Amare e Amare di Alberto Sogliani
Oligo
Brevi racconti di amore e infedeltà. Libro veloce da leggere, ma ogni storia lasciava spunti per delle riflessioni. È meglio vivere una vita monotona, comoda, semplice o provare a essere felici subendone le conseguenze?
Viviana Garatti
***
Fa sì riflettere sul concetto di amore ma lo fa in maniera molto distaccata, il libro poi è poco coinvolgente e poco appassionante.
Marta Tortelli
***
Poco più di 70 pagine, una serie di racconti con un unico comune denominatore; ma l'amore può bastare? per l'autore pare chiaro, NO. Di fronte alle delusioni, all'abbandono, alla paura di non credersi all'altezza e di non saper prendersi le proprie responsabilità, anche la passione più cocente non può nulla. Uomini e donne, più o meno giovani, incapaci di superare un trascorso difficile, quasi sempre doloroso, che preferiscono fantasticare su un possibile nuovo inizio piuttosto che darsi realmente una nuova possibilità.
Laura Derossi
***
L'aggettivo che userò è deprimente! La parola amore troppo spesso abusata in questi brevi racconti di relazioni approssimative, senza una via d'uscita se non quella di un arrivederci e grazie! L'unica cosa che unisce i vari personaggi delle otto storie del libro è una profonda solitudine e l'incapacità di costruire qualsiasi tipo di relazione. L'unica cosa da salvare sono le citazioni all'inizio di ogni capitolo!
Giuseppa Geloso Barbaria
***
Brevi racconti, stralci di storie d’amore, tutti accumunati dalla passione, dal desiderio e dal dolore. Spesso una relazione risulta essere la cosa più giusta, sentimentalmente, ma anche la più difficile: bisogna avere il coraggio di lottare per essere felici.
Michela Festa
***
Una raccolta di racconti, o piuttosto di parabole contemporanee, sull'amore, dall'intento nobile ma troppo "spontanea", non raffinata dai fondamentali accorgimenti della narrazione. L'autore vorrebbe parlare di sentimenti universali, ma dice troppo e mostra poco: le storie sono un alternarsi di piccoli momenti tragici, modi di dire e dialoghi di circostanza, che vorrebbero restituire immagini o scene memorabili, ma sono purtroppo diluiti da generalizzazioni sulle forme dell'amore, non sempre condivisibili, e da figure retoriche deludenti. Una serie di aneddoti probabilmente autobiografici, ingigantiti in apertura da epigrafi tratte da canzoni di Vasco o Peter Gabriel, in cui "ogni saluto e ogni distacco erano lame conficcate nel petto di entrambi": il lettore e la sua condiscendenza.
Francesco Losapio
***
Sono un membro della società signorile di massa, che io lo voglia oppure no. Ricolfi mi ha illustrato le fondamenta su cui si fonda la fetta di mondo che abito. è una fetta spessa, a cui in molti mangiano ma che in pochi contribuiscono a preparare. Sono un membro della società signorile di massa e mi piace mangiare... Non cucinare, per quello ci sono gli chef.
Giancarlo Paterlini
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Brevi racconti di amore e infedeltà. Libro veloce da leggere, ma ogni storia lasciava spunti per delle riflessioni. È meglio vivere una vita monotona, comoda, semplice o provare a essere felici subendone le conseguenze?
Viviana Garatti
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Fa sì riflettere sul concetto di amore ma lo fa in maniera molto distaccata, il libro poi è poco coinvolgente e poco appassionante.
Marta Tortelli
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Poco più di 70 pagine, una serie di racconti con un unico comune denominatore; ma l'amore può bastare? per l'autore pare chiaro, NO. Di fronte alle delusioni, all'abbandono, alla paura di non credersi all'altezza e di non saper prendersi le proprie responsabilità, anche la passione più cocente non può nulla. Uomini e donne, più o meno giovani, incapaci di superare un trascorso difficile, quasi sempre doloroso, che preferiscono fantasticare su un possibile nuovo inizio piuttosto che darsi realmente una nuova possibilità.
Laura Derossi
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L'aggettivo che userò è deprimente! La parola amore troppo spesso abusata in questi brevi racconti di relazioni approssimative, senza una via d'uscita se non quella di un arrivederci e grazie! L'unica cosa che unisce i vari personaggi delle otto storie del libro è una profonda solitudine e l'incapacità di costruire qualsiasi tipo di relazione. L'unica cosa da salvare sono le citazioni all'inizio di ogni capitolo!
Giuseppa Geloso Barbaria
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Brevi racconti, stralci di storie d’amore, tutti accumunati dalla passione, dal desiderio e dal dolore. Spesso una relazione risulta essere la cosa più giusta, sentimentalmente, ma anche la più difficile: bisogna avere il coraggio di lottare per essere felici.
Michela Festa
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Una raccolta di racconti, o piuttosto di parabole contemporanee, sull'amore, dall'intento nobile ma troppo "spontanea", non raffinata dai fondamentali accorgimenti della narrazione. L'autore vorrebbe parlare di sentimenti universali, ma dice troppo e mostra poco: le storie sono un alternarsi di piccoli momenti tragici, modi di dire e dialoghi di circostanza, che vorrebbero restituire immagini o scene memorabili, ma sono purtroppo diluiti da generalizzazioni sulle forme dell'amore, non sempre condivisibili, e da figure retoriche deludenti. Una serie di aneddoti probabilmente autobiografici, ingigantiti in apertura da epigrafi tratte da canzoni di Vasco o Peter Gabriel, in cui "ogni saluto e ogni distacco erano lame conficcate nel petto di entrambi": il lettore e la sua condiscendenza.
Francesco Losapio
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Sono un membro della società signorile di massa, che io lo voglia oppure no. Ricolfi mi ha illustrato le fondamenta su cui si fonda la fetta di mondo che abito. è una fetta spessa, a cui in molti mangiano ma che in pochi contribuiscono a preparare. Sono un membro della società signorile di massa e mi piace mangiare... Non cucinare, per quello ci sono gli chef.
Giancarlo Paterlini