* * *
La definizione "è un romanzo di formazione" seppur veritiera è troppo semplicistica.
Un bimbo cresce sereno in famiglia, nonostante l’arrivo imminente della seconda guerra mondiale ed in piena epoca fascista. Il suo mondo sono la sua casa e la vita con la mamma e le sorelle con le quali gioca, si diverte e si traveste per prenderne le somiglianze. Proprio con quei giochi inizia il suo percorso; quando se la dovrà cavarsela da solo lontano dalla famiglia, prenderà coscienza di sé, delle sue capacità e capirà quanto sarà importante l’appoggio e la vicinanza dei suoi compagni. Il bisogno di calore umano sarà ricercato in loro e definirà la sua identità. Diventerà talmente sicuro di se stesso da non aver paura a mostrarsi. Un romanzo coinvolgente, che suscita la curiosità e la voglia di continuare a leggerlo.
Emilia Novali
* * *
Scrittura molto strutturata, ma meno leggera e semplice da leggere.
Elena Spolaore
* * *
Tacchi di latta è un romanzo di formazione che ci trasposta in una storia di crescita, costellata da errori, dolori, amori e scoperte in cui narrazione è carica da immagini liriche e poetiche. L’autore, nonostante il romanzo sia ambientato nel dopoguerra, porta sulla pagina una tematica attuale e riesce a far immergere completamente il lettore nel suo mondo e riesce a far provare gli stessi sentimenti che prova il protagonista.
M.C.
* * *
Giuliana Lombardi
* * *
Libro poco coinvolgente a tratti noioso e che a mio parere non centra l’obiettivo
Francesca Del Giudice
* * *
La storia dei primi 20 anni della vita di Giulio si snoda tra una città sul mare, bella ma opprimente, il gruppo di amici di Piazza Lucifero, con tutti i pregi e i limiti del grande gruppo di ragazzi, i collegi di Calambrone e di Bellaria,
con tutte le problematiche che un ambiente chiuso e rigido presenta, il liceo cittadino, e la spiaggia della città, dove si ritrovano tutte le gioie e i dolori di queste giovani vite.
Su tutto questo il” mostro “dell’omosessualità che incombe su ogni azione, anche se di per sè innocente ; tutto quello che fai e che dirai servirà per stabilire se sei o non sei “Finocchio”.
Un triste quadro dell’Italia del dopoguerra dove si viveva la fame reale, la divisione tra classi, la discriminazione e il tentativo di far partire l’ascensore sociale.
La vita di Giulio è sempre in bilico tra lo studio, conquistato faticosamente classe dopo classe per diventare Avvocato come gli aveva promesso il babbo, e la scoperta di se stesso, sempre traballante tra amicizia e paura/desiderio di essere omosessuale.
Vincenzo Parma
* * *
Un racconto di formazione, una bella storia degli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Giulio viene mandato in collegio quindi allontanato dal suo paesino e dai parenti per comportamenti forse inaccettabili.
Troverà la sua strda e l’affermazione della sua identità.
Elisa Ticconi