< Una giornata di nebbia a Milano di  Enrico Vanzina (HarperAndCollins)

Qui di seguito le recensioni di UnaGiornataDiNebbiaAMilano raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

* * *

 

Un libro ammiccante, scritto da un autore che conosce perfettamente i gusti del pubblico cui si rivolge da decine di anni. La trama del giallo è sostenuta da una scrittura scorrevole che mescola con disinvoltura l’alto e il basso in un intreccio di citazioni che spazia da Montale al terrunciello di Abatantuono. Un libro forse scritto già pensando alla trasposizione cinematografica.

Fabrizio Mancuso

* * *

 

Ho trovato il romanzo molto poco originale. Il topos della nebbia è trito e ritrito. Il registro linguistico è estremamente colloquiale.

Francesco Velardita

* * *

 

Enrico Vanzina, in "Una giornata di nebbia a Milano", ci suggerisce di domandarci perché un dato scrittore abbia deciso di scrivere in quel modo, e non in un altro, il suo romanzo. Questa domanda è più che mai legittima, in questo specifico caso. Perché Vanzina ha scritto "Una giornata di nebbia a Milano" e non "Il nome della rosa" o "Il mastino dei Baskerville " (anche se l’elenco potrebbe essere infinitamente ricco), ai quali si ispira per l’utilizzo evidente del ragionamento abduttivo? Il romanzo sembra una prova di cultura, impastato com’è di citazioni e allusioni a tutti i grandi della letteratura; il fatto è che di fronte a una tale congerie di riferimenti illustri, il rimpianto è l’unico pensiero che occupa la mente: perché non si è scelto di leggere uno tra quegli stessi capolavori citati da Vanzina, invece di quello dello sceneggiatore? Lo scrittore rincara la dose e si mette a convocare anche personaggi del cinema e musicisti. La trama, in queste condizioni, soffre terribilmente il confronto e certo non è aiutata dal fatto che l’autore metta in scena una storia che si aggrappa fortemente a tutta una serie di cliché del genere giallo e non solo. Leggiamo nel testo "il vero scrittore non può scrivere altro che quello che scrive", purtroppo, nel caso di Vanzina.

Andrea Peressini

* * *

 

Sarà che ho perso il mio papa’, non in maniera cosi cruenta ,ma in maniera imporvvisa che sono stata colpita sin dalle prime righe dal questo giallo, dove c’è un sentimetalismo nascosto dalla nebbia che copre Milano e non solo.
Copre il senso di smarrimento il dolore e l’incredulità di avere dentro un dubbio...agoscioso dubbio su chi abbia commesso l’omicio.
La ricerca della verità ed una lettera che apre le porte ad un mondo nuovo.

Marianna Cesta

* * *

 

Non mi piace il genere. Non sono stata catturata.

Rosendipity