< Ultimo parallelo di  Filippo Tuena (IlSaggiatore)

Qui di seguito le recensioni di UltimoParallelo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un resoconto romanzato della spedizione del 1911/1912 per la conquista del polo sud di Robert Falcon Scott. Attraverso gli occhi di una figura che accompagna gli uomini del Pole Party, assistiamo alla tragica quotidianità di una missione sfortunata. La narrazione è poetica e, per quanto accurata, si sofferma maggiormente sui sentimenti che hanno animato la squadra piuttosto che sull’approfondimento tecnico/scientifico della spedizione. Coinvolgente, a tratti ripetitivo.

Grazia Piccininno

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Il libro ha un suo fascino legato alla tragedia degli esploratori inglesi che non riuscirono a raggiungere il polo sud. La scelta di usare diversi punti di vista per descrivere i fatti è sicuramente interessante. In particolare la presenza di questo terzo uomo che in qualche maniera partecipa del dramma e ne conosce già l’esito finale è intrigante ed evanescente allo stesso tempo. Anche l’idea di scrivere alcune parti a mo’ di poesia con continui capoversi mi è piaciuta.

Sergio Merlo

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Si incarica di essere la voce narrante del libro il cosiddetto "Uomo in più",quello che molti esploratori riferiscono di aver percepito come entità onirica durante le loro allucinate spedizioni, che aleggia impalpabile accanto a loro e segue le loro mosse.E’ quella del capitano Scott e dei suoi uomini una angosciante e assurda spedizione alla conquista del Polo Sud in feroce antagonismo con la spedizione del norvegese Amundsen.La missione di Scott è fin dall’inizio votata al fallimento:scarsa preparazione,utilizzo di mezzi e animali del tutto inadatti al massacrante percorso su neve e ghiaccio(slitte a motore presto fuori uso e i poveri cavallini pony della Manciuria)a differenza dei norvegesi(in loro uso i ben più veloci cani husky da sllitta);Ben presto la situazione si aggrava,gli esploratori sono costretti ad abbattere tutti i cavallini per darli in pasto ai cani e a sè stessi,le condizioni fisiche degli uomini peggiorano di giorno in giorno,il percorso lungo l’infinita superficie ghiacciata è allucinante,il paesaggio immutabile non offre riposo o tregua,gli animi si spengono a poco a poco.Gli uomini tentano di aggrapparsi a un filo di speranza leggendo libri di letteratura inglese(ma anche Dante) per tenersi ancora legati ai ricordi strazianti della Madrepatria,ma la solitudine e la desolazione dell’inospitale Antartide dominano su tutto.La narrazione trasmette alla perfezione l’angoscia degli uomini intabarrati in indumenti del tutto inadeguati,angoscia pure per il lettore che rimane inchiodato alla pagina:Dopo mesi di brutale marcia la beffa:la spedizione di Scott è stata preceduta da quella norvegese.Il triste ritorno al campo-base è funestato da pessime condizioni meteo,condizioni fisiche degli uomini incompatibili con la sopravvivenza ed errori nell’orientamento.Mesi dopo saranno tre gli esploratori trovati cadavere in una tenda non lontana da quella dei viveri.Il capitano Scott è tra questi.Straziante la fine di uno degli sventurati(Oates):mani e piedi congelati,ormai morente,consapevole di essere ormai un peso per i compagni,esce dalla tenda dicendo:"Esco fuori,penso che non tornerò per un pò di tempo".La morsa dei tragici eventi è resa in maniera magistrale da Tueba,lo stile è limpido e raffinato,ricco anche di implicazioni psicologiche sui personaggi,la narrazione assolutamente avvincente.Solo il finale,tristissimo,ho trovato un pò arzigogolato e prolisso,laddove la tragedia si è ormai compiuta e non necessità più di tante parole.

Paolo Altea

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“Ultimo parallelo” racconta la spedizione inglese al Polo Sud “Terra Nova” , utilizzando uno stile ibrido, tra romanzo d’avventura e saggio storico. grazie all’espediente del narratore “misterioso” - forse il fantasma di un esploratore del passato - che accompagna i protagonisti nel loro viaggio sfortunato. Come in un saggio storico, il testo è accompagnato dalle bellissime, drammatiche fotografie della spedizione. L’insieme risulta tuttavia un pò artificioso e intellettualistico. Troppo lunga inoltre la prefazione sulla genesi del libro, che può scoraggiare il lettore meno motivato dall’affrontare il testo.

Renata Abicca

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Il saggio di Tuena è sicuramente interessante e assai ben scritto, bella la storia dell’esploratore che arriva "secondo"; da tifoso del Torino ho sempre avuto una certa predilezione per il "looser" e sicuramente in un altro contesto si sarebbe aggiudicato il mio voto. Purtroppo però a conti fatti è da preferirisi il saggio di Martini anche perchè tra i due il compito più difficile, ovvero rendere avvincente la politica, era quello di Martini.

Carlo Turco

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Altra grande sfida impossibile di inizio secolo e infatti finita tragicamente; nella prima parte piuttosto pesante la presentazione dell’ impresa di Scott e anche la spiegazione di come lo scrittore ha deciso di trattare la questione; proseguendo però nella lettura si rimane intrappolati nel fascino di questa impresa condotta in ambienti di "immobilità sgomenta", commentata in modo a tratti onirico e con l’aiuto di una non ben chiara (forse Antartide...?) entità che segue i personaggi in tutto il loro tragico viaggio.

Raimonda Frova

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“Ultimo parallelo” di Filippo Tuena è un libro edito o meglio riedito dal Saggiatore nel 2013. È l’autore stesso infatti che nell’introduzione afferma di tentare di dare una seconda chance a questo testo pubblicato nel 2007 da Rizzoli ma presto dimenticato.
Molto probabilmente ciò è dovuto alla natura totalmente irregolare del libro il cui filo di Arianna dovrebbe essere rappresentato dal racconto della spedizione di Robert Falcon Scott verso il Polo Sud nel 1912. Tuttavia la lettura risulta faticosa a causa dei repentini cambi di tono, registro e stile che alla fine rendono il libro ripetitivo nel sua discontinuità.

Sara Di Giovanni