Addicted Paolo Roversi
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La domanda che perseguita il lettore dall’inizio alla fine di questa
avventura letteraria è: cosa mette in relazione un delitto avvenuto nel cuore
della Foresta Nera degli anni Novanta con l’apertura ai giorni nostri di una clinica
super esclusiva per la cura e la riabilitazione di pazienti ossessionati dalle
loro addiction? Paolo Roversi è l’autore di un
thriller ben costruito, scorrevole e di facile lettura, che accompagna chi
legge sia all’interno delle costosissime mura della clinica Sunrise
in Salento, sia nella testa dei suoi numerosi protagonisti. Ci si affeziona
agli "addicted”, soprattutto ai pazienti della
clinica, sette persone estremamente diverse fra loro, in preda alle difficoltà
più disparate, ma tutte con una matrice comune, ovvero l’esser sopravvissute ad
uno stato di sofferenza così potente da essere necessariamente convertito in
una dipendenza altrettanto invalidante. I risultati del metodo terapeutico
utilizzato da Rebecca Stark, psichiatra protagonista,
risultano però fallaci, sacrificio compiuto dall’autore a vantaggio dello
sviluppo narrativo che, comunque, massimizza il risultato. Certo è che, per un
lettore appassionato del genere, non sarà difficile dipanare il bandolo della
matassa, ciononostante il romanzo riserva un finale non troppo banale.
Ilaria Scarpiello
***
Un metodo infallibile, ideato dalla dottoressa Rebecca Stark,
libera dalle proprie dipendenze chiunque decida di sposarlo. Un magnate russo,
che ne ha assaporato l’efficacia, investe il suo denaro per la costruzione di
cliniche per guarire tutti gli addicted del mondo. Il
compito per la conduzione delle cliniche Sunrise è
affidato alla bella dottoressa Stark. Il gruppo
pilota si costituisce nella prima clinica eretta in Puglia, tra gli ulivi e il
sole del Salento. In cosa consiste il metodo? Da cosa è guarito il magnate
russo dai modi affettati? Si staglia su un romanzo relativamente breve una scelta narrativa stranamente avventata. Un
thriller sopito che si desta in prossimità di un finale che sgomita,
incenerendo pathos e attesa, per giungere troppo in fretta a una finale
splatter.
Salvatore Gaeta