< Libri e lettori

Assassinio a Villa Borghese di Walter Veltroni
Marsilio

 

Sicuramente un romanzo ricco di suspense, ambientato in uno dei posti più belli e interessanti della nostra capitale, di cui l’autore ci ha offerto un’ampia descrizione intrecciandola abilmente con la narrazione dei fatti. Sono tanti i personaggi, un po’ particolari, che ruotano intorno alla figura del commissario Buonvino, ognuno un po’ strambo, caratterizzato da problemi psicologici, di cui però l’autore fa un superficiale approfondimento. La narrazione è caratterizzata da una scrittura fluida ed accattivante, quindi piacevole. Mi è sembrata, però, un po’ precipitosa e confusa la conclusione della vicenda che ha lasciato in me un pizzico di insoddisfazione. Sicuramente forte è stata la curiosità di leggere un romanzo giallo scritto da un politico, ma forse, trattandosi di Veltroni, le aspettative erano più alte.

Adriana Vergilj

***

Poliziesco ben scritto, avvincente. Molto bella la figura del protagonista che mostra una personalità così diversa da come in genere ci viene descritto un commissario. Le sue fragilità lo rendono simpatico a chi legge e credibile. Lo scrittore rende la lettura piacevole fino alla fine. Mi è piaciuto. 

Maria Letizia Di Gregorio

***

Giovanni Buonvino, nominato commissario dopo anni di attesa e di mobbing, viene mandato a dirigere una squadra di improbabili poliziotti a Villa Borghese, il parco di Roma scelto non a caso come scenario di questo giallo poliziesco. Il racconto, pagina dopo pagina, si snoda tra strani omicidi, strani incontri e qualche stereotipo di troppo a cominciare dalla grande bellezza della città eterna e del suo parco che fanno da scenario a una storia, nonostante gli spunti e alcuni personaggi intriganti, è rallentata da un eccesso di citazioni che svelano le passioni cinematografiche/musicali dell’autore, Walter Veltroni. Il romanzo, di facile lettura, scorre via lievemente.

Maria Rosaria La Morgia

***

Il libro si legge facilmente e scorre veloce, sebbene la trama risulti poco convincente ed i personaggi stereotipati. Il giallo appare, quindi, quasi un pretesto per raccontare un viaggio di istruzione in cui le numerose citazioni, varie e dotte, si rivelano la vera “trama” del libro, mappa preziosa dei luoghi dell’anima per resistere al dolore, alle ingiustizie, all’oblio della morte e, Roma, con il suo patrimonio artistico e culturale, si impone quale scenario privilegiato.

Rita Pellegrini

***

Sicuramente un romanzo ricco di suspense, ambientato in uno dei posti più belli e interessanti della nostra capitale, di cui l’autore ci ha offerto un’ampia descrizione intrecciandola abilmente con la narrazione dei fatti. Sono tanti i personaggi, un po’ particolari, che ruotano intorno alla figura del commissario Buonvino, ognuno un po’ strambo, caratterizzato da problemi psicologici, di cui però l’autore fa un superficiale approfondimento. La narrazione è caratterizzata da una scrittura fluida ed accattivante, quindi piacevole. Mi è sembrata, però, un po’ precipitosa e confusa la conclusione della vicenda che ha lasciato in me un pizzico di insoddisfazione. Sicuramente forte è stata la curiosità di leggere un romanzo giallo scritto da un politico, ma forse, trattandosi di Veltroni, le aspettative erano più alte.

Adriana Vergilj

***

Esordisce con un romanzo giallo ambientato in uno dei luoghi più belli ed incantevoli di Roma. Questo non toglie il difetto di base della narrazione che non convince. È un giallo senza pretese, dispersivo nei passaggi letterari.

Anna Maria Martelli

***

Il testo sin dall'inizio si inquadra in uno schema ben definito, rispettando i cliché classici di un romanzo giallo, dall'ispettore che deve riscattarsi sia a livello professionale che personale, ai collaboratori dall'apparenza poco svegli, così come dall’individuazione dell’assassinio fino alla scena finale della confessione. Nonostante la suspense ben sviluppata e l’ambientazione interessante all'interno di villa Borghese il testo risulta un romanzo ordinario anche se ben costruito. Il lettore sin dalle prime pagine capisce di immergersi in una storia già nota, come se fosse uno spettatore che guarda un giallo in tv.

Elvira Martelli

***

Un racconto poliziesco, non un giallo, scritto non benissimo e malvolentieri, autoriferito nel linguaggio e nelle citazioni, che si svolge in una Villa Borghese idealizzata come oasi ambientale e di buone opere, in un commissariato di Polizia creato ad hoc, comprensivo di poliziotti assassini, per le per la necessità di riscatto di un commissario castrato dalla burocrazia, cui resta difficile attribuire una valenza ironica o sarcastica se non considerando la dedica iniziale a Manganelli, grande capo della polizia romana, noto al grande pubblico solo per la consistenza degli emolumenti percepiti.

Ezio Bianchi

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
L'iniziativa è riservata agli utenti maggiorenni. Questo sito non usa cookies.
Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
Vedi anche Il Blog di Giorgio Dell'Arti su Repubblica.it