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A mani nude di Francesca Della Monica
Il Ciliegio

 

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Circolo dei lettori
di Roma “Amici&Libri”
coordinato da Beatrice Mariani:
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 “A mani nude” è un libro dalla duplice anima: da un lato una storia profonda, uno spaccato al tempo stesso intimo (in cui la dimensione famigliare la fa da padrona) e pubblico (gli anni della guerra fanno solo in apparenza da sfondo); dall’altro un linguaggio acerbo a tratti starato rispetto al contenuto.

L’autrice ha stoffa, è innegabile. È evidente una certa capacità, potremmo dire empatica, di mettere a fuoco passaggi in grado di toccare le corde più intime, ma in generale il linguaggio e la struttura del volume richiedevano un’attenzione in più per arrivare a piena maturazione.

Moira Colantoni

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Il libro tratta il tema tragico, e purtroppo tuttora attuale, della violenza sulle donne, descritta come il punto focale da cui si esce irreversibilmente cambiate nel corpo e nello spirito poiché, a partire da quel momento, non si avranno più certezze ma solo paure, non si proverà amore per sé stesse né ci si fiderà degli altri, non si riuscirà a vivere perché si cercherà solo di sopravvivere.

Nella storia di Rosa, la protagonista, vittima di stupro nei primi anni trenta, quando aveva solo diciotto anni, si coglie bene la tristezza profonda di una vita vissuta in modo vicario, come un’ombra, scandita dal tempo trascorso a colmare i bisogni degli altri, a scegliere di non decidere della propria vita perché si sente in colpa, inadeguata e impaurita, e solo alla fine, quando non avrà più un corpo di cui pre-occuparsi, riuscirà a rivendicare la tanto agognata libertà.

Ammirevole la forza di Rosa che, nonostante le avversità, non cede mai al rancore o alla cattiveria e, anzi, diventa un punto fermo nella vita di almeno due generazioni della famiglia che la ha accolta appena diciannovenne.

Emblematico il titolo, che rispecchia pienamente l’impotenza e l’ingiustizia provate nel dover subire in silenzio perché priva di istruzione, esperienza e ceto sociale.

Oggi, dopo quasi un secolo, la mentalità degli aguzzini non sembra essere cambiata, ma almeno c’è la speranza che le vittime si sentano meno sole, grazie al supporto e all’esperienza di chi è così forte da combattere per il futuro proprio e anche degli altri.

Rachele Fabiani

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A mani nude: senza armi, senza attrezzi, senza guanti. Questa è la definizione sul dizionario, in definitiva senza protezione. La condizione della donna nel novecento italiano, la storia di Rosa, piccola donna di umili origini, a cui viene tolta l’innocenza, una figlia, l’amore, semplicemente la possibilità di scelta. Sullo sfondo il fascismo, la guerra, la liberazione, il boom economico.

Affascinante combinazione di sentimenti ed elementi storici.

Potrà Rosa, la donna, alla fine della sua lunga vita, finalmente scegliere?

Sabrina Leonetti Crescenzi

 

 

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Circolo dei lettori
di Torino 2 “Centro Studi Piemontesi”
coordinato da Albina Malerba:
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La breve storia struggente di una donna semplice e dalla vita difficile ma ricca di sentimento e di positività, che saprà assumere un ruolo incisivo per tutte le persone che incontrerà. Protagonista è il rapporto con la famiglia per cui lavora e con cui vivrà per tutta la vita, seguendone tre generazioni, con un finale commovente.

Michela Oberto

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Passione, amore, paura, fedeltà e coraggio ruotano attorno alla figura di Rosa, la protagonista del romanzo. Dietro di lei, l’affresco di un’Italia che va incontro alla seconda Guerra Mondiale, segnando per sempre la vita già travagliata di questa donna semplice, capace di scelte dolorose e di abbandoni discutibili, come quello della figlia Maria ancora in fasce. Tuttavia essa si rivela capace di una totale abnegazione nei confronti della famiglia che l’ha presa al proprio servizio quand’era adolescente, servendola anche a costo di perdere la propria felicità. Il testo è gradevole, la storia lascia perplessi per le scelte difficilmente comprensibili del personaggio.

Silvie Marchisio

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Lo scoppiettante inizio sfuma nel finale, ma il libro si fa leggere bene. La storia femminile che si srotola ai nostri occhi ha un’aria familiare da neorealismo, ci ritroviamo nelle storie di miserie, gioie e dolori di queste anime femminili silenziose, le serve, le zie nubili, le cugine povere, le donne di casa insomma, che sono state le colonne, spesso anche affettive, delle famiglie. La scrittura ha corpo e spessore, ottima la prima parte, più stanca la seconda, ma il racconto regge e si fa leggere.

Vera Favro

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È una bella storia, in un cui le vicende personali della protagonista, Rosa, si intrecciano alla storia italiana dagli anni Venti in poi. È una vicenda semplice, fatta di poco, come può essere quella di una ragazza che entra in una famiglia come balia e ci resta per sempre. Una vita dedicata agli altri, un servizio che non è solo dovere ma soprattutto amore, amore per una famiglia che a poco a poco diventa la sua, con un’accettazione reciproca in cui ci si riconosce l’un l’altro per quello che si è, senza troppe pretese.

Una vita semplice, che passa dalla vita lenta e agiata degli anni Venti e Trenta a Salerno al periodo della guerra, fino all’entusiasmo degli anni Cinquanta e a nuovi modi di vivere nella Milano degli anni Sessanta e ancora più avanti, in cui si può riconoscere qualcosa di sé, sprazzi della propria storia familiare, sugli anni che non abbiamo vissuto ma solo sentito raccontare.

Ho apprezzato lo stile di scrittura, piacevole e misurato, e la capacità dell’autrice di rendere appassionante una vicenda che possiamo definire banale. Ci sono romanzi che ci fanno sognare raccontando le vite straordinarie di persone fuori dal comune, e romanzi che ci fanno pensare, rendendo grandi le vite dei “piccoli”, e “A mani nude” è uno di questi.

Giulia Pennaroli

 

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