* * *
Vanessa Ambrosecchio trasmette con grande empatia tutto quello che insegnanti e studenti hanno vissuto nello straniante periodo della DAD. Le sue riflessioni sono quelle della maggior parte dei docenti in quel periodo. La solitudine, l’impotenza, la difficoltà a raggiungersi vicendevolmente, ma poi la resilienza, la speranza di continuare a essere scuola. Tutti gli attori in
contemporanea sono riusciti a imparare qualcosa
di nuovo.
antonella barbaro
* * *
Esperienze di una professoressa durante il periodo in cui la scuola ha necessariamente dovuto riorganizzarsi, in qualche modo. Intelligente e interessante per me che lavoro in altro campo
Jessica Crosato
* * *
Uno spaccato tragicomico della difficoltà che vive la scuola in tempo di covid e in particolare la scuola media che, nonostante interessi una fascia d’età particolarmente delicata e di svolta nel processo di formazione delle nuove generazioni, continua ad essere l’anello debole del sistema scolastico italiano. Il libro pur con straordinaria leggerezza ed espressività ricostruisce le difficoltà e le paure di una generazione che mostrerà i segni evidenti di ciò che ha subito a lungo per i prossimi anni.
Maurizio Malaspina
* * *
In “Tutto un rimbalzare di neuroni” Vanessa Ambrosecchio ripercorre le vicende del primo periodo in DAD passato da una classe di terza media nella primavera-estate del 2020. La classe, per quanto fittizia, è estremamente realistica, e i “tipi” di studenti qui descritti non diventano mai delle macchiette, ma sono animati e resi veri dalla chiara conoscenza diretta che l’autrice ha delle dinamiche di classe e della vita di preadolescenti e adolescenti. Dal rimbalzare di neuroni della 3H nasce un racconto toccante non solo sulle difficoltà della DAD, ma sulle difficoltà della vita che ci si trova ad affrontare già durante la scuola media, sulla difficoltà di crescere e di vivere quella fase in cui non si è né bambini né adulti, costantemente alla ricerca di se stessi in una frustrante sfida interna e con il mondo. Ambrosecchio scrive e descrive con amore questi ragazzi e quelle che lei stessa in una nota definisce “le difficoltà della didattica a distanza, così come le fatiche, gli errori, le disfunzioni e le conquiste della scuola in presenza”. Questo è un libro fondamentale, non solo per chi ha figli in età scolare o si occupa di scuola per lavoro, ai quali questo breve saggio di Ambrosecchio può fornire preziose riflessioni e consigli. Si tratta invece di un’opera che può aiutare a capire quale sarà il mondo di domani, il mondo plasmato da questi ragazzini che sono stati travolti dalla pandemia e dalla DAD. Forse non è questo l’obiettivo principale del saggio, ma di certo il lavoro di Ambrosecchio offre numerosi spunti anche a questo riguardo.
Giulia Nicolini
* * *
Il primo libro di Vanessa Ambrosecchio dal titolo “Tutto un rimbalzare di neuroni” non mi è sembrato un vero e proprio saggio ma una via di mezzo fra “io speriamo che me la cavo” e “L’appello” di D’Avenia. All’inizio non mi è piaciuto l’approccio dalla parte del professore (pare sia stato quello che ha dovuto lavorare maggiormente per la DAD). Io su questo aspetto ho una visione differente, sarà perché l’ho vissuta dall’altra parte della barricata in qualità di padre di un ragazzo che affrontava la prima liceo e di uno che doveva sostenere l’esame di maturità.
Successivamente ha preso una piega differente facendo parlare i ragazzi con le loro ansie e le loro preoccupazioni, per poi tornare alla figura dell’insegnate che “fa cose” come ad esempio coltivare le piantine in cortile o portare i ragazzi alla giornata contro le mafie.
In conclusione posso dire che il testo non è da considerare un saggio ma un racconto del periodo della DAD visto dagli occhi di un professore.
Ma mi è piaciuto? L’ho letto tutto (avevo un compito da svolgere) ma non posso dire che mi sia piaciuto. Lo consiglierei? Non me la sento proprio. Voto 3
Diego Marchesini
* * *
in questo libro si parla della pandemia , del lockdown e del ritorno alla "vita normale" attraverso gli occhi (davanti allo schermo della dad) di un’insegnante, o meglio di una "pro". la descrizione dei suoi studenti e delle varie dinamiche capitatele è molto interessante e coinvolgente innanzitutto perché sincera. attraverso questo libro ci si avvicina di più al mondo degli insegnanti, a quello che affrontano ogni giorno e potrebbe essere utile alle altre parti in causa, ovvero studenti e genitori.
valentina barba
* * *
Anche per chi è ormai lontano dalle aule, questo libro rappresenta un tuffo nel passato, riportando alla luce le emozioni di un tempo. Il tutto è arricchito dalle nuove esperienzie, belle o brutte che siano state, degli ultimi due anni di pandemia e della rivoluzione della DAD.
Claudia Foglieni
* * *
La Dad, il covid ed il mondo della scuola sono i protagonisti di questo libro di Vanessa Ambrosecchio, che con delicatezza ci fa entrare nelle vite dei suoi alunni, costretti ad impare al di là di una videocamera.
Ci racconta gli ultimi mesi di una terza media, che sarebbe stata come tante, ma che storicamente invece è unica, in una Palermo chiusa a casa, dove il cielo, il mare e gli incontri son stati accantonati, dove dei quasi adolescenti combattono come super ereoi per riuscire a finire l’anno, senza perdersi in connessioni a singhiozzo, beghe famigliari, difficoltà di apprendimento che paiono diventare insormontabili al di là di una videocamera.
La Pro dal canto suo fa un grande lavoro umano nel descrivere le peculiarità di ciascun alunno, attraverso flash back a sottolineare l’anormalità della Dad e la malinconia nei confronti di un passato che si spera ritorni.
* * *
Una "pro" racconta con ironia ed autoironia la didattica a distanza: " Ministro, mi si sono ristretti gli alunni [...] Me li hanno compattati, me li hanno zippati ciascuno in un file". E ancora "“Vagano le loro voci nel buio del web come satelliti che abbiano smarrito l’orbita, come un sistema solare in cui la forza centripeta sia vicina a spegnersi e i pianeti prendano il largo in un fluido che si fa gas.
Ecco, all’inizio della Dad la scuola da solida si è fatta liquida. Adesso siamo prossimi all’evaporazione.”
Bella scrittura, facile lettura. Tra le righe l’amore per il mestiere di insegnare e per i ragazzi. La scuola un’istituzione che ha bisogno di uno spazio per contenere non solo aule e libri ma anche umori e odori. Unica critica, il testo a forma di diario si è ristretto avrebbe potuto approfondire argomenti solo toccati e non trattati.
Maura Cadei
* * *
Lettura piacevole, intrigante e coinvolgente.
* * *
È un racconto, quasi un diario di due anni di DAD, didattica a distanza, scritto con ironia e leggerezza da un’insegnante appassionata del suo lavoro. Si legge con piacere e ci fa comprendere come la dad non è stata "scuola" e che la scuola non può essere ridotta a quadratini sullo schermo di un computer. Forse un libro scritto fuori tempo perche la scuola è tornata, con tutti i suoi problemi, ma anche con tutta la sua realtà.
Luisa Morizio