< Tutto il cielo che serve di  Franco Faggianio (Fazi)

Qui di seguito le recensioni di TuttoIlCieloCheTiServe raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Trama piuttosto avvincente e tematiche importanti tra natura, condizione femminile e società (italiana), se non fosse per il modo di raccontarli un poco artefatto che è, forse, la chiave dello stile di Faggiani.

giulia villabruna

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Non sono riuscita a leggerlo tutto, perché l’ho trovato un po’ noioso. La storia di una donna, che non sa (mai) di essere la donna dei sogni e che non sa (mai) quanto il mondo che la circonda la ammiri e la desideri.
Il tutto riempito con un po’ troppi manierismi (ante- o post-posizione di aggettivi; tanti aggettivi; parole ricercate un po’ decontestualizzate, che diventano forzate).
Forse è la noia dei soggetti e delle storie che non cambiano ad ingannare: fatto sta che questo libro non lo avrei finito, né iniziato.

Stefania Fiamingo

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Circolo dei lettori
di Milano 3 “La banda del book”
coordinato da Moira Maggi
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Anche se non avete mai provato l’effetto che fa "sentire" una scossa di terremoto dalla forza devastante, le vicende narrate in questa storia vi coinvolgeranno. L ’autore descrive con sensibilità lo smarrimento e l’impotenza dei sopravvissuti tra le macerie del sisma che colpì l’Italia centrale nell’agosto e ottobre del 2016. Un senso di apatia e prostrazione mentale accompagna le persone davanti alla distruzione e alla morte di chi, fino a pochi minuti prima, era accanto a loro. Si capisce quanto sia importante, per resistere, recuperare semplici oggetti, come le foto, perché il passato non scompaia dalla memoria, oppure occuparsi degli animali spaventati nelle stalle pericolanti. Può sembrare assurdo perdere la vita o restare mutilati per salvare un po’ di denaro e qualche monile, ma accade.
 Su questo desolato paesaggio, colpevolmente abbandonato nel passato per incuria o superficialità, spiccano per merito le figure dei soccorritori, sanitari, Protezione civile e la protagonista, Francesca, una geologa ed ufficiale dei Vigili del fuoco, ostaggio del pregiudizio in un mondo prevalentemente maschile, con i suoi cani così preziosi per la ricerca dei corpi. Emerge un mondo di personaggi coraggiosi, ma profondamente umani che sanno infondere calma, fiducia e speranza, laddove tutto sembra che sia irrimediabilmente perduto.

Silvana Paolillo

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La notte del 24 agosto 2016 violente scosse di terremoto distruggono Amatrice e i piccoli centri limitrofi. Francesca Capodiferro, geologa e caposquadra dei Vigili del Fuoco, si trova sul posto in compagnia dei suoi due cani da ricerca e questo le permette di essere tra i primi soccorritori. L’emergenza mette a dura prova le emozioni di Francesca e le relazioni con i componenti della sua squadra. Non è facile per una giovane donna farsi valere in un ambiente quasi esclusivamente maschile, ma non c’è spazio per l’orgoglio e Francesca, donna coraggiosa e indipendente, riesce a farsi strada in un mondo di uomini affidandosi al proprio istinto. Grazie alla sua forza d’animo e alla sua ostinazione intraprende un viaggio in solitaria tra i monti della Laga alla ricerca di dispersi e sopravvissuti alla tragedia.
Faggiani ricostruisce la frenesia delle ricerche, facendoci sentire la tensione e la corsa contro il tempo, perché la rapidità e la precisione di intervento sono fondamentali per salvare quante più vite possibili. In contrapposizione, percepiamo la calma e la crudeltà della natura. Nella sua sfrontata bellezza è lei la vera protagonista, mostrandosi sorda e cieca, se non indifferente, nei confronti delle vicende umane.
Il romanzo vuole essere un omaggio ai Vigili del Fuoco, eroi in divisa che hanno salvato tante vite. Ho trovato meravigliose le descrizioni del paesaggio, piene di luce e aria, e in qualche modo ci restituiscono un senso di pace, nonostante la tragedia di cui sono palcoscenico.

Cristina Casanova

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È un libro pieno di emozioni che riesce, con la fluidita’ di una scrittura semplice a tratti poetica, a tratti cruda, a coinvolgere pienamente il lettore.
Nato con l’intento certamente da parte dell’autore di ringraziare l’operato dei vigili del fuoco, ha come protagonista vera la natura con tutte le sue bellezze e le sue contraddizioni e non, come fin dalle prime pagine sembrerebbe, Francesca, la donna decisa e intraprendente che guida una squadra di vigili del fuoco nel territorio intorno ad Amatrice durante il terremoto dell’agosto del 2016.
L’autore pare voglia accontentare varie tipologie di lettore: quello che ama le storie d’amore, quello che ama le storie di conflitti e di contrasti, sia quello che ama la cronaca un po’ romanzata.
Qualche dialogo rasenta la banalita’ e forse lo si poteva evitare, molto ben scritte invece le pagine dove le sensazioni e i sentimenti di Francesca la fanno da padroni ma soprattutto molto coinvolgenti le descrizioni della natura e del territorio.

Sabrina Manzo

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Faggiani da subito punta tutto sulla protagonista femminile, sulla sua prestanza e versatilità sia fisica che
intellettuale. Francesca è determinata, volitiva e, pur lasciando intravvedere delle note di debolezza e
insicurezza, riesce in tutto ciò che fa. Sebbene abbia tutte le caratteristiche per essere un personaggio
interessante è, talvolta, un po’ scontato e prevedibile in quel suo appartenere a un ambiente che rifiuta,
dedicandosi anima e corpo a un lavoro e a cause più nobili.
L’autore punta molto anche sull’ambientazione. Descrive luoghi italiani bellissimi anche se non così noti,
almeno fino a quando questa notorietà non arriva tristemente con il terremoto del 2016. Luoghi
profondamente feriti dalla forza della natura, l’altro protagonista. La natura e la sua comunione con gli esseri
viventi, la natura amica ma anche nemica, che sembra “vendicarsi per antichi torti subiti”. Ed ecco che il
terremoto, con tutta la sua forza distruttrice, fornisce a questo romanzo il tragico background.
Tuttavia, la tragicità viene spesso banalmente presentata come una cronaca, un resoconto delle operazioni
di soccorso, dei morti, dei salvati, delle case crollate e pericolanti. Sono rari i momenti in cui, forse a causa di
una scrittura, appunto, spesso cronachistica, vengono comunicate le grandi emozioni che ci si aspetterebbe
da un tale argomento, ancora così presente e che ha ferito, direttamente o indirettamente, tutti. Sembra
quasi un lavoro su commissione, per raccontare questa tragedia e per celebrare il corpo dei Vigili del Fuoco,
cosa peraltro confermata dall’autore stesso nei ringraziamenti. Tutto ciò, e l’epilogo rosa, contribuiscono a
smorzare la forza potenziale di questo romanzo.

Maria Grazia Giovannini