< Velo pietoso. Una stagione di retorica di  Edoardo Albinati (Rizzoli)

Qui di seguito le recensioni di VeloPietoso raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Dice molte verità, alcune che sapevo già, altre su cui riflettere. Pian piano lo finirò.
Anche questo non è proprio il mio genere, quando leggo voglio evadere!

Monia Baratti

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Edoardo Albinati illustra in “Velo pietoso” le tematiche portate avanti in questi ultimi anni da mass-media, giornali, mondo dello spettacolo, raccogliendo un’intera stagione di real-grottesco con un effetto esilarante.

Camilla Zinnarosu

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Albinati mette per iscritto, suoi pensieri in libertà a cominciare dalla primavera del 2021, di quello che sente e vede, in televisione nei social leggendo i libri, dell’uso improprio delle parole, dell’uso smodato e volto a un fine delle affermazioni ( che forse un fine poi non c’è) della superficialità del tutto e tutto senza costrutto!!! Ma cosa rimarrà di noi, delle nostre tradizioni, della nostra cultura, immersi in questa alluvione di notizie, strepitii, annunci che non hanno una logica o meglio, un inizio e una fine... "hanno" perché sono...sono parole che il vento porta via velocissimamente, perchè sopraffatte da altre parole. Senza senso e senza un futuro? Speriamo che tutti ci se ne accorga presto...

Sandra Cerbolini

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Libretto di centosessanta pagine che si legge in un paio d’ore, prevale nel mio giudizio solo perché il primo libro era per me illeggibile.Velo pietoso è una raccolta di brevi pensieri e riflessioni sull’attualità suddivise per mesi, una sorta di diario, e per me non meritava la pubblicazione.Credo che l’autore e l’editore abbiano peccato di supponenza nel ritenere che questi "pensierini" abbiano una profondità e illuminino il nostro presente.Il confronto con "Occhio di capra" o "Il mare colore del vino" di Sciascia (o i saggi e gli articoli di Pasolini, o di Goffredo Fofi) credo sia impietoso e misuri la distanza di spessore tra gli scrittori del Novecento e quelli attuali.Non mi sono trovato quasi mai in disaccordo con le idee di Albinati ma il problema è la mancanza di contenuti.

Paolo Tamagnone

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Da marzo a giugno 2021. Quattro mesi in cui l’autore scrive quello che definisce “questo mio pigro e polemico diario”. Un diario che prende il titolo - come precisa Albinati in una nota finale - e forse la sua stessa formula a frammenti, dal programma di Rai3 Blob e in particolare dalla puntata del 26 febbraio 2021. Tra le tante, più o meno lunghe frasi e riflessioni, quella che mi ha conquistato è a pagina 121. Descrive una ragazza che indossa una maglietta bianca con una piccola scritta in rosso: SILENZIO.

Enrico Giacinto

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A propostito del senso della vita di Vito Mancuso.
Ho scelto questo saggio, anche questo scritto nel periodo della pandemia, ma in poche pagine Mancuso ci regala un bel saggio, molti spunti di riflessione. Oggi siamo sempre piu’ isolati, siamo degli individui che non partecipano alla societa’: non sappiamo piu’ riconoscerci, siamo degli orfani senza padre senza piu’ ideali nè sociali nè politici.....
Solo una vita autentica, una vita che vale la pena di vivere, con semplicita’ ed amore ci puo’ salvare: Il senso della vita dipende proprio da noi, dalla fede che abbiamo in noi stessi: vivere vuol dire lottare ogni giorno.

carla magrelli

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Non si può non essere d’accordo con le affermazioni di Albinati. La retorica verbale alla quale noi lettori o spettatori o comunque destinatari dei messaggi dai quali siamo costantemente bombardati ha raggiunto un livello inammissibile. Ne deriva un impoverimento del pari preoccupante di quello che è il lessico usuale della gente comune. Omologazione del linguaggio=omologazione del pensiero ovvero morte del pensiero. In questo libro Albinati presenta attraverso scenari altamente evocativi la connessione fra lessico e comportamento:emblematico l’episodio della mamma che impedisce al figlioletto di mangiare il pane. Un argomento trattato nel saggio che mi è parso di particolare rilievo è quello relativo alla scarsa professionalità dei giornalisti impegnati negli incontri -scontri televisivi in cui assumono la veste di guru tralasciando la funzione di informatori.

Gabriella Di Meglio

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VeloPietoso appare come uno zibaldone di articoli, senza un filo conduttore, come una raccolta di quelli che una volta si chiamavano elzeviri e erano pubblicati i festivi in "terza pagina". Non sono saggi di costume, ma semplicemente espressione di malumore - che ci tocca di vedere e o di sentire, signora mia! Non leggo aforismi, ma "pensierini" in libertà.

Maurizio Donnini