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Amen di Antonio Ferrari

Chiarelettere

 

Romanzo d'inchiesta, agile, senza fronzoli e privo di particolari cure stilistiche, "Amen" si fa leggere in virtù di una promessa mancata che, alla fine, tradisce le aspettative del lettore. Tutto quello che Ferrari aveva da svelare sull'attentato a Papà Wojtyla, lo dice nelle prime due decine di pagine. Quello che narra dopo, soprattutto dal momento dell'entrata in scena dell'alter ego dell'autore, è solo un continuo e suggestivo rimando ad un disvelamento definitivo che però non ci sarà. 

Marcello Marasco

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L'autore in forma di romanzo prende le mosse dall'attentato a Papa Wojtyla nel 1981.

Usando l'espediente di seguire quattro religiosi che in silenzio operano per rinnovare la Chiesa di Roma, l'autore ci fa partecipe delle circostanze politiche e storiche dalle quali è scaturito l'attentato. Non essendo un libro inchiesta Ferrari non si dilunga nella analisi del peso che la Chiesa, autorità religiosa e politica, esercita nelle vicende mondiali. Lo scandalo Ior, le mafie, la P2, la banda della Magliana, tangenti, gli intrighi delle gerarchie vaticane, la pedofilia, il ruolo dell'informazione forse anche il rapimento Orlandi per accrescere il già intricato quadro investigativo dell'attentato e un Papa che aveva energie, carisma e mezzi finanziari per liberare la sua terra dal giogo sovietico e forse per questo andava eliminato. Tutto ciò fa parte della nostra storia contemporanea.

Sabrina Piccolo

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Basato sul tentato omicidio di Giovanni Paolo II, Amen racconta le indagini di un giornalista, che deve destreggiarsi in labirinti intricati di finanza deviata, malavita organizzata, corruzione politica e massoneria, nella speranza di trovare uno straccio di verità.

A metà tra thriller storico e inchiesta giornalistica, tra romanzo e saggio, Amen lascia un po’ spiazzato il lettore, che alla fine non capisce dove finisce la realtà e ha inizio la fantasia o viceversa.

Ha però il pregio di ricostruire alcune delle vicende più buie della storia italiana, senza però essere particolarmente avvincente o illuminante.

Anna Di Rosa

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"AMEN", parola ebraica, deriva dalla radice semitica 'mn col senso di "sostenere, esser saldo", quindi "esser sicuro, certo, veritiero". Nella Bibbia è usato per lo più avverbialmente, sia per confermare ciò che altri ha detto ("sicuro! certo!"), sia per dare enfasi alla propria asserzione ("in verità! con sicurezza!"); nella liturgia ha pure un significato ottativo finale, esprimendo il desiderio che avvenga ciò che si è detto ("così sia!"), concludendo una preghiera ovvero una benedizione. 
Nel romanzo del giornalista Antonio Ferrari la parola "Amen" sigla un patto scellerato in un contesto, che di liturgico ha ben poco, dove interessi ecclesiastici, politici, massonici interagiscono in un mondo torbido e sotterraneo. Dove la verità e la certezza insiste nel significato puro della parola si macchiano di dubbio, di traffici sporchi, di loschi affari internazionali in cui l'Autore si muove, da abile segugio, nel tentativo di far emergere la luce in un doloroso fatto di cronaca: il tentato omicidio di Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981. Romanzo intrigante, quasi un thriller (purtroppo) dove affiora il desiderio di una Chiesa nuova. Amen. 

Rossella Corsuto

 

 

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