< Troppa notte intorno a me di  Carlos Solito (Sperling)

Qui di seguito le recensioni di TroppaNotteIntornoAMe raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Il libro - almeno per me - si è sviluppato in 3 fasi, e insieme a queste fasi anche la mia opinione. Inizia come un turbinio di pensieri, un monologo complicato e difficile da seguire che mi ha annoiato, esplode poi nella confessione della tragedia del figlio (ho pianto, ho sentito il dolore del narratore) per poi concentrarsi per più di metà libro nella vita in montagna e specialmente nella speleologia. Tutte le descrizioni di questo tipo sono estremamente tecniche e per me impossibili da comprendere. I dialoghi in generale, soprattutto gli scambi con Virgilio, sono troppo permeati di erudizione forzata, mi è sembrato che l’autore volesse far sfoggio delle due conoscenze.
Il libro non mi è piaciuto, la storia in sé forse sì. Ciò che mi ha lasciato è però una gran voglia di visitare la zona dell’Irpinia, di cui non ero a conoscenza.

Michela Mascitti

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Il libro che sicuramente ho preferito tra i due è "Troppa notte intorno a me" di Carlos Solito. Di questo libro mi è piaciuto molto come lo scrittore abbia fatto una sorta di rivisitazione della "Divina Commedia" in chiave assolutamente moderna. Capisco bene che ciò che ho scritto appena sopra per molti possa essere un’eresia, perché risulta sempre molto rischioso cercare di fare dei riferimenti a classici senza tempo, in quanto considerati intoccabili. Anche io ero molto scettica, da buona classicista, per come mi era stato presentato il libro e per di più, a primo impatto, avevo riscontrato una narrazione disordinata e molto lenta. Tuttavia, appena si entra nel vivo della storia, si riesce a percepirne la profonda drammaticità, dovuta alla perdita del figlio da parte di Dante, il protagonista, e si riesce ad apprezzare anche moltissimo i riferimenti più colti ad opere classiche, mescolati bene nella narrazione, e soprattutto i riferimenti geologici e la passione per la speleologia dell’autore. Infatti ciò che si inizia, una volta aperto il libro, è un vero e proprio viaggio nelle viscere della terra, dove il lettore assieme al protagonista viene purificato dalla bellezza donataci dalla natura. Alla fine di questo viaggio il protagonista, insieme alla sua guida Virgilio, ne esce completamente rinato.

Elena Piovan

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Si chiama Dante, ha 35 anni, ma non fa il poeta, fa l’illustratore. E non è coronato di alloro, ma di spine, perché vive il lutto più atroce, la perdita di un figlio bambino. È tornato da Milano, dove si era trasferito e dove è morto il figlio, alla nativa Irpinia, alla famiglia di origine, ai personaggi di paese, a quella terra aspra fatta di caverne e selve oscure. E come il sommo poeta, anche lui trova il suo Virgilio che lo guida verso una ritrovata capacità di affrontare la vita.
Il libro gronda didascalismo e cliché. Però Solito sa come usare le parole, il suo stile cattura fin dalle prime righe e la lettura scorre piacevole fino alla fine.

Mariarita Montevecchi

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Leggendo le prime pagine ho avuto subito l’impressione di incontrare dei personaggi di altri tempi, non contemporanei, dipinti come folletti impazziti e saltellanti da un angolo all’altro del capitolo. Poi la storia ha preso forma e mi sono trovata di fronte ad un personaggio inaspettato: un uomo solo di fronte ad un dolore lancinante, a un senso di colpa devastante. Ho seguito incuriosita il filo dei suoi pensieri, mi sono sentita sull’orlo del baratro vicino a lui, tentando di fermare il dolore nella mia testa che era anche la sua. Ho trovato difficoltà nel seguire il filo del racconto delle varie imprese speleologiche, mondo totalmente lontano dal mio. Mi sono persa anche io su quella montagna, in quelle gole profonde, ho sentito la neve scricchiolare sotto i miei piedi, silenziosa oppure così "urlante" in questa storia. Il confronto tra i due uomini sorprende a tratti, saltellando tra imprese degne di prime pagine sui quotidiani a momenti di inaspettata profondità emotiva, troppo spesso celata poichè ritenuta pericolosa e poco maschile.

Anna Maria Conti

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Il buio in cui piomba il protagonista, Dante, a causa della morte del figlio, lo porta a non avere più punti di riferimento e lo costringe a fare i conti con se stesso. Sarà l’incontro salvifico con lo speleologo, Virgilio, ad accompagnarlo in un viaggio di rinascita che lo porterà a riemergere dopo aver fatto l’esperienza del buio, del silenzio e del mistero nel grembo della terra, nelle grotte. Così come l’acqua percorre le viscere della terra per poi sgorgare alla luce, così anche Dante tornerà alla vita.