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Si tratta di un libro sciatto, scritto in modo elementare, con un’ironia trita e ritrita, oltre che forzata. La trama è debole e i personaggi sono privi di spessore.
Andrea Muraro
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UNO STRANO PUBBLICO MINISTERO
Un giallo italiano che ricorda, in tono minore, i libri di Carofiglio, Manzini o Lucarelli. Il protagonista è il pm Paolo Santarelli, single inquieto e poco ligio alle regole, ma senza il fascino dell’avvocato Guido Guerrieri o la trasgressività del vicequestore Schiavone. Attorno a Santarelli si muove il coro che ti aspetti: amori complicati, colleghi e superiori sgradevoli ed un amico improbabile, fascista ma di buon cuore. Il personaggio più accattivante è Dalila, una quattordicenne incollata al suo smartphone, ma altruista e coraggiosa, cha sarà decisiva nel permettere allo ’strano pm’ di risolvere il caso. Assomiglia agli hacker adolescenti che aiutano Schiavone o l’ispettore Grazia Negro di ’Almost Blue’, ma almeno questa è femmina e non usa il computer.
La vicenda, basata sul difficile ambientamento degli immigrati nordafricani in Italia, procede lineare, scritta in uno stile fin troppo semplice, scorrevole e facilmente leggibile. L’ambientazione a Latina, città poco nota e quindi potenzialmente interessante, poteva essere meglio sfruttata. Il lieto fine si intona con il colore giallo tenue tendente al rosa di tutta la storia.
Guido Finazzi
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Il libro "Uno strano Pubblico Ministero" è un libro che mi ha lasciata incollata nella lettura. Il filo della trama era ben amalgamata con elementi dettegliati alla procedura penale.
Un concentrato di giallo e romanzo. Un finale inaspettato con un salto temporale che avrei preferito più dettagliata
Cetti D’Acri
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Un giallo deja vu. Leggendo questo libro mi sembrava di averlo già letto, non tanto per la storia ma per i personaggi. In questi ultimi anni ho l’impressione che i gialli italiani si assomigliano un po’ tutti. Peccato. Nonostante ciò ho trovato comunque il libro piacevole e scorrevole.
Manuela Barigazzi
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I gialli "allungati" alimentano la mia difficoltà di concentrazione .... sono solito perdermi molto prima di arrivare alla fine.
Riccardo Dozzo
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Ho apprezzato il noir che risalta sullo stile del classico "giallo", mi ha convinto il contesto letterario riferito alla Scapigliatura. Proprio i riferimenti "dotti", che potrebbero appesantire la lettura in alcuni punti, dilungandosi sforando quasi nella manualistica da testo liceale, mi hanno interessata e per questo lo consiglierei ai miei allievi di quarta superiore, magari per le vacanze estive.
Roberta Barbera
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La favola, rivolta ad un pubblico infantile, prova a rileggere alla luce di una sensibilità moderna il racconto biblico: sensi di colpa dei genitori, gelosia del primogenito, difficoltà a percepire il significato della responsabilità individuale. Tutto questo con lodevoli intenti educativi, che tuttavia risultano un po’ ingenui.
Meglio l’icasticità della Bibbia
Maria Maddalena Maiocco
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Piacevole e scorrevole.
Maria Angela Occhiuto
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Susanna Garofalo
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Simonetta Rosa