< Venus e Serena Williams, nel nome del padre di  Giorgia Mecca (66thand2nd)

Qui di seguito le recensioni di VenusESerenaWilliamsNelNomeDelPadre raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

* * *

 

Esprime sentimenti personali forti e sensazioni e difficoltà molto vere.
Risulta però difficoltoso e ripetitivo, giungi al termine e capisci che i nodi sono ancora tutti li.
Non c’è evoluzione

Teresa Citro

* * *

 

Come due automi destinate fin dal concepimento al riscatto sociale: Venus e Serena, Serena e Venus.
L’autrice descrive come Richard Williams sia riuscito a plasmare due campionesse che con rabbia, rancore, gelosia e amore, abbiano sfidato il razzismo di cui erano circondate.

MARIA Tassini

* * *

 

Due sorelle che realizzano il sogno di un padre. Un libro che racconta lo spietato mondo dello sport, in questo caso del tennis. Venus e Serena lottano duramente per tanti anni per diventare "la numero uno e la numero due del mondo". E nel 1998 ci riescono, non sono ancora maggiorenni e hanno tutta la vita davanti.
Un vita dura, nel nome di quel padre che le aveva messe in competizione dall’inizio.

Monica Signani

* * *

 

Anche se non sono un’appassionata di tennis ho letto il libro in pochi giorni, molto coinvolgente. E’ stato molto interessante conoscere la storia di 2 sorelle che sono diventate le dominatrici del tennis mondiale per il desiderio del padre che loro ottenessero tutto quello che lui non era risuscito ad ottenere “rispetto compreso”. Seguendo distrattamente il tennis non mi ero mai soffermata a riflettere quanto potesse essere stato difficile per due afroamericane ottenere i risultati ottenuti e mantenerli nell’arco del tempo. Una vita dedicata a realizzare un sogno non loro ma del padre, abituandosi a tutto “anche alla noia e al dolore. Lo devono al loro papà e alla sua schiena a pezzi, ogni giorno un po’ più curva, ogni giorno un po’ più vecchia”. Il libro descrive bene come il rapporto tra le sorelle è influenzato dalla carriera: diventano prima avversarie e poi nemiche, le vittorie dell’una sono le sconfitte dell’altra.
Un altro tema ben approfondito è la storia delle donne afroamericane ed il tennis.
Leggendo questo saggio ci si rende conto che per un non sportive è difficile capire cosa c’è dietro non solo ogni vittoria ma anche la preparazione per eventi importanti come Olimpiadi, Mondiali o Grande Slam, ne sarà valsa la pena per le sorelle Williams? Indubbiamente grazie a loro molte cose nel tennis sono cambiate ed hanno aperto la strada a chi verrà dopo di loro.

Sabrina Colombo

* * *

 

NEL NOME DEL PADRE - La vita come lotta: lotta con un padre che ti ama e che vuole il meglio per te, ma che ha programmato la tua vita da prima che nascessi e che ti ha privato dell’infanzia, dell’adolescenza e di tanto altro… Lotta con una sorella che adori, ma che è diventata la rivale che devi annientare… Lotta per affermarsi, donna con la pelle nera, in un mondo e in uno sport dominato da maschi bianchi… Lotta con te stessa, per sconfiggere la stanchezza, la delusione, l’umiliazione, la rabbia… ‘Nel nome del padre’ è molto più della storia di due campionesse sportive. E’ la storia di un riscatto sociale conquistato con le unghie e con i denti, di rapporti familiari complessi, dell’amore-odio per uno sport al quale si è sacrificata la vita…
Scritto con trasporto e empatia, cattura il lettore fin dalla prima pagina e si legge tutto d’un fiato.

Tiziana V.

* * *

 

Venus e Serena Williams nel nome del padre é la biografia di due campionesse del tennis, due sorelle, e di un padre che attraverso le figlie cerca riscatto dalla società. Percorriamo tutte le fasi e mentre speriamo che il loro rapporto non venga distrutto dalle ambizioni paterne le vediamo trasformarsi da sorelle ad avversarie.

Rita Li Vecchi

* * *

 

E’ un racconto avvincente e appassionato, di riscatto sociale, impegno, coraggio e fede, di vittorie cercate a tutti i costi, per una vita intera, a costo di rinunce personali e sacrifici imposti da un padre tenace, educatore e allevatore.
Vittorie raggiunte non solo contro avversarie reali, ma anche contro una società retrograda e razzista. Vittorie vissute con rabbia e arroganza, per realizzare un sogno non proprio, bensì un progetto familiare dal quale non ci si riesce a sganciare.
Le continue sfide che dovranno affrontare le due sorelle saranno prima di tutto contro sé stesse, Giorgia Mecca ne ricostruisce le formidabili carriere, inscindibili l’una dall’altra: i loro successi e i crolli emotivi, l’esplosività dei corpi, le tragedie familiari e il decadimento fisico, le cadute e le rinascite, le battaglie sociali, l’orgoglio di non mollare per raggiungere i massimi record…sempre "in nome del padre".

Giovina Marasco

* * *

 

E’ un libro scritto bene, scorrevole che entra nella psicologia delle due tenniste, descrive bene il contesto di origine e soprattutto la fatica e l’amore/odio per il tennis e nella relazione tra le due sorelle.

paola confalonieri

* * *

 

Il libro sulle due sorelle Williams riesce a far conoscere tutto, quasi tutto, quello che c’è dietro dei sacrifici così grandi. Nel loro caso non immaginavo che il padre avesse avuto un ruolo così ingombrante... viene da chiedere se il tennis le due sorelle lo abbiano mai amato davvero. E poi c’è il razzismo, il ruolo dei media, la cattiveria della gente che deve per forza di cose giudicarti e trova sempre un difetto da rendere la cosa peggiore mai vista.
Un testo molto interessante, forse solo ripetitivo in alcune parti.

Viviana Calabria

* * *

 

Senza alcun dubbio, tra i due saggi scelgo "Venus e Serena Williams, nel nome del padre": ti aggancia fin dalle prime righe. Una storia di padre e figlie nel mondo dei neri nella periferia della periferia degli Stati Uniti; una storia di rabbia, riscatto, rivalità, resistenza e rinascita.
Due ragazzine afroamericane che crescono insieme ai loro muscoli in mezzo al sudore, al razzismo, all’odio, alla disparità di genere. A indicare la retta via: il genitore, amato e odiato. Il tennis come una religione: "Padre nostro, sia fatta la tua volontà". "Dacci oggi il nostro cordoglio quotidiano."
Lo sport "che toglie l’aria e divora ciò che c’è intorno" forgia il loro carattere, le fa scontrare e re-incontrare.
Una storia di sorelle, alla fine: di un rapporto strettissimo, complicato, portato all’estremo, sfilacciato, riannodato e ricucito per sempre.
Una lettura da consigliare a chi è sorella, a chi non regge la competizione, a chi s’interroga su quanto sia lecito scegliere al posto dei propri figli, a chi ha sentito parlare di Venus e Serena Williams o le ha viste con in mano una racchetta, senza sapere chi siano davvero.

Moira Stefini

* * *

 

E’ la storia di due sorelle-campionesse del Tennis e dell’influenza che ha avuto su di loro il padre Richard Williams, scritto da una giornalista.
Il libro mi è piaciuto moltissimo e lo consiglierei come lettura a tutti quelli che non vogliono fermarsi alle apparenze.
Ho sempre visto Serena e Venus Williams come due campionesse, come due splendide "pantere nere" bravissime che davano zampate e vincevano, senza mai soffermarmi alla loro storia e alla sofferenza che hanno dovuto passare per raggiungere il successo in un ambiente dove non erano ben accette per il colore della loro pelle, dove nulla era facile e dove, prima di tutto, hanno dovuto smettere di essere sorelle per essere avversarie.

Stefania Munari

* * *

 

Venus e Serena Williams prima ancora di essere due eccezionali giocatrici di tennis, sono delle macchine da guerra. Come tali sono state concepite, nel senso letterale del termine, e cresciute con un unico obiettivo fare di loro le prime al mondo, delle campionesse assolute. Ogni altra scelta del padre, Richard con il silenzio-assenso della madre Oracene, è venuta di conseguenza, senza mai un ripensamento, una remissione, con una determinazione spietata.
Sono tanti i giovani che sono stati plasmati da padri-padroni o da madri-padrone o da entrambi per farne dei “mostri” in un qualsiasi campo: dalla musica all’atletica, dalla danza al golf o al tennis…
Ma nel caso delle Williams il progetto si complica perché coinvolge in contemporanea due sorelle seppure con un breve scarto iniziale che dipende dai due anni di differenza, che condurranno la loro carriera sportiva in modo parallelo fino alla conclusione. Ed è questo ciò che rende le Williams diverse da altri analoghi esempi: i loro straordinari successi le portano a competere l’una contro l’altra perché per un buon tratto di tempo, nessun’altra al mondo è in grado di mettersi al loro livello, non c’è spazio per un terzo incomodo e Williams contro Williams (come “Cramer contro Cramer”) diventa un match, uno scontro frontale senza esclusione di colpi e uno psico-dramma. È questo un abisso sfiorato, non scandagliato probabilmente perché chiama in causa altre competenze, eppure è proprio questo aspetto che verrebbe voglia di indagare e approfondire.
L’autrice segue il percorso delle due tenniste con digressioni utili e significative, insistendo molto sul conflitto che le divide e, talvolta, le paralizza poiché avvertito come “contro natura” ma inevitabile, quanto lacerante, da un punto di vista sportivo. Interessanti anche alcune notazioni su corpo, sulla fisicità espressa, repressa, sempre in mostra nei momenti di fulgore come nel declino. La prosa ha un buon ritmo, in qualche passaggio si avverte il coinvolgimento della voce narrante poiché l’autrice è stata a sua volta una tennista, ci sono delle buone soluzioni narrative, eppure è risultato un po’ lungo e nella seconda parte, in qualche occasione ripetitivo.

lina p.

* * *

 

Il libro è la storia(ancora in corso) delle due sorelle
afroamericane Serena e Venus Williams.Due che hanno rivoluzionato il mondo del tennis e non solo.
La loro storia privata,il rapporto con il padre che le
ha forgiate per il tennis,il rapporto fra di loro Venus è più grande e Serena che cresceva dietro a lei fino a
superarla.Impegno,Coraggio,Fede la triade del padre
Rcharrd Williams.Amore ,Odio,Trionfo e Caduta.Da leggere in attesa di scoprire quale sarà la fine
nella realtà.

Fabio Fusi

* * *

 

La storia delle sorelle Williams è ben illustrata e documentata, però è piatta, a due dimensioni, nel periodo in cui avvengono i fatti negli Usa ne capitano parecchie, ma nel racconto lo scontro sportivo prevale su tutto il resto, è per questo che dico che il racconto è solo a due dimensioni.

Marco Zagnoli

* * *

 

Una storia di sport o di riscatto? Quando scarichiamo sui figli le nostre aspirazioni più forti dimenticandoci del loro interesse ultimo.

Daniele Parizzi

* * *

 

Nel libro "Serena e Venus Williams nel nome del padre" Giorgia Mecca andando oltre a un metodica ricostruzione cronologica sportiva delle due sorelle Williams ci parla di sentimenti, di emozioni, di storie di discriminazione, disperazione, di voglia di rivincita: la dolorosa realizzazione del sogno di un padre.

Çlaudio Belotti

* * *

 

’Sono state nere in un mondo di bianchi, potenti in uno sport elegante, urlanti in un campo che richiede il silenzio», ma sono state anche «sempre dalla parte sbagliata. Per provocazione (loro) e per pregiudizio (altrui)’. Giorgia Mecca ricostruisce la storia delle due campionesse, trasformate in macchina da guerra dal padre Richard Williams, una storia fatta di vittorie, sconfitte, grandi tragedie famigliari. Una storia avvincente, che ti resta in mente anche se non sei appassionato di tennis. Una storia di faticosissima libertà, di riscatto, di grandissima energia. Mecca narra con maestria particolari privati e sportivi. Indimenticabili ritratti.

Sara D’Emilio

* * *

 

Un viaggio nella psiche dei grandi sportivi ha sempre il potenziale per essere un’interessante esperimento letterario, mi viene in mente “Open” di Andre Agassi, purtroppo però non ritengo sia il caso di questo libro. Sebbene “Venus e Serena…” sia un’opera dall’architettura incalzante, perché articolata intorno ai testa a testa tra le due sorelle, già dalle prime pagine si ha l’impressione di sapere come l’autrice imposterà la narrazione, e quali saranno le tematiche su cui si soffermerà maggiormente (ad esempio la questione razziale). Il libro sembra quindi offrirsi nella sua interezza fin da subito, e non lascia spazio a cambi di ritmo che lo avrebbero forse reso meno monotono.

Nicolo’ Bianchi