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Un racconto che in poche pagina ti trasporta in un viaggio epico dalle campagne della Romania fino alle metropoli della Germania tutto visto dal punto di vista di una parte della società spesso ignorata dalla massa. Questo libro apre gli occhi al lettore al retroscena di una delle aree più tabù della nostra società.
Niccolò Serafino
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La scrittura non è male, la storia un po’ banale, poco reale. Quello che ricordo delle prime 80 pagine è solo la macellazione del maiale, nelle successive non mi ha lasciato nulla se non sporadici spunti di riflessione. Il finale rispecchia la banalità della storia. Inoltre assegnare nomi italiani a personaggi Rumeni ha reso la storia ancora meno credibile.
Enrico Monzini
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Di questo libro mi è piaciuto il modo in cui l’ autrice ha descritto il mondo della prostituzione ed i microcosmi che lo compongono. Utilizzando semplicità e durezza, e senza mai ostentare pietà e tolleranza, è riuscita a portarmi a ragionare e conoscere molti aspetti che fino ad oggi ignoravo.
Marco
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Nadia è una giovanissima ragazza che vive in una zona desolata della campagna romena. La vita è molto dura per lei perché non ha mai conosciuto l’affetto di genitori e fratelli, gente ignorante e misera. Per un fatto di cui non è colpevole viene ripudiata dalla famiglia e costretta ad andarsene con uomo violento e che, in breve tempo, la caccia di casa. Il percorso di Nadia sulla strada della prostituzione inizia proprio da qui: senza mezzi e totalmente sola viene adescata più volte da uomini senza scrupoli. All’inizio prova a non cedere, a trovare una soluzione dignitosa, ma le pochissime persone a cui chiede aiuto le chiudono la porta in faccia. Spinta dalla disperazione trova il modo di farsi andar bene la vita da prostituta che, perlomeno, le permette di non soffrire fame e povertà.
L’autrice dimostra di conoscere bene un mondo di cui noi spesso non ci occupiamo perché lontano dal nostro vissuto e dal nostro sentire. Le prostitute sono spesso viste dai benpensanti come reiette, scarti di cui a nessuno importa; qualcuno pensa addirittura che siano felici di svolgere quel lavoro. Questo libro potrebbe aiutare chi non conosce l’immenso traffico di donne a capire cosa si nasconde dietro una scelta che scelta non è: povertà, mancanza di possibilità, violenze in famiglia, gente senza scrupoli, ecc. Il quadro è alquanto desolante e non stupisce che Nadia finisca a svolgere quel lavoro: che altro avrebbe potuto fare? Spesso mi sono soffermata a pensare a cosa avrei fatto nella sua stessa situazione (o delle altre tante donne che vengono citate) e, inutile inventarsi scuse, sì, quella può essere una soluzione.
Tra i tanti fattori che hanno concorso ad avviare la giovane alla prostituzione, quello che più mi ha infastidito è l’atteggiamento degli uomini: tutti trattano la donna come un oggetto e vogliono approfittare delle fragilità che ha. Un mondo meschino che mi ha disgustato.
Altro punto doloroso: Nadia sembra girare in tondo anche se prova in tutti i modi a non cadere così in basso. Eppure, superato un ostacolo, eccone uno più grande: la via è segnata, impossibile uscire da questo circolo vizioso.
Valentina Bernasconi