< Venerdì pesce. Digiuno e cristianesimo di  Claudio Ferlan (IlMulino)

Qui di seguito le recensioni di VenerdiPesce raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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In questo secondo libro dove si parla di digiuno … Scelta coraggiosa in questi tempi moderni dove ci sono persone che hanno un rapporto conflittuale con il cibo chi ne abusa che invece lo rifiuta per punirsi
Credo che l’autore voglia voglio farci riflettere sul fatto che a volte bisogna considerare il digiuno non solo come un momento di purificazione di privazione come può essere forse inteso in un senso più religioso ma anche che a volte bisognerebbe spogliarsi di cose in più in eccesso che non che non servono a nulla

Valeria Pittaluga

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Decisamente il migliore

Leonardo

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Digiuno e astinenza sono pratiche ben radicate nella religione cristiana e non solo. L’autore accompagna il lettore alla scoperta del lungo e complesso rapporto tra la religione e il cibo, o meglio tra la religione e il digiuno. Nel fare questo approfondisce norme giuridiche, teologiche, ricette e aneddoti secondo una lunga scansione temporale ricca di aneddoti. Venerdì pesce è un testo brillantemente scritto e godibilissimo.

Vera Muccilli

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Venerdì Pesce.
L’ho letto per primo, quasi tutto in una Domenica.
Interessante e molto documentato.
Qualcosa mi ha insegnato.
Sono celiaca quindi l’astinenza mi è familiare , diciamo così.
Azzeccata la suddivisione dei capitoli.
Voto questo libro.

Lola Sivieri

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Molto interessante, si può leggere a vari livelli, sociale, culturale, psicologico e via dicendo, un ottimo spaccato dell’Italia del tempo. Risposte divertenti ma che fanno riflettere su quanto per il protagonista certe prese di posizione fossero un’ovvietà, da leggere soprattutto di questi tempi.

Giulia Ziliani

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Questo libro mi ha riportato alla mente tanti ricordi, io sono nata nel 1957 in una famiglia cattolica e osservante, per cui ricordo molto bene i venerdì senza carne e i digiuni prima della Comunione.
Il venerdì però non si mangiava pesce perché a casa mia non era molto gradito, e allora ecco le patate patate patate, in tutti i modi possibili, che del resto erano quasi sempre in tavola perché le possibilità economiche non erano tantissime.
Bello ripercorrere la storia del digiuno, da atea quale mi ritengo, nonostante le mie origini cattoliche, penso che il digiuno serva ad aprire la mente, una volta superato il senso di fame impellente e soprattutto se fatto in maniera volontaria e consapevole, dà un grande senso di leggerezza e lucidità. Ogni tanto io salto un pasto e questo mi fa sentire bene soprattutto il giorno dopo, anche senza motivazioni religiose o dietologiche.
Allo stesso modo, ogni tanto esco di casa senza cellulare, è un’esperienza che consiglio a tutti, all’inizio si ha un senso di smarrimento, poi un gran senso di liberazione, almeno nel mio caso, ci si sente più liberi e leggeri, anche questo è un digiuno.
Mi rendo conto che questa non è una recensione, ma un raccontino su di me, ma questo è quanto mi si è smosso alla lettura di questo libro.

Cristina Bulgarelli

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"Venerdì Pesce" mi ha permesso di conoscere, dal punto di vista storico, il comportamento dell’uomo quando deve attenersi al "digiuno" e all’ "astinenza".
Religione e Potere politico, ma anche scelte consapevoli dell’individuo singolarmente, hanno permesso di mantenere un obbligo soprattutto verso l’Entità Dio, per avvicinarsi alla Santità, come è stato per molti Santi, Prelati, Principi.
Oggi difficilmente si assiste ad un atteggiamento diffuso di "Digiuno" o "Astinenza" per gli appartenenti alla Chiesa Cattolica. Ne trovi di più per gli osservanti della Chiesa Islamica o delle Religioni Orientali.

MARIO CENTINEO

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tema molto interessante, data l’influenza che il digiuno e il cristianesimo hanno avuto all’interno della nostra società. L’autore scende nel merito dell’analisi storica senza appesantirla

Federica

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Digiuno e astinenza sono concetti e pratiche chiave in diverse religioni. In questo breve saggio, l’autore propone un excursus storico nel Cristianesimo, dai primi autori passando per la colonizzazione delle Americhe e la Riforma protestante, per arrivare all’età contemporanea.
Interessante come l’autore non si concentri sui dogmi prettamente religiosi, ma spazi anche sulle ragioni mediche, a favore di digiuno e astinenza da determinati cibi, elencate da vari studiosi e teologi. Esemplari in questo senso le considerazioni di Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, il quale raccomanda un nutrimento povero ma che non comprometta la salute, o di Martin Lutero, il quale esorta ad evitare eccessi, ma che il digiuno debba essere frutto di un sincero desiderio interiore, non solamente una vuota condotta formale.
I temi trattati, nonostante la complessità, sono resi facilmente comprensibili anche ad un lettore "profano", grazie ad un linguaggio e una sintassi semplici (ma non banali), scorrevoli e privi di artifici accademici.
Un testo, quindi, adatto ad un’ampia platea di lettori e meritevole di lettura, soprattutto in tempi in cui eccessi e consumo sfrenato di cibo sono al centro del dibattito politico e sociale.

Mauro Saccol

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Libro dall’inizio promettente, con una scrittura scorrevole e piacevole che incuriosisce nonostante un tema non certamente esaltante.
Il capitolo iniziale, chiamato "antipasto", e’ da fuochi d’artificio, le premesse per un ottimo pasto completo ci sono tutte.
Poi però arriva la "minestra", nome del secondo capitolo, ed il libro cala terribilmente... La scrittura rimane piacevole, ed infatti dispiace l’idea di alzarsi da tavola ed abbandonare la comitiva, ma cominciano gli sbadigli a farsi frequenti. Aneddoti interessanti e curiosi si trovano disseminati nel corso del libro come briciole di pane sulla tovaglia, che per carità, senza farsi vedere, si portano con piacere alla bocca facendoli "incollare" al dito, ma sempre briciole restano e non sfamano. La pagnotta non arriva mai.
Bravissimo comunque l’autore per un lavoro documentato ed appassionato.

Fabio Pasotto

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L’argomento per me era noioso.

Serena Salomè