da questo viaggio straordinario.
Paolo Giulirini ci accompagna da mondi antichi fino al presente , non in modo pesante e pomposo, ma tessendo una trama fatta di grande cultura, unendo storia e mito, legando tra loro vita e morte di popolazioni lontane, che hanno contribuito a fare del Mediterraneo quell’insieme di civiltà che si intrecciano ed influenzano ancora ai nostri giorni.
Il Mediterraneo era ed è ricco di diversità, fucina di arte, che dai secoli passati racconta attraverso oggetti, dipinti, sculture , vasellame, bronzi, la crescita ed il desiderio di miglioramento di etnie così diverse e cvosì unite.
Francesco Manzo
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Si potrebbe dire di questo libro che racconti la globalizzazione prima della globalizzazione. E’ interessante scoprire come le civiltà si siano sempre influenzate, ogni volta creando situazioni che prima della contaminazione erano impensabili. Forse ci dice che non dobbiamo avere paura di incontrare e a volte di scontrarci con il diverso, qualcosa di bello ne verrà fuori. Il libro è scritto bene e, direi con amore per il tema trattato.
Maria Maddalena Springhetti
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Molto interessante il viaggio nel passato che l’autore fa fare al lettore riportandolo poi nel presente con abilità e bravura.
Sandra Saltarelli
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Lettura interessante che appassiona e coinvolge, perché racconta la storia del Mediterraneo attraverso una selezione di 30 oggetti che si trovano nel Museo archeologico nazionale di Napoli. Lettura che si dipana tra miti e storia toccando anche i nostri giorni
Marina Sandrini
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Cosa dire
Luisa
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Libro di grande interesse e di appassionante lettura da diffondere. Una passeggiata tra le diverse culture da rifare ogni volta che se sente il bisogno
Vittoria Rizzo
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Questo libro è come uno scrigno che racchiude all’interno un pezzo di sapere, tante storie che si avviluppano intorno ad un oggetto, che molto spesso rappresenta un’epoca. Sono i libri che prediligevo da bambina, da adulta rimane intatta la mia curiosità a cui si aggiunge un po’ di nostalgia.
Chiara Casali
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E’ un libro interessantissimo e appassionante. L’autore, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è un vero divulgatore. Partendo da trenta oggetti scelti tra quelli presenti nel Museo racconta la storia del Mediterraneo e delle diverse culture che nel tempo hanno confluito in questa striscia di mare. Molti degli oggetti descritti sono stati rinvenuti a Pompei, ma provengono da mondi lontanissimi (le sete dalla Cina, l’avorio dall’India etc.) a dimostrazione che già in epoca romana (ed anche precedentemente) le vie del commercio erano
moltissime e con le merci viaggiavano uomini con le loro culture diverse.
Questo libro è anche un invito a organizzare le visite ai musei in modo tale da stimolare la curiosità a conoscere mondi lontani e a diminuire la diffidenza verso chi continua a sbarcare lungo le coste del
Mediterraneo.
Luisa Morizio
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Una cavalcata attraverso la storia e la geografia, arricchita da aneddoti e curiosità. Anche se l’espediente di illustrare alcuni oggetti per trattare ambiti più ampi non è una novità, non perde affatto efficacia, riuscendo a catturare l’interesse del lettore. Ho apprezzato la scelta di un registro linguistico non troppo forbito né specialistico, seppur preciso. In questo modo, credo si riescano a veicolare concetti altrimenti complessi.
Ponendo il Mediterraneo come protagonista, viene ulteriormente messo in evidenza quanto tutti noi siamo figli di mescolanze, sia genetiche che intellettuali.
Se dovessi indicare un brano musicale come sottofondo per questo volume, non posso che ricorrere a Má Vlast di Smetana, anche se questa scelta è piuttosto banale.
Anita Fiorin
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Un viaggio nella storia del Mediterraneo, nella sua geografia, nella sua arte e soprattutto nei rapporti con gli altri popoli. Oggetti che vengono seguiti nel tempo e nello spazio e che offrono l’occasione per lunghe digressioni. Molto bello, non sempre semplicissimo, ma sicuramente stimolante.
Pietro Pieroni
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Interessantissimo libro sulla storia del Mediterraneo attraverso 30 oggetti dell’antichità che ne hanno consentito, a modo loro, lo sviluppo culturale, economico, politico e sociale. Questi, infatti, sono oggetti usati comunemente tutti i giorni, i quali hanno consentito lo svilupparsi della vita, ma anche eroi, miti o personaggi di spicco del "mare nostrum" che hanno con le loro gesta e i loro comportamenti cambiato per sempre la storia dell’umanità. L’autore ne parla con dovizia di particolari e grande conoscenza, con una scrittura elegante e precisa, riuscendo a descrivere in modo eccellente l’importanza di questi nel mondo del Mediterraneo antico. Per questo motivo tra i due analizzati è quello che preferisco.
Fabio Silietti
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Per chi non ha visitato il Museo archeologico di Napoli, sarà un percorso "virtuale" attraverso le opere più importanti del museo, quelle che con i loro aneddoti ci raccontano le piccole e le grandi cose, che molto spesso rimangono celate al pubblico. Incontreremo una mMedea dalle mille sfaccettature, ci appassioneremo ai suoi amori e alle sue tragedie, scopriremo reperti storici "nomadi" passati di mano in mano, come la tazza farnese e non riusciremo a sopprimere la voglia di comprare un biglietto per Napoli e andare a respirare questo senso di storia e passato che trasudano le opere. Un libro che che appassiona e fa rivivere la nostra storia.
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Interessante viaggio nel mediterraneo attraverso la testimonianza di oggetti arrivati fino a noi e sapientemente raccontati da una voce autorevole e competente con un linguaggio che incanta e non allontana. Ottimo!
Fabio Pasotto
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"Stupor mundi" è un bel testo che riguarda la storia del Mediterraneo, da punto di vista Archeologico e Mitologico. Molto belli i quadri relativi alle opere d’arte (quadri e sculture) che ci permettono di conoscere l’evoluzione dei popoli mediterranei.
MARIO CENTINEO
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La storia dei vari popoli che si sono incrociati, combattuti, integrati nel Mediterraneo partendo da reperti del museo archeologico di Napoli. Questo fa comprendere come le diverse culture e religioni abbiano molti tratti o origini comuni e che l’umanità è sempre stata in viaggio. molto piacevole e interessante.
paola confalonieri
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Importantissimo chiarire concetti risaputi ma dimenticati..
Scorrevole e divertente.
Da leggere ai ragazzi
Fanny rancan
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Trenta oggetti, il mare Mediterraneo, sono lo spunto per un fantastico viaggio nel tempo, alla ricerca delle nostre origini, e dove si scopre che la contaminazione tra i vari popoli e le religioni di questa area, ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo del nostro mondo. Molto ben scritto, l’autore ci prende per mano e ci porta a spasso nel Mediterraneo, e dintorni, per farci apprezzare tutta la grandezza della nostra storia.
Paolo Pastorino
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STUPOR MUNDI
Il viaggio di Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ci accompagna in un Mediterraneo attraversato nel corso dei secoli da popolazioni che ne hanno solcato le acque per commerciare, combattere o depredare. L’archeologo, scegliendo trenta oggetti che hanno superato tempo e spazio e sono giunti a noi dall’antichità in tutta la loro grazia, ci permette così di indagare eventi accaduti nel corso dei secoli tra storia e mito, attraverso percorsi molto aperti che toccano coste e terre, anche sconosciute, tra oriente e occidente. La descrizione dei manufatti di pregevole fattura ci lascia veramente stupefatti e ci aiuta a comprendere come i “doni” di ogni civiltà vadano conservati e salvaguardati con cura per rendere la nostra una civiltà migliore.
Lucia Fornaini
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Libro interessante che racconta attraverso 30 oggetti esposti al museo archeologico di Napoli la storia del Mediterraneo e delle sue origini.
L’autore del libro, che è anche direttore del museo, riesce a coinvolgere il lettore in un viaggio non solo geografico ma anche nella storia, nella mitologia, nelle arti.
Una piccola critica: troppo slegato il salto tra un’epoca e l’altra. Si perde quindi un pò il filo fra quello che si sta leggendo che riguarda l’antichità e l’improvvisa digressione su argomenti dei giorni nostri che lascia il lettore un po perplesso.
Chiara Boccardo
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Una buona prefazione aggiornata al momento attuale, anche se politica e non scientifica. Anche se dire che i neandertaliani fossero europei e i sapiens africani è una forzatura molto ideologica, caso mai erano tutti africani. Già il termine europeo mi pare privo di senso, almeno dal punto di vista genetico. A me sembra ridicolo dire noi in confronto ai neandertaliani, applicando schemi mentali sorpassati. Il libro è ricco di informazioni e ben leggibile con la dovuta concentrazione, ma l’argomento si presta a considerazioni non scientifiche (cioè ideologiche) e soggette a mutamenti alla luce delle nuove scoperte. Basta il buon senso a capire che l’uomo è il risultato di continui rimescolamenti genetici che oggi paiono in aumento alla faccia degli ignoranti e degli intolleranti. Leggere questo testo è utile, ma i pregiudizi non ne saranno scalfiti specialmente se si dà per scontata un’entità astratta che viene chiamata identità europea.
Fabio Frigeri, 69 anni, insegnante in pensione di
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Quello che questo libro ci propone e che personalmente mi ha affascinato è uno straordinario viaggio nella storia del mediterraneo e che trova nutrimento in un colloquio bidirezionale e mai interrotto tra passato e presente. I 30 oggetti (manufatti artistici, affreschi, sculture ecc..) scelti sono il tramite attraverso il quale si realizza narrativamente l’idea che questo nostro presente tragga il suo nutrimento più vitale dalla storia, dal passato.
Ed ecco la descrizione della bellissima coppa farnese.L’autore ci accompagna in una esperienza percettiva unica, facendoci percepire la somma degli sguardi che nei secoli si sono posati su di lei, dagli antichi egizi ai Medici sino ai Farnese ed ai nostri occhi. Ed ecco lo sguardo fiero di Saffo nell’affresco scoperto a Pompei nel 1760, donna che si emancipa attraverso la poesia, prototipo di tutte le donne che nel corso dei secoli si emancipata attraverso la conoscenza, fino ai nostri giorni, fino ad arrivare all’amica geniale ed alle arminute della nostra letteratura contemporanea
L’autore Cita Aspasia donna pensatrice e libera che non rispondeva al modello tradizionale della donna silente La stessa Napoli con il mito di Partenope è la città sirena, creatura in cui conviviamo e consistevano diversi significati la conoscenza, la morte, il futuro ed il passato. Ed il suo museo ci consegna a questa dimensione come dice l’autore nelle conclusioni , non un museo che solo preserva ma che trasmette criticamente.il senso di una cultura viva che ci accomuna tutti nella nostra umanità seppur nella diversità, vera cifra del mare nostrum.
Unico elemento debole di questo libro, alcune incursioni nella contemporaneità o nel passato più recente, a volte banalizzanti...quali l’inserimento della citazione di Filomena maturano, o dell’episodio dei Beatles e dei loro viaggi in India. Citazioni a volte un pochino forzate e semplificate.
I due libri sono significanti per percorsi diversi, uno scientifico e l’altro artistico, della storia di popoli con radici comuni, genetiche e culturali, messaggio straordinariamente attuale di fronte al ritorno dei nazionalismi.
Nel complesso il secondo libro si fa preferire a Europei senza se e senza ma per l’affascinante percorso nella storia dei popoli del mediterraneo nella quale ci guidano opere d’arte che ci parlano oggi della nostra comune storia.
Marco Ceriotti
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Mi è piaciuto pure questo libro : bello , ricco di particolari di un mondo mitico che le immagini di meravigliose opere ha reso ancora più piacevole.
Scritto bene.
Bruna Merzari
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Il libro è ben strutturato e tramite le opere riportate permette di fare un viaggio illuminante su quello che è il nostro passato, su quello che siamo.
Ho apprezzato particolarmente la scelta dei soggetti da cui partire. Mai banali e sempre molto interessanti. Per molti potrebbero essere del tutto sconosciuti, il che è sicuramente un bene.
Marco Miroballo
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Ho affrontato la lettura di questo saggio partendo da una predisposizione marcatamente positiva: mi piaceva infatti il progetto, l’idea di fondo. Quella di dare modo al lettore di effettuare “un lungo viaggio nel tempo e nello spazio”, prendendo come spunto delle opere d’arte conservate in un importante museo italiano e cioè il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Inizialmente quindi tutto bene, ma un po’ alla volta mi sono scontrato con una sensazione di segno opposto e che ho infine collegato a un’impressione di eccesso. Eccesso di informazioni, di date, di nomi, di circostanze, di trame. Il che ha comportato un crescente disagio e una compromissione del piacere di lettura.
Ho apprezzato naturalmente la vasta cultura e l’autentica passione dell’autore che emergono con forza dalle pagine del saggio, ma quella sovrabbondanza che ho descritto poc’anzi ha limitato e in certi passaggi affossato la godibilità di questa comunque validissima opera.
Fabio Carletti
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Un libro molto interessante ma ho preferito Stupor Mundi. È più nele mie corde
Rosa Francesca Farina