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Dall’alto della mia totale incompetenza in materia di psicologia e psicanalisi, non mi sento in grado di esprimere giudizi "tecnici" sulle teorie esposte dall’autore.
Il medesimo trae spunto dall’attuale situazione esistenziale collegata alla snervante pandemia e, dopo aver esposto le sue teorie, suggerisce una nutritissima serie di esempi pratici, che lui stesso definisce "banali" e che ognuno di noi può adottare per uscire dal malessere psicologico di questo brutto momento.
Per questo l’ho trovato più attuale e più accessibile per un comune lettore qual io sono.
Alberto Cacciari - Bologna
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Esplicitamente teso a riflettere sugli esiti, individuali e collettivi, di un fatto oggettivo come il disagio post-pandemico, il testo di Turchi è una sapiente e capace altalena tra scienza e narrazione, tra collettivo e individuo, tra saggio e romanzo. Il punto di vista personale e lo stimolo autobiografico non indeboliscono, anzi avvalorano e motivano, l’approccio medico e filosofico che sta alla base delle suggestioni riportate. Le soluzioni, mai rivelate in sé ma raggiunte attraverso un approccio che sa di auto-costruzione e confidenza, appaiono al lettore a portata di mano, umane, non giudicanti. La competenza di un saggio esposta con la qualità di un romanzo.
Miriam Accardo
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Troppo difficile per chi ignora totalmente certi argomenti Risultano però interessanti le schede esplicative
Giustina Coda
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La dote di questo libro per cui l’ho prescelto e che rappresenta anche il suo limite per chi cercasse un maggior approfondimento è la semplicità e la chiarezza. Semplice e chiaro quando tratta sia argomenti in campo scientifico sia quando parla di temi filosofici. Importante a mio parere il concetto che non servono grossi traumi per abituare il cervello a reazioni esagerate, soprattutto ora che si parla tanto di stress post-traumatico a cui vengono fatti risalire molti disturbi psicologici.
Interessanti le parti sulla famiglia e la società e sul principio di comodità, in cui anche le persone diventano mezzi per soddisfare i nostri scopi.
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Ho molto apprezzato il percorso indicato dall’autore per ripartire dopo la pandemia: la riscoperta delle esperienze sensoriali semplici ma positive, definite “il banale che fa bene”, è la chiave per ritrovare la stabilità psichica necessaria per una nuova “normalità”.
Antonio Cattolico
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Bruttissimi entrambi, se devo scegliere voto Dalla via Emilia a San Pietroburgo, perchè non pretende di rivelare nessuna verità e mostra Kiev com’era prima della guerra con occhi neutri. Una perdita di tempo, comunque
Annamaria Gattulli
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i manuali mi impensieriscono: ecco fatto!
Guido Strino
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A me non è piaciuto perché io non amo i manuali di questo tipo. Certe tematiche preferisco affrontarle de visu con le persone/esperti..
antonella torres