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Attraverso una scrittura leggera, chiara, delicata, ma che stimola riflessioni molto profonde, l’autrice di questo romanzo narra una storia di vita: la protagonista, Livia, è una donna coraggiosa che non ha paura di lasciare la sua vita troppo ordinaria, dalla quale si sente oppressa, per poter vivere appieno senza rimpianti, sentendosi libera e felice. Costretta ad affrontare tematiche importanti in prima persona, come la violenza sulle donne, purtroppo ancora molto attuale, o gli scontri familiari, Livia è un vero modello d’esistenza per ogni lettore. L’autrice è stata in grado di costruire un romanzo magnifico: dopo la lettura tutti si sentiranno spronati a vivere ogni singolo attimo in modo pieno, credendo nelle proprie convinzioni, cercando di realizzare ogni singolo cambiamento desiderato, ma soprattutto sentendosi artigiani della propria vita.
Matilde Elisa Sala
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Il racconto mi pare decisamente debole. Anche dal punto di vista del linguaggio è deludente. Non regge il confronto con il pur non irresistibile "A fuoco lento".
Michele Simoni
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Amore e speranza si intrecciano come ghirlande di fiori coltivati con tanta passione da generazioni di donne e nutriti dalla loro essenza.
Libro di solidarietà e comunicazione femminile, una finestra sul mare della felicità possibile che supera la violenza con una fucilata ed una risata.
Teresa Pintori
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Cosa spinga un organismo pluricellulare a sostenere lo sforzo immane di scrivere, e per giunta un libro, pochi lo sanno. Cosa spinga una casa editrice a pubblicarlo, resta un mistero.
Se Calvino sentì il bisogno di scrivere "perché leggere i classici" un motivo ci sarà stato. La prosa risulta inopportunamente pomposa, ripetitiva,
sporca di refusi. Forse anche l’editor si era stufato dopo la quarantesima pagina...
francesca tricca
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Avere una vita ordinaria a Livia non è mai interessato, tanto meno interpretare sempre lo stesso ruolo, di madre e moglie, ogni giorno. Per questo non ha paura di abbandonare la quotidianità in cui si sente intrappolata, lasciando il marito Tiziano e il figlio Alessio, per ricominciare da capo, rifugiandosi nella vecchia casa di sua nonna, in un piccolo paese dell’entroterra ligure. Proprio lì si snoderà la sua nuova vita, tra sguardi invadenti, giudizi indiscreti, incontri speciali e scoperte dolorose. Tra le pagine di Una brancò di mandorle, prende forma la storia di una donna che non ha paura di lasciare, ma anche lasciarsi, andare, pur di sentirsi felice, libera e pur di inseguire le proprie convinzioni. Livia è un modello nel quale ognuno di noi potrebbe rispecchiarsi: tra tematiche importanti, come la violenza sulle donne, e numerose vicende, l’autrice invita ogni singolo lettore ad essere artefice di ogni cambiamento e padrone della propria vita.
Massimiliano Falcone
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Scrittura scorrevole e accattivante, sentimentale, con la giusta dose di suspense e intrigante.
Paola Pagliari
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Il primo libro mi ha lasciato esterrefatta per quanto è banale, mal scritto, popolato di personaggi assolutamente standardizzati e stereotipati degni dei peggiori romanzi rosa, dai contenuti di in una pochezza che non avrei mai creduto potessero neanche far parte di un torneo così prestigioso.
Cristina Leoni