Anime
etrusche. L’ultimo Zilath di Fabrizio Cordoano
Solfanelli
La descrizione di luoghi, usi e costumi etruschi, tra cui la narrazione
della battaglia di Lago Regillo, dà l’impressione di
leggere un romanzo storico. La trama si slega in un susseguirsi di episodi in
cui il protagonista, uno Zilath - magistrato con
poteri politici, militari e religiosi-, assume i tratti di un eroe,
trasformando la storia in una sceneggiatura. Le descrizioni dei protagonisti
sono solo abbozzate e le tematiche sociali (disuguaglianza, violenza contro
donne e bambini, schiavitù) sono trattate a livello superficiale. Il salto
temporale finale, che riporta alla cultura etrusca, si rivela un piacevole
colpo di scena.
Rachele
***
Non è
facile portare un lettore all’interno di una storia ambientata in un tempo così
remoto come quello degli Etruschi e della Roma arcaica. Eppure l’autore ha
creato un racconto coinvolgente e basato su solide conoscenze storiche. Lo
stile di scrittura è semplice, asciutto ma non incoerente con l’epoca
descritta. La parte descrittiva è un po’ carente e alcune situazioni avrebbero
meritato un approfondimento ma nel complesso il romanzo è godibile e apre una
finestra sul misterioso mondo degli Etruschi
Isabella
***
Il testo fa entrare con semplicità nella vita politica e familiare dello
Zilath mach rasnal di
Caere, Zatte. Le vicende domestiche, gli intrighi per il potere, le alleanze
tra le diverse città stato, gli episodi di corruzione e tradimenti tra i
lucumoni, i sentimenti di amicizia e di amore profondi, l’interesse per il bene
del popolo, i riti religiosi raccontati minuziosamente, presentano al lettore
la popolazione etrusca, ne fanno apprezzare l’alto grado di civiltà, di
conoscenze e di cultura da cui certamente l’autore è affascinato. Nonostante la
ricchezza di descrizioni e il susseguirsi di eventi, il racconto,
caratterizzato dall’uso di dialoghi diretti e periodi brevi, risulta un po'
freddo.
Simona Tuzi
***
Si colloca
a metà strada tra romanzo e testo divulgativo, senza tuttavia riuscire a
trovare un equilibrio tra i due generi. La trama è densa di avvenimenti, che
vengono però introdotti e liquidati molto sbrigativamente ed in modo talora
superficiale. In un simile contesto, le parti dedicate all'illustrazione di usi
e costumi della civiltà etrusca, che di per sé avrebbero anche potuto essere
interessanti, finiscono col risultare di intralcio allo svolgimento della trama
appesantendo - a tratti - la lettura
Matteo Ferioli
***
La piacevole lettura dell'ultimo Zilath traccia
una linea sottile che unisce passato e presente, attraverso la descrizione di
storie antiche che affascinano, poiché capaci di riportare il lettore, non solo
in un'altra epoca, ma anche più vicino a certi valori che nell'età odierna
sembrano essersi persi. Congetture e tradimenti hanno sempre fatto parte della
storia dell'umanità, ma leggendo il testo emerge vividamente quanto i propri
interessi economici spesso prevalgano rispetto alla cura e all'attenzione
nei confronti di cosa lontane che non dovrebbero mai essere perdute.
Elena