< Tante care cose di  Chiara Alessi (Longanesi)

Qui di seguito le recensioni di TanteCareCose raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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È un libro bellissimo. È uno di quei libri che attirano la mia curiosità, stimolante, originale. Mi è piaciuto molto.

Carmela Palomba

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Tante care cose: da un saluto antico al contenuto storico di oggetti che hanno fatto la storia dell’uomo o di intere epoche.
Una narrazione dinamica, attenta alla forma, alle illustrazioni con contenuti gradevoli e sinceri.
Un appassionato viaggio al centro del mondo commerciale trovando ciò che di umano gli abbiamo attribuito.

Grazia Maria Scardaci

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Tante care cose

Una raccolta di oggetti, e non solo, che fanno parte ormai della nostra storia, del nostro passato ma anche del nostro presente, del nostro immaginario. Inframmezzato da belle illustrazioni è un libro piacevole da sfogliare ma che non ha suscitato in me particolare interesse.

Elisabetta Mura

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Una storia del design italiano raccontata attraverso 72 oggetti ormai cari e ben noti: da quelli più prevedibili come la Vespa a quelli più insospettabili, come i moonboot. Al di là della natura veramente affascinante dei singoli aneddoti, risulta vincente il modo in cui vengono proposti, quasi fosse una raccolta di racconti di narrativa. Alessi è riuscita a tutti gli effetti a raccontare la storia di un popolo attraverso gli oggetti che esso ha creato.

Martina Cilento

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Se non fossi vincolato ad una scelta francamente boccerei entrambi, il primo perché troppo da… “Settimana Enigmistica” (rubrica ‘Forse non tutti sanno che’), il secondo perché un tema molto specifico, e per certi versi delicato, viene affrontato con modalità burocratesi, come manifesto politico
troppo ’milanocentrico’, nonostante alcuni spunti interessanti come il capitolo sui ‘luoghi terzi’. Quel che descrive Tajani può essere certo un’esperienza condivisibile, ma lascerei il…piacere dalla lettura del suo testo a chi si occupa della gestione del personale nelle aziende pubbliche e, forse, in quelle private. Per un lettore non stimolato dall’argomento essere obbligato a leggere il testo mi appare una punizione francamente troppo severa. Complessivamente, per chi non è interessato a queste tematiche risulta un libro indigesto.
In conclusione: scelgo tra i due "Tante Care Cose" di Chiara Alessi, che merita la sufficienza per l’esposizione simpatica e gradevole nel descrivere la storia e le origini di molti oggetti, alcuni di uso quotidiano, altri divenuti famosi per il loro design originale ed innovativo.

Giuseppe Velardi

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Una carrellata interessante e illuminante nel secolo scorso attraverso oggetti che sono diventati simboli.
L’eccellenza italiana attraverso la lettura della società di quegli anni.
Brava Chiara Alessi a recuperare la memoria storica di quegli oggetti che tutti conosciamo e che fanno parte del nostro quotidiano o dei nostri ricordi, ma di cui non ci accorgiamo neanche più.
Gli oggetti più rappresentativi del ‘900 qui vengono raccontati quasi fosse un romanzo.
Non riuscirò più a caricare la moka senza pensare alla storia che c’è dietro e nemmeno a mangiare un Bacio senza mandare un ringraziamento a quella donna tanto lungimirante!

Cristina Bulgarelli

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“Il design é intorno a noi e noi non ce ne accorgiamo”. Per quelle inesplicabili coincidenze, ho visto pochissimo tempo fa in una bellissima mostra sintetica, nello splendido palazzo Piacentini, moltissimi degli oggetti narrati e “disegnati” nel libro. L’andamento del racconto delle loro storie é spensierato e brioso è molto piacevole é l’alternanza di prosa e rima..

Simona Cigliano

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Mi ha fatto ritornare indietro di qualche anno e ho rivalutato alcuni oggetti che prima mi erano già indifferenti.

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Chiara Alessi, con il suo "Tante care cose", dal linguaggio semplice e dalla scrittura fluida, racconta l’Italia attraverso gli oggetti che hanno fatto la storia del nostro paese, ma anche di coloro che li hanno ideati e creati. Racconta la storia di ognuno di noi, di un passato che si fa presente, ma che si evolve in futuro, cercando di migliorarsi e di adattarsi ai tempi. Un saggio che tutti dovremmo leggere, ricco di spunti di riflessione e di tante curiosità.

Marianna Stati

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Tante volte dimentichiamo gli oggetti che abbiamo, poi accade qualcosa, ti fermi e i ricordi ti avvolgono...i misteri delle piccole e grandi cose

Gemma Bontempelli

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Un viaggio eccellente, pieno di sorprese e curiosità; scoprire che, dietro oggetti che vediamo e tocchiamo nella nostra quotidianità, ci siano uomini con le loro idee geniali rende ancora più bello e ( se vogliamo ) divertente vivere e rendersi conto che siamo circondati da arte tutti i giorni, protagonisti noi stessi di un museo a cielo aperto.

Marina Agostino

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CHIARA ALESSI (1981) è docente al Politecnico di Milano. E’ diventata famosa nel 2020 pubblicando su Twitter la rubrica #designinpigiama. Ha pubblicato prima di questo altri saggi sul design; in questo lavoro si avvale della collaborazione di PAOLO D’ALTAN, illustratore. Il campo del design è per me praticamente sconosciuto; la lettura mi ha catturata, piacevolmente sorpresa ed è stata l’occasione per imparare qualche cosa di nuovo. Il design è una forma di arte pop che ha avuto un boom negli anni ’60 del 900, quando beni di consumo prodotti in serie dall’industria erano progettati da studi di architettura. Ma in realtà l’origine è ancora precedente (anni ’20 e ’30), solo che quest’arte era praticata sia da artigiani/inventori geniali che si arrovellavano per rendere più attrattivo e funzionale un loro prodotto (vedi la caffettiera Moka Bialetti o la suola Vibram) sia da artisti famosi prestati alla pubblicità (vedi il futurista Depero che ideò la forma della bottiglietta del Campari Soda). L’autrice ha tratteggiato la storia del design attraverso numerosi oggetti di uso comune; per me che sono stata insegnante è stato divertente conoscere, tra le altre, la storia che ha portato alla progettazione della spillatrice Zenith o quella del Tratto-pen Fila, oppure rileggere la genesi del simbolo della Regione Lombardia, rielaborazione dell’antica incisione rupestre della Rosa Camuna, apprendendo che è opera di famosi designers come Noorda, Tovaglia, Sambonet e Munari.

STEFANIA FILIPPINI

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Come dice l’autrice qui si parla di cose.
Ma cose non da poco: la Vespa, loghi di prodotti o marchi che hanno fatto la storia del design. Ce ne sono più di 50.
Godibilissime le descrizioni in un misto di umorismo e dettagliate caratteristiche tecniche.
Bellissima la storia del flop di un certo formato di pasta ideato da un noto designer, che viene ritirato dal mercato per problemi di cottura.

Federico Corubolo

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Accolto con un po’ di pregiudizio: ho difficoltà ad accettare l’importanza che la contemporaneità assegna a quelle che un tempo erano le ’arti minori’; e design, pubblicità... sono parole legate a un consumismo che m’infastidisce e dal quale cerco di tenermi lontano.
Ma la lettura è stata scorrevole e, a partire da un certo punto (galeotta fu la scelta di ordinare cronologicamente) un ritorno al tempo perduto. La ragione optava per Goldin, il cuore ha scelto Alessi.

Sandro Bergamo

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Non pensavo mai più che un libro che racconta la storia degli oggetti, potesse appassionarmi così tanto. Scoprire che l’autrice nel periodo del lockdown ha pubblicato una serie di video-clip di 2 minuti e 20 ciascuno che ha creato e pubblicato su Twitter per 90 giorni mi ha spinta a fare una ricerca più approfondita. È un libro per tutti non solo per chi ama il design. Mi è piaciuto come è scritto in modo professionale e al tempo stesso leggero. Una bella chiacchierata con il pubblico che legge adatta anche ai non esperti del settore.

Rosanna Destro

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Una lettura piacevole e anche sorprendente per alcune "visuali" utilizzate dall’autrice nel corso della narrazione.

Mauro Nogarè

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Ogni pagina ti permette di scoprire la storia e i personaggi che si nascondono dietro ad oggetti comuni, quotidiani e/o iconici che hanno fatto un po’ la storia del nostro paese. E’ una vera e propria avventura, pagina dopo pagina, un racconto di idee, coincidenze, caso, opportunità.

Beatrice Bermond

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Interessante coinvolgente … fa pensare a tante cose che abbiamo visto, usato, posseduto tanti anni fa.
Veramente piacevole.
Offre molti spunti di riflessione e per un ritorno anteriori passati della nostra vita

Adriano Amerini

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In questa tornata di libri mi è risultato veramente difficile fare una scelta in quanto entrambi i libri mi sono piaciuti moltissimo anche se per ragioni diverse.
"Tante care cose" è un libro raffinato per le illustrazioni e la veste grafica ma mi è piaciuto soprattutto perché mi ha generato emozione nello scoprire che alcune delle cose presentate e di cui ci viene raccontata la storia, sono nella mia casa, come nelle case di molte altre persone, e, io ho scelto questi oggetti solo per l’aspetto estetico e forse funzionale senza conoscere altro. Interessante anche, la capacità dell’autrice di farci sorridere nella scelta di utilizzare diverse modalità narrative.
È la storia dell’ingegno e della capacità, tutta italiana di creare bellezza fruibile da tutti.
È la storia dell’ingegno e della capacità, tutta italiana, di creare bellezza fruibile da tutti.

Donatella Ghizzi.

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Saranno curiosità anche interessanti, ma a pag.21 la "pallosità" mi ha sopraffatta. L’autrice è una esperta di prodotti (cose) e della pubblicità che li ha accompagnati nel tempo, ma io alle marche e alla pubblicità sono allergica.

Pia Spagnolo

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Il testo è molto gradevole, riporta la memoria ad oggetti conosciuti, spiega l’ origine di oggetti noti ma di cui nulla si sa sulla loro origine

Paola Raffaella Bosetti

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L’autrice di “Tante belle cose” ci conduce in un viaggio alla scoperta, o meglio riscoperta, di oggetti d’uso o marchi molto noti, alcuni ancora in produzione, altri no, raccontati non solo nella loro funzionalità ma anche attraverso un punto di vista socio-culturale e inseriti nel loro contesto storico. Lo fa con grande competenza (è cresciuta probabilmente a pane e design visto che è discendente delle famiglie Bialetti e Alessi, importantissimi nomi del design italiano di altissimo livello) e con scrittura piacevole e scorrevole, adatta a tutti coloro che vogliono divertirsi leggendo di storia. Perché è una piccola storia del Novecento quella che emerge dalla lettura del saggio, vista attraverso oggetti, e non solo, che si raccontano, realizzati da designer conosciuti o anonimi progettisti, tra il 1908 e il 1998. Sicuramente per chi ha superato il mezzo secolo è più facile il ricordo di alcuni prodotti nati in un periodo che ha visto velocissime trasformazioni in poco tempo. Ma ancor di più ad un giovane il libro può stimolare alla scoperta delle origini di certi oggetti o insegne note, che non ha avuto l’occasione di conoscere nel momento in cui sono state messe in commercio ma che possono essere utili per vedere la loro evoluzione nel tempo o il loro senso in un determinato periodo storico. I titoli dei capitoli, con ironia, incuriosiscono di per sé alla lettura. Nel testo si susseguono aneddoti divertenti (perché l’automobile Panda o uno dei più noti marchi di lavabiancheria e la crema di nocciole più famosa al mondo hanno quel nome, il flop di un grande designer nel suo progetto di formato di pasta, il risvolto rivoluzionario di un marchio di abbigliamento con la K…). E scoprire che anche un traliccio per l’alta tensione, una suola di scarpa da montagna o un interruttore possono entrare nella storia del design ed è possibile apprezzarne la loro bellezza. L’autrice ci dice che il possesso delle cose serve a conoscere la loro storia e per costruire il proprio museo personale, fatto di racconti, memorie, odori, affetti. E’ proprio così. Perché il testo, corredato per ogni capitolo di efficaci disegni a matita dell’illustratore Paolo d’Altan, non parla solo di oggetti, anonimi o firmati, grandissimi o piccolissimi, parla di chi quegli oggetti li ha visti, li ha usati o subìti, parla di noi, di un popolo che cambia anche attraverso ciò che usa, se ben progettato.

Elisabetta Coppola

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Una scoperta nella scoperta, tornare indietro.
riprendere la macchina da scrivere

Luisa

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Recensione : Tante care cose
La lettura di questo libro è stata piacevolmente sorprendente nella sua semplice e descrittiva raccolta di oggetti, loghi aziendali, slogan pubblicitari che ci hanno accompagnato nel nostro vissuto quotidiano
L’argomento trattato ha risvegliato ricordi della mia infanzia prima quando ho visto ed utilizzato dandole come scontate alcune – cose – e della mia giovinezza poi quando ho visto nascere e sperimentare altre – cose - proposte nel libro.
Mi è piaciuto il modo semplice e stringato con cui l’autrice parla di come, da chi ,in che contesto storico e sociale sia nato l’oggetto e chi e come ne abbia fatto uso.
La mia scelta cade comunque sul testo di Chiara Alessi. Non c’è nostalgia in questo quanto piuttosto un certo rincrescimento per non aver prestato maggior considerazione e curiosità a quanto vedevo o utilizzavo ma soprattutto ho appezzato la – sorpresa - che l’autrice mi ha fatto provare nel ritrovare l’origine delle – Tante care cose -.

Elena Broglio

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Tante Care Cose, saggio dal titolo non banale, vuole chiaramente elogiare il Made in Italy, descrivendo un folto catalogo di oggetti che nel corso degli anni hanno innalzato il nome dell’Italia nel mondo, motivo di grande orgoglio.
Lettura consigliata per tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza di ciò che gli italiani hanno saputo progettare, creare e ideare con originalità, dando spazio all’idea di progresso.

Arianna Criscione

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Una deliziosa descrizione dei tesori dell’arte italiana. Le origine e la storia dei Musei Vaticani, Michelangelo, Leonardo, la loro vita e come hanno fatto nascere le loro opere universalmente apprezzate e ammirate da tutto il mondo prr secoli e secoli. La galleria dell’accademia di Venezia con Tiziano, i palazzi sul canale grande. Un grande libro perché scritto con semplicità e che ti affascina sin dalla prima pagina.

Franco Della Ducata

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Nasce in seguito all’iniziativa dell’autrice di pubblicare su Twitter, durante il primo lockdown di primavera 2020
Il libro raccoglie e amplia questo progetto, parlandoci di 74 "care cose", che possono spaziare dalla moka Bialetti ai tralicci per l’alta tensione.
Le spiegazioni sono relativamente brevi ma spiegano bene le idee dietro alla cosa trattata; si tratta di un libro comunque accessibilissimo anche a chi non è un designer.
Ogni cosa è accompagnata da uno o più illustrazioni che integrano bene quanto spiegato e permettono di richiamare alla memoria la cosa trattata.

Pina Pes

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Divertente e creativo carosello di storie sul design italiano.
Ironico, intrigante e con storie brevi e ben strutturate: un viaggio in cui non è importante l’inventore, bensì la storia dell’invenzione e il momento geniale che l’ha ispirata. Molto interessanti anche i riferimenti culturali ai movimenti artistici italiani.
L’unica pecca: le immagini dovrebbero essere all’inizio o alla fine della storia, non nel mezzo della lettura.

Mara Boifava

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agile, piacevole, pieno di curiosità. Belli i disegni

chiara marotta

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Passando dai brevi capitoli di "Design in pigiama" su Twitter, scritti nei mesi di lockdown, Chiara Alessi ha poi incanalato la propria esperienza sulle "cose" in questo libro. Un libro che parla di oggetti, appunto di "cose", e parla in fondo anche un po’ di noi.
La lettura è molto gradevole e la brevità dei vari capitoli rende il libro simile a un compendium di oggetti, un catalogo affascinante tramite cui scoprire sempre cose nuove.
Con ogni mini capitolo impreziosito da un bozzetto dedicato all’oggetto in questione, "Tante care cose" è un libro che dà particolare attenzione al design, così come a delle chicche, dei piccoli retroscena interessanti che ci dicono qualcosa in più (e soprattutto qualcosa di nascosto) riguardo agli oggetti che ci circondano e pensiamo di conoscere. Molti oggetti che per noi sono banali, in realtà nascondono delle storie che meritano di essere scoperte e raccontate. Perché è solo conoscendo queste storie che potremo conoscere qualcosa in più anche su di noi, che questi oggetti li viviamo tutti i giorni e li abbiamo, in passato, inventati.

Federica Depetro

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La scoperta e la forza di menti comuni e uniche. Percorrere il ’900 come esperienza di scoperta dell’ingegno che ha creato e reso unici oggetti che hanno accompagnato la mia adolescenza e che nel quotidiano non mi hanno mai abbandonato.
La capacità indiscussa della comunicazione attraverso le immagini. Oggetti che nella loro l’unicità hanno avuto la forza di diventare comuni.

Francesca Bedogni

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Tante care cose è un viaggio nel nostro paese in mezzo a tutte le cose che abbiamo sempre visto, sin da piccoli, dal telefono arancione nelle cabine telefoniche, al bacio perugina, al BiGrigio a casa della nonna.
In mezzo a brevi racconti e schizzi di design ci immergiamo in un’Italia che non è più nella realtà ma che ha trovato il design nella quotidianità dei ricordi, rimanendo per sempre un marchio.
Questo è un libro che tutti dovremmo leggere che ci coccola e fa rivivere dei momenti indimenticabili.

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Chiara Alessi in Tante care cose ci mostra il lato nascosto degli oggetti svelando, tra aneddoti e curiosità, il percorso che ha portato alla loro creazione. E tra un racconto e l’altro si arriva a scoprire che gli oggetti di design che più ammiriamo nascono molto spesso dalla ricerca della funzionalità e della semplicità d’uso per chi quell’oggetto avrà in mano.

Luigi Verducci

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Saggio interessante e di lettura molto scorrevole. Alcune descrizioni più interessanti di altre, ma nel complesso un buon libro.

Fabio Pasotto

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Circolo dei lettori 
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale” 
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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Il libro elica e descrive oggetti, invenzioni, che hanno avuto un impatto significativo nelle nostre abitudini. 

Salvatore Greco Spano’

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“Tante care cose” è un saggio breve che ci parla di cose che molti conoscono. Questa è un’opera che susciterà in alcuni nostalgia e in altri sicuramente noia. Molti giovani l’accoglieranno come una raccolta di vecchiume, cioè l’esposizione di un’epoca andata, come il vissuto dei genitori e dei nonni; chi c’è stato anche solo in parte dentro, invece, si renderà conto, anche se spesso con orgoglio verso chi le ha create queste tante care cose, che sono qui distribuite didascalicamente, commentate a volte senza le dovute comparazioni. Le contestualizzazioni che nella narrazione ci sono non sempre approfondiscono l’interessantissima storia sociologica culturale e di sviluppo della nostra nazione nel secondo dopoguerra. L’età del lettore farà la differenza nel giudizio di questo libro.  

Sergio Moretti

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Mille volte, almeno più volte al giorno ci imbattiamo in oggetti che sono talmente usuali da poterli considerare come sempre esistiti, come se dietro a ciascuno non ci fosse l’ingegno, la creatività dell’uomo. Ammiriamo la loro efficienza, la loro forma, la loro funzionalità ma la vita frenetica ci ha fatto solo intravedere quanto c’era dietro. Questo libro è un bellissimo primo approccio divulgativo per stuzzicare il nostro ingegno e guardare meglio questi oggetti che la vita quotidiana porta sulla nostra strada. Ce li fa meglio apprezzare e questo non è poco. Chi vorrà potrà poi approfondire questo argomento, c’è tanto di pubblicato.

Testa Mauro

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Questo è stato un simpatico libro di “scoperte”, usiamo tanti oggetti nella  nostra quotidianità che non ci chiediamo più nulla, sappiamo che esistono e basta, mi ha colpito la storia del Bacio Perugina, grande donna Luisa Spagnoli. Conoscere la storia di questi oggetti ci permette di riflettere su quante cose l’uomo ha scoperto, inventato in apparenza per “caso”, ma non è mai a caso che avvengono queste cose l’uomo sa immaginare e creare belle cose,  ce ne dovremmo ricordare di più tutti quando parliamo delle cose brutte che l’uomo riesce a fare.

Zenobi Lucia