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Romanzo che ti prende da subito, autentico ed emotivo. L’intreccio tra gli elementi rende la narrazione ben legata e coerente. L’unica nota negativa sta nei personaggi che sono fin troppo caratterizzati, tanto che talvolta ci si aspetta una loro polarizzazione ma questo non avviene mai, rimangono per tutto il romanzo molto fedeli alla loro identità.
Luca Verzulli
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Mi è piaciuto molto. l’autrice ha descritto molto bene i personaggi femminili Alma, Leyla, Dafne e Sveva e anche il dolcissimo nonno Manù.E’ facile ritrovare qualcosa di se in ognuno di loro
La scrittura fluida mi ha catturato e commosso e l’ho letto in un fiato.
lorella maurizi
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La scrittura è troppo paratattica e mi sono trovata a fare troppe pause e non gustarmi la lettura. Ho trovato interessanti le descrizioni ma la storia non mi ha coinvolto.
Chiara Contri
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Una scrittura felice non riscatta, a mio parere, una trama che ho percepito sbilanciata a favore della descrizione di personaggi interessanti ma forzatamente presentati come straordinari, in senso positivo o del tutto negativo. Ho percepito sullo sfondo un riecheggiare delle protagoniste della “Casa degli spiriti” di Isabel Allende, ma prive del contesto della dimensione narrativa di quel romanzo. La voce narrante funge forse da punto di equilibrio tra le figure comprimarie, ma non riesce a risolvere il libro.
Elisabetta Bondioni
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Giuliana Lombardi
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Da sempre Carola Carulli si occupa di libri e di telegiornali, di musica e di cultura e questa sua esperienza sul campo anima e riempie di vita vissuta tutti i suoi personaggi. Infatti in tutti i personaggi vive qualcosa dell’autrice.
È un libro di donne per le donne, dove però i personaggi maschili – nonno Emanuele, Tommaso, il padre impossibile di zia Alma - giocano un ruolo fondamentale nel cammino emotivo, sentimentale, psicologico delle donne di cui incrociamo il destino.
Tutto il bene e tutto il male è quanto riceviamo dalla famiglia. A volte non ce ne accorgiamo, spesso è soprattutto il male a entrare dirompente nella nostra vita. Così succede a Sveva, voce narrante, che manca di coraggio di fronte alla madre. Il coraggio di affermarsi e di essere se stessi e quindi si rifugia nell’ abbraccio di zia Alma.
“Manda a farsi fottere la paura, la tua insicurezza, guardala e sputale in faccia se necessario… Chi ti ama resterà comunque “. È questo il messaggio della Carulli, che con una scrittura incisiva e fluida ci invita a mettere ordine in noi stessi, ricercando il bene, ma accettando anche il male che inevitabilmente la vita ci riserva.
Cristina Patuzzi
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E’ una invenzione innovativa parlare di una famiglia in cui i membri si alternano nell’amarsi e nel detestarsi ? Non mi sembra che queste pagine aiutino a far luce su questo normale modo di essere famiglia. Quando affronto un libro di un autore che non conosco, è mia abitudine dargli credito. Se trovo i primi capitoli poco interessanti, procedo con la fiducia di trovare pagine migliori. Ma questa volta ho continuato con grande fatica per giungere alla fine.
Testa Mauro
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Una figlia cresciuta con molta apparenza e pochi valori, che si rifugia tra le ali protettive di una zia da sempre ribelle. Ma la vita rovescia e reinventa come sempre. Romanzo dalla trama ordinaria e dallo stile narrativo che non ho apprezzato. La lettura è stata faticosa, priva di empatia nei confronti dei protagonisti. Una famiglia come tante altre, una storia uguale a mille altre e che non lascia il segno.
Silvagni Cinzia
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Storia un po’ magica di Alma raccontata dalla nipote Sveva, dell’amore che nel loro caso cura le ferite e fa crescere. Molte pagine sono commoventi e ben scritte, altre un po’ scontate, come già lette altrove. Nell’insieme un romanzo piacevole.
Silvia Lombardi
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Un uomo passeggia in un parco assorto nei suoi pensieri. Un altro uomo giace riverso su una panchina dello stesso parco.
Scena già vista, viene da pensare, soprattutto se l’uomo che passeggia è il commissario Soneri.
Ma l’uomo sulla panchina non è morto, anzi è proprio lì in attesa, pronto a parlare. A costituirsi. Perché questa volta Soneri si trova di fronte un assassino, un reo confesso, che gli pone sul piatto d’argento confessione, nome della vittima, arma e movente.
Ma Soneri non si ferma alle apparenze e sembra non essere convinto di questa colpevolezza.
Inizia così un viaggio tra i misteri, i silenzi, l’inganno celati nei quartieri di Parma.
Daniela Merola