< Tredici lune di  Alessandro Gazoia (Nottetempo)

Qui di seguito le recensioni di TrediciLune raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Romanzo molto bello e toccante, soprattutto per la sua frammentarietà. Il tema é sempre quello della chiusura decisa dal governo per il corona virus ma in questo romanzo viene analizzata nelle diverse sfaccettature: ci sono delle coppie come dei singoli che devono fare i conti con l’epidemia. Il valore aggiunto del libro é che sono presenti molte citazioni di filosofi o di esperti vari che portano quasi sempre a far riflettere il lettore su un ampio raggio. Quindi é un libro che fa riflettere e capire che al di là delle parole torto o ragione c’é sempre un campo in cui l’essere umano devo fermarsi e aspettare.

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“Tredici Lune” è l’espressione più intima dei pensieri di Ale. Ale è un editor, un uomo come altri che, a causa della pandemia, vede un forzato allontanamento della donna di cui è innamorato, Elsa. Pur immedesimandomi molto in questa relazione a distanza, dunque comprendendo appieno le difficoltà che il lockdown ha arrecato a tanti innamorati distanti, trovo incredibilmente difficile leggere un libro fatto di flussi di pensiero. Forse perché sono gli stessi pensieri che ci hanno tenuto compagnia e assillato per l’intera durata del lockdown e che tutti noi vogliamo cercare di lasciarci alle spalle per ricominciare le nostre vite!

Valentina Ferrero

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L’ho apprezzato di più rispetto al primo perché mi alle vicende del protagonista si alternano riflessioni più articolate, direi quasi esistenziali, su un tema che ci ha riguardato tutti e sul cui ci stiamo ancora interrogando. Ho sentito l’autore più vicino alla mia sensibilità personale, anche se non c’è stata una totale folgorazione come mi è capitato con altri libri,

Vorrei comparire solo con la sigla G. L.

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Non pensavo che leggere un libro ambientato nella pandemia che abbiamo appena superato potesse catturare la mia attenzione, ma lo stile e i riferimenti dell’autore lo hanno reso molto piacevole e divertente.

Elena P.

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Il personaggio principale, un editor di una cittadina del Nord Italia, ha avuto la sfortuna di conoscere la donna di cui è innamorato, una ghostwriter, appena prima dello scoppio della pandemia da Coronavirus. Lei abita in una città di un’altra regione, perciò i pochi incontri avuti prima delle chiusure imposte dal lockdown sono stati anche gli unici. Tutta la prima parte del romanzo ha come nucleo il tentativo del protagonista di trovare un nuovo equilibrio in un momento di crisi e di dissesto generale, dovuto alla pandemia. Non è detto che i protagonisti debbano esserti per forza simpatici e in particolare questo, per tutta la prima parte del romanzo, mi è sembrato piuttosto antipatico, proiettato solo su sé stesso, per nulla coraggioso, abbastanza opportunista, insicuro e narcisista. Per fortuna nella seconda parte il protagonista comincia a muoversi, anche perché le restrizioni diminuiscono, a fare delle scelte, ad agire a mettersi in gioco. Interessante è stato lo scoprire come opera un editor e un ghostwriter. Le ultime pagine sono sicuramente quelle che ho apprezzato di più. La scrittura è scorrevole, strato, talvolta, l’uso, o meglio, il non uso, delle virgole.

Erica Pasotti

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Ho scelto Manzini perché influenzato dalla passione per Camilleri di cui è l’allievo più importante.Inoltre sono appassionato della serie televisiva Rocco Schiavone e mi piace tanto l’interpretazione di Giallini. Il romanzo è avvincente e ben scritto,l’ho divorato in un giorno e mezzo

Oreste gabbanelli