< Tacchi di latta di  Giuseppe Sabino (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di TacchiDiLatta raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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La definizione "è un romanzo di formazione" seppur veritiera è troppo semplicistica.
Un bimbo cresce sereno in famiglia, nonostante l’arrivo imminente della seconda guerra mondiale ed in piena epoca fascista. Il suo mondo sono la sua casa e la vita con la mamma e le sorelle con le quali gioca, si diverte e si traveste per prenderne le somiglianze. Proprio con quei giochi inizia il suo percorso; quando se la dovrà cavarsela da solo lontano dalla famiglia, prenderà coscienza di sé, delle sue capacità e capirà quanto sarà importante l’appoggio e la vicinanza dei suoi compagni. Il bisogno di calore umano sarà ricercato in loro e definirà la sua identità. Diventerà talmente sicuro di se stesso da non aver paura a mostrarsi. Un romanzo coinvolgente, che suscita la curiosità e la voglia di continuare a leggerlo.

Emilia Novali

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Scrittura molto strutturata, ma meno leggera e semplice da leggere.

Elena Spolaore

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Tacchi di latta è un romanzo di formazione che ci trasposta in una storia di crescita, costellata da errori, dolori, amori e scoperte in cui narrazione è carica da immagini liriche e poetiche. L’autore, nonostante il romanzo sia ambientato nel dopoguerra, porta sulla pagina una tematica attuale e riesce a far immergere completamente il lettore nel suo mondo e riesce a far provare gli stessi sentimenti che prova il protagonista.

M.C.

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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Una storia molto attuale ed intrigante. L’essere diverso, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale era, ed e’ ancora per molti al giorno d’oggi, un quesito da risolvere. Le menti non sono abbastanza aperte per capire il processo di maturazione che ci vuole per un ragazzo e/o una ragazza, che scopre di non essere uguale ai suoi coetanei, negli amori nei desideri nelle illusioni. Giulio, non avendo neanche il supporto della famiglia, deve difendersi con le armi che ha, perche’ la discriminazione e’ sempre in agguato. Ci sara’ spero, in un prossimo domani un modo per il quale queste persone possano essere accettate in tutti i campi. 

Giuliana Lombardi

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Libro poco coinvolgente a tratti noioso e che a mio parere non centra l’obiettivo

Francesca Del Giudice

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La storia dei primi 20 anni della vita di Giulio si snoda tra una città sul mare, bella ma opprimente, il gruppo di amici di Piazza Lucifero, con tutti i pregi e i limiti del grande gruppo di ragazzi, i collegi di Calambrone e di Bellaria,
 con tutte le problematiche che un ambiente chiuso e rigido presenta, il liceo cittadino, e la spiaggia della città, dove si ritrovano tutte le gioie e i dolori di queste giovani vite.
Su tutto questo il” mostro “dell’omosessualità che incombe su ogni azione, anche se di per sè innocente ; tutto quello che fai e che dirai servirà per stabilire se sei o non sei “Finocchio”.
Un triste quadro dell’Italia del dopoguerra dove si viveva la fame reale, la divisione tra classi, la discriminazione e il tentativo di far partire l’ascensore sociale.
La vita di Giulio è sempre in bilico tra lo studio, conquistato faticosamente classe dopo classe per diventare Avvocato come gli aveva promesso il babbo, e la scoperta di se stesso, sempre traballante tra amicizia  e paura/desiderio di essere omosessuale.

Vincenzo Parma

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Un racconto di formazione, una bella storia degli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Giulio viene mandato in collegio quindi allontanato dal suo paesino e dai parenti per comportamenti forse inaccettabili.
Troverà la sua strda e l’affermazione della sua identità.

Elisa Ticconi