< Una zanzara nell’orecchio di  Andrea Ferraris (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di UnaZanzaraNellOrecchio raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Graphic novel di forte impatto: la storia di un’adozione compiutasi volando in India è in questi giorni carichi di tensione, violenza ed odio, una speranza per il futuro. Ho letteralmente divorato questo libro!

Roberta Piarulli

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La graphic novel di Andrea Ferraris è un’estratto di vita, un piccolo episodio della sua esistenza da condividere con il mondo. Un vero atto di coraggio, ma anche di testimonianza di una realtà che, purtroppo, è concreta. Il desiderio di diventare genitori, di creare un’estensione del proprio essere e l’impossibilità fisica di poterlo compiere; il calvario dell’adozione e poi finalmente la gioia di aver dato futuro ad un altro essere vivente. Ferraris racconta la vicenda con estrema leggerezza e naturalezza, complice anche la forma di comunicazione: immagini che valgono più di mille parole.

Tiziana Casalino

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Il tono della narrazione e i disegni della graphic si adattano, ci trascinano dalle risa alla commozione. È una storia “felice” di adozione racchiusa in 128 pagine. Un tema oggi più che mai attuale raccontato in modo delicato e nello stesso tempo ironico. Questa zanzara che rappresenta le prime difficoltà di comunicazione tra i genitori e il bambino. I colori che cambiano piano piano che la storia cambia.

Alessia Scatigno

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Scritta chiara e semplice e descrittiva, senza ampollosità.
Tal volta un po’ noioso, perché va tutto sempre bene quasi all’inverosimile.

Katia Mereu

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Circolo dei lettori
di Palermo “Eutropia”
Coordinato da Rosana Rizzo
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Una zanzara nell’orecchio è una grafic novel con cui Andrea Ferraris racconta con ironia e sagacia, i punti salienti del suo percorso interiore e pratico per divenire padre tramite l’adozione. Essendo un argomento ben conosciuto da chi scrive, ci si è accostati con parecchi dubbi alla lettura. Può una striscia di disegni rimandare un argomento così delicato e intimo? Invece ci si è dovuti ricredere. Senza riuscire a toccare sino in fondo l’intimità che una opera di letteratura può fare utilizzando la parola, si può affermare che questa grafic novel è riuscita a fare vivere molto intensamente delle emozioni difficili da spiegare. La storia viene narrata anche con l aiuto dei colori: inizia con il viola e il nero che descrivono la vita da scapolo dell’autore ,concentrato su di se, sul suo lavoro e la sua vita sociale. Mano a mano che la decisione germoglia nel suo intimo, i colori cambiano e i dubbi che si condividono in coppia vengono vestiti dal verde e dal giallo. In questa fase, la figura femminile fa da traino al futuro padre imbranato e pieno di paure utilizzando anche delle metafore molto gradevoli ed efficaci. Tavole che cristallizzano le emozioni con interessanti metafore:si inizia con la descrizione della difficoltà nella ricerca della gravidanza, con i protagonisti vestiti da astronauti che cercano di conquistare il ‘pianeta rosso’, fallita la missione la metafora successiva li vede impegnati
 nell’attraversare faticosamente di un ponte di legno sospeso e traballante che li porta alla decisione.
La parte dell’attesa vera e propria viene vestita di verde e giallo, nonostante ci siano delle tavole che  sottolineano  da quanto tempo si è intrapreso il cammino, l’ironia la fa da padrona specialmente nelle  tavole in cui il telefono viene posto su di un altarino indiano e ci si affida al dio Ganesh, offrendo doni simbolici e facendo finta che la vita intanto scorra normalmente, mentre si ha sempre un orecchio e un occhio tesi verso quell’oggetto comune che, da un momento all’altro, farà cambiare la vita ai nostri protagonisti. Finalmente giunge la telefonata e i colori cominciano ad arricchirsi di nuove sfumature, insieme alle paure e ai dubbi , viene mostrata loro una minuscola fotografia, ma basta quella per fare divenire quella bambina, la loro figlia e la prova la troviamo nell’intensissima  tavola in cui su sfondo verde ,vengono disegnati gli occhi nerissimi di Savari. Da quel momento la successiva attesa della partenza sarà  in compagnia delle paure/ fobie di volare del papà, ed i preparativi con l’aiuto del Tigrotto giocattolo che farà da facilitatore e guida nel mondo della piccola. Finalmente si vola, tra mille emozioni e prima di scendere dall’aereo vi è il disegno molto rappresentativo delle mani dei genitori che si stringono salutando il modo e la vita che hanno vissuto sino a quel momento.
Scendendo dall’aereo in terra indiana e vi è finalmente una esplosione di colori a testimonianza delle emozioni straripanti in cui i genitori si immergono, da quelle fisiche sino a quelle interiori. Si vive l’ultima notte prima dell’incontro, l’incontro, e ancora, tramite la metafora si sale in groppa al tigrotto
giocattolo che aiuta nella transizione e a cavallo del quale visitano i luoghi della bambina. La nuova vita è iniziata :da un lato ci sono  genitori saliti su una canoa che percorre una palude insidiosissima, non si sa mai quale e se sarà il percorso giusto, e a volte non riescono a trovare un terreno solido su cui camminare, dall’altra vi è Savari che piange, ogni giorno, ogni notte. Bellissima e intensa, la tavola che rappresenta il rumore delle cascate di lacrime dagli occhi della bambina, in quel flusso di acqua ,la cascata  fa precipitare la canoa su cui sono i genitori, dilaniati tra il dolore che stanno infliggendo alla figlia in quel momento e il futuro che sono in grado di offrirle.
Nelle orecchie di tutti i protagonisti c’è sempre il ronzio di una zanzara che testimonia i pensieri e le inquietudini di ognuno, anche quando tornano in Italia.. La bambina di aggrappa alla madre e loro percorrono tristemente i loro primi passi verso la nuova vita che li attende.. Anche il ritorno in Italia è straziante, la bambina si rende conto di cosa stia succedendo, un taglio netto come testimonia il disegno con la forbice che taglia il mare.  Savari in terra italiana si arrangia, non riesce a dormire, ha difficoltà con i compagni, ma comincia a disegnare la famiglia, i disegni originali inserirti sono molto belli e significativi, finchè una mattina improvvisamente su di un autobus, avviene con una signora estranea vi è il ‘riconoscimento’ di mami e papi.
E’ un tentativo che forse a  chi non conosce da dentro il percorso e l’esperienza adottiva potrebbe sembrare riduttivo e non cogliere le sfumature, ma posso assicurare che così non è , anche con tutti i limiti che un disegno può avere rispetto ad una descrizione intima di un sentimento.

Serena Crifò

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Un graphic novel delicato e nello stesso tempo intenso sulle gioie e le difficoltà dell’adozione internazionale di una bambina indiana da parte di una coppia italiana.
Il tratto è gradevole e ben leggibile.
La storia è coinvolgente e mette in luce le differenze culturali di due mondi lontani.
Sono tanti gli spunti di riflessione: dalla difficoltà di essere accettati come genitori dagli organismi preposti alla selezione delle famiglie adottanti; alla difficile comunicazione tra una bambina indiana che non ha mai visto gente straniera e la sua nuova famiglia

Susanna Moggi

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Circolo di lettori e lettrici del torneo letterario di Robinson
di Ponte Buggianese “rivista Vitamine vaganti”
coordinato da Laura Candiani
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Andrea    Ferraris    Una zanzara nell’orecchio    Einaudi
Recensione1 Questo è un testo a fumetti di notevole spessore: riesce, con lievità a raccontare una storia complessa e difficile, come sono tutte le storie di adozione, ed è adatto sia agli adulti che ai bambini.

Fosca Pizzaroni

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Recensione2 Una favola per adulti, dolce come ogni favola per bambine e bambini dovrebbe essere. Non serve molto per commuovere ed emozionare. Bastano, come in questo caso, i sentimenti messi a nudo di due genitori: impacciati, spaventati, in balìa della più grande paura e del più grande trasporto. A dimostrazione che l’amore nasce, sempre. E non si adotta, mai.

Sara Balzerano

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Tutti noi che non le abbiamo vissute in prima persona abbiamo comunque idea che le adozioni comportino una numerosa serie di problemi burocratici, specie se si tratta di adozioni internazionali. Questo libro ci racconta gli altri problemi umani, di conoscenza, di trasferimento, di adattamento, e lo fa con un bellissimo graphic novel autobiografico, che commuove e diverte, con disegni dai colori vivaci, evocativi dell’India ma soprattutto dei diversi stati d’animo. E con l’aggiunta di alcune foto che ci fanno conoscere anche i volti reali dei protagonisti rendendoci ancora più partecipi. Perché è questo che poi fanno i buoni libri: ci regalano una storia che diventa parte di noi.

Rosangela Usai

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La  graphic novel Una zanzara nell’orecchio racconta l’inizio del percorso adottivo di due nuovi genitori: lo fa senza sovrapporre troppi sentimentalismi, e senza trascurare gli aspetti difficili, i dubbi, le fatiche. Dal loro punto di vista come anche dal punto di vista della bambina, alla quale irrompono nella vita nuovi affetti, e lingua, e tradizioni, e abitudini, e paese...E’ molto convincente e trova il modo di metterci sempre un sorriso dentro. La bella foto in fondo rassicura il lettore sul felice esito della vicenda, e lo riporta sul piano della realtà. Confortante.

Anna Mazzoleni

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Carpi “I docenti del Liceo Manfredo Fanti”
coordinato da Chiara Francia
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Tra le pagine e i disegni colorati di questo fumetto si racchiude un tema tanto importante quanto poco affrontato dalla nostra letteratura. Le adozioni internazionali non sono una cosa semplice e come Andrea ci racconta anche quando la famiglia e il benessere di una bambina dovrebbe essere messo al primo posto la burocrazia diventa la vera protagonista.
In un tempo accelerato che racchiude tratti caratterizzanti della vita dell’autore si racchiudono mille fatiche e avventure tra Genova e Mumbai in una montagna russa dai toni “scanzonatori” che insieme a Billi accompagnano il lettore e ci regalano infine la speranza che forse i lieti fine non esistono solamente nelle favole ma anche nella realtà.


Elisa Maria Posenato

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Graphic novel autobiografica che affronta il tema dell’adozione internazionale in chiave ironica. Il protagonista passa dalle serate con gli amici al matrimonio in poche pagine, per poi ritrovarsi prima perduto nella burocrazia delle pratiche per l’adozione poi catapultato in India a conoscere la figlia.
Le immagini non sono sempre di facile interpretazione, ma la lettura scorre velocemente e il messaggio finale è di speranza.

Elisabetta Cassiani

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Una storia intensa, coinvolgente, nell’economia della quale la parte dell’attesa della bambina si rivela tuttavia piuttosto lunga rispetto al resto, che pur potente, sembra perdere colore. I personaggi sono caratterizzati in modo efficace sia dalle parole che, soprattutto, dai disegni; potentissimi sono gli occhi “pantocratori” di Savari, che tutto seguono e comprendono. Andrea e Daniela costruiscono il loro essere genitori attraverso un percorso tutto sommato breve, considerati gli elementi in gioco. L’aspetto più interessante del libro è la narrazione dal punto di vista paterno, scelta insolita e coraggiosa.

Ilenia Bonini

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Questa graphic novel che racconta la vera storia di Andrea e Daniela che da Genova arrivano a Mumbai per adottare Sarvari, è evocativa, emozionante e quasi incredibile nella sua semplicità. L’amore e il matrimonio dei due, la decisione quasi fiabesca di adottare un bambino, i sogni, le speranze, le illusioni e disillusioni, la realtà che si presenta ai loro occhi stupiti e impreparati sono narrati e disegnati benissimo e vengono raccontati senza sentimentalismi gli stati d’animo e le paure attraversate dalla coppia. Tutte le pagine, sgargianti di colori e curate anche nei particolari reali e onirici, sono piccoli capolavori di bellezza. Il viaggio in India e la conoscenza di una bambina che da un momento all’altro diventerà la loro figlia sono lontani dagli stereotipi  dell’Oriente misterioso e incline alla meditazione, e mette bene in evidenza quali siano i problemi e le angosce del diventare genitori in modo improvviso e dirompente. La storia è umana, profonda e nello stesso tempo meravigliosamente lieve.


Alessandra Burzacchini

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Andrea e Daniela, fidanzati da sempre e poi conviventi, si trovano da un giorno all’altro a dover affrontare il problema della sterilità, unito a quello del desiderio irrinunciabile di avere  un figlio. Iniziano così i  lunghi preparativi per l’adozione: il matrimonio, gli incontri con gli assistenti sociali e con altre coppie, i contatti con le associazioni che si occupano di adozione internazionale…  Finalmente convocati a Torino e accettata con gioia la piccola dallo sguardo un po’ strabico, i due in breve tempo partono pieni di entusiasmo per l’India per incontrare Sarvari.  Le cose ovviamente non saranno semplici e il travaglio non finirà di certo con la consegna della figlia tanto desiderata…
Una storia dunque di ordinaria adozione resa tuttavia originale ed unica perché raccontata attraverso una brillante e coloratissima graphic novel. L’autore è Andrea Ferraris, un disegnatore della Disney che riesce, quasi unico tra gli italiani, a passare  dal fumetto popolare di Paperino e Topolino alle graphic novel serie di argomento biografico e storico. La vicenda qui narrata attraverso tavole per lo più a pagina intera questa volta non solo è vera, ma é anche personalissima. E’ la storia della famiglia dell’autore e forse anche per questo colpisce il tono ironico costante che soggiace dietro ad ogni vignetta.  Nonostante la coppia passi dall’inconsapevole spensieratezza alla risoluta determinazione e arrivi alla speranza solo attraveso la  paura, la chiave è sempre scanzonata, una modalità che l’autore dichiara essergli servita per rompere  il ghiaccio. Infatti é  verso se stesso, soprattutto, che Ferraris gioca con l’ironia:  l’Andrea del libro è di volta in volta un astronauta in procinto di partire per una missione senza ritorno, o un esploratore che varca un ponte tibetano, tutte metafore per la decisione di diventare padre.  Non vengono risparmiati neppure gli oggetti che accompagnano l’iter di Andrea e Daniela: ecco che allora il telefono diventa un idolo a cui portare rispetto perchè attraverso la sua voce deve arrivare la notizia tanto attesa; la piccola foto di Sarvari dal leggero strabismo diventa il centro di gravità della loro vita; l’aereo che porta Andrea e Daniela in India ha “un muso simpatico”e parla, dicendo ad Andrea che andrà tutto bene; quindi nel corso del volo si trasforma  in un gatto che fa le fusa e poi nel gatto-bus di Totoro di Hayao Miyazaki. A guidare il lettore c’è anche l’uso del colore: “Il libro è diviso in tre momenti anche coloristici – spiega Andrea Ferraris. – All’inizio un unico colore, poi quando sappiamo che saremmo dovuti andare in India i colori riflettono la bandiera indiana, perchè fino a quel momento le nostre sull’India non sono che idee. Solo quando atterriamo a Mumbai iniziamo veramente una nuova vita, così nella terza parte sono utilizzati  tutti quanti i colori perchè le idee sono diventate  realtà”. Nel fumetto entrano anche elementi della vita reale, come foto ed i disegni fatti da Sarvari in Italia. Azzeccatissimo e simbolico anche il titolo: “Una zanzara nell’orecchio” non è che  la metafora dell’incomunicabilità  dei primi tempi tra Andrea, Daniela e la piccola Sarvari. Il commovente e speranzoso happy and arriva su un autobus, quasi a chiudere il circolo con quel lungo volo che era stato necessario intraprendere per raggiungere l’oggetto del desiderio.    

 


Donatella Amadei

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Delizioso fumetto che affronta con un certo umorismo e leggerezza, il tema della sterilità coniugale e della fatica dell’adozione. L’autore rende partecipe il lettore di tutte le sofferenze, le prove, i dubbi che affronta una coppia in questa situazione. Fa molta tenerezza anche il punto di vista della bambina adottata che passa i primi mesi a piangere perché, non capendo l’importanza di quello che le sta succedendo, si sente solo strappata dalla sua realtà, dal suo piccolo mondo fatto di persone, tradizioni, suoni, odori che non saranno più suoi.

Raffaela Cardo

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Il tratto e la posizione dei fumetti inizialmente complicano la lettura, poi diventano una sorta di musica che conduce il lettore nella narrazione. La storia, colma di speranza, avvolge il lettore con mille emozioni.

Chiara Lugli

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Argomento insolito e coraggioso per un fumetto: il matrimonio e la genitorialità, con le paure, i dubbi, gli errori di una coppia che decide di adottare un figlio. Il tutto narrato sia con immagini esplicite sia con vignette iconiche di libera interpretazione.

Cristina Cassiani

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Graphic novel autobiografica, semplice e al tempo stesso molto toccante. Con grande sensibilità, l’autore riesce a far comprendere il complicato mondo delle adozioni: la burocrazia, l’interminabile attesa, le aspettative, le paure, l’incontro con la bambina e gli intensi stati d’animo.

Luca Coppi