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Un viaggio alla scoperta della nostra terra confuso e a tratti dispersivo. L’argomento del libro non ha suscitato il mio interesse
Piera Maiello
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VIAGGIO NELL’ITALIA DELL’ANTROPOCENE
Questo libro presenta due punti di forza: una brillante idea che lo sostiene e un bell’apparato iconografico di mappe di un’Italia futuribile e distopica. L’idea è quella di ripetere il ’viaggio in Italia’ di Goethe mille anni dopo, nel 2786, in un Bel Paese modificato e stravolto dall’impatto del cambiamento climatico, come illustrato dalle carte geografiche di accompagnamento. L’intento è educazionale, ovvero sensibilizzare il lettore ai danni che stiamo creando all’ambiente con il nostro stile di vita, e direi che lo scopo è stato pienamente raggiunto. Alcune immagini, come la pianura padana invasa dal mare fino a Milano, e descrizioni, come la punta del campanile di San Marco che emerge solitaria dalle acque della laguna nelle quali Venezia è sprofondata, sono molto suggestive.
Il rovescio della medaglia è che questo efficace apologo non ha, nè vuole avere, lo spessore culturale di un vero e propro saggio. I supporti teorici che sostengono l’idea sono opportunamente inseriti tra una tappa e l’altra del viaggio, ma sono solo enunciati e non approfonditi e criticamente discussi.
Lo stile di scrittura è piano, facile da leggersi ed appropriato per gli scopi del libro. Fa piacere sapere che i proventi della vendita saranno devoluti al Museo di Geografia dell’Università di Padova.
Complessivamente, un’opera intelligente, esteticamente piacevole e che riesce a farci riflettere con leggerezza.
P.S. Nell’Introduzione, si cita prima la mappa (molto bella) del Castiglioni (riga 1) e solo dopo quella dell’Italia dell’Antropocene. Allo stesso modo, poichè le mappe non sono numerate, il lettore dovrebbe trovare prima la mappa del Castiglioni e poi quella dell’Antropocene (non come adesso) per evitare di rimanere disorientato proprio all’inizio del viaggio!
Guido Finazzi
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Un libro scritto molto bene, mi è piaciuta molto l’idea di parlare dell’antropocene e di quello che succederà nei prossimi anni, rifacendo un Grand Tour nel XXVIII secolo.
L’ho letto tutto d’un fiato e nonostante un leggero senso di angoscia che mi è rimasto ho messo a fuoco un sacco di informazioni importanti per salvare la nostra amata Terra!
Valeria Gili
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L’idea di partenza del libro è molto interessante: un ipotetico viaggio in Italia, sul modello di quello di Goethe, ma ambientato nel futuro, in un paesaggio stravolto da un punto di vista climatico s ambientale, puntualmente commentato, ad ogni capitolo, da un’analisi della situazione reale. Nel procedere della lettura l’aspetto narrativo tende però a divenire un po’ ripetitivo
Sandra Pistolesi
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Viaggio nell’Italia dell’antropocene: come sarà l’italia nel 2786?
questo libro ci porta in una lettura distopica, attraverso un ipotetico viaggio in un Italia molto diversa da oggi.
Leggendo questo libro mi sono immersa nelle descrizioni e ho provato paura e tanta rabbia, perchè facciamo così poco per il nostro pianeta.
MARIALUISA CALVI
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A livello intellettuale, scelta difficile. Lasciamo fare al cuore, che è rimasto incantato davanti alle mappe geografiche dell’Italia dell’Antropocene (o Anthropocene, che è meglio). Ho scelto questo libro perché la tematica è di assoluta attualità, raccontata attraverso un conte philosophique non bellissimo (litote, per dire che non mi è piaciuto quasi per niente), affiancato da una più documentata riflessione sui cataclismi o cambiamenti, più o meno certi, prossimi venturi. Ma al viaggio di Milordo nell’Italia sommersa dalle acque ho preferito le semplici, comprensibili riflessioni sul cambiamento climatico, accompagnata da qualche dato e spunto significativo. Ma la vera bellezza del libro sta nella mappa geografica che lo accompagna. Nei suoi colori, nella curiosità che mi ha spinto a cercare le mie città, i luoghi dove sono stato, quelli che vorrei visitare, per capire cosa ne sarà di loro nel prossimo lontanissimo futuro. Ho scelto questo libro anche perché potrebbe attirare il lettore e avvicinare anche chi non sia particolarmente informato a tematiche comunque importanti, seppur raccontate, a mio avviso, in modo un po’ popolare, un po’ piatto. La scelta tipografica di cambiare font nel passaggio dal racconto del viaggio di Milordo al ’saggio’, infine, è proprio brutta, poco elegante. Case editrici si nasce, forse. Non si diventa.
Riccardo Belotti
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Surreale ma neanche tanto, interessante ma alla lunga un po’ pesante arrivare in fondo non è facile e benché tutto fa pensare che alcune delle ipotesi dell’Antropocene si potranno avverare visto come trattiamo il pianeta, la lettura per me è stata meno piacevole e fluida rispetto all’altra proposta letteraria
Maria Sgro