< Libri e lettori

Roberto Baggio. Avevo solo un pensiero di Stefano  Piri
66thand2nd

 

***
Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Piacenza "I ragazzi del Liceo Gioia"
coordinato da Annalisa Trabacchi
***

 

 

Canta Diodato, nella colonna sonora del film Netflix “Il Divin Codino”: “chi ti ha visto incantare il mondo con un pallone/senza nascondere mai l’uomo dietro il campione…”. Perché Roberto Baggio è così, un Uomo oltre che un fuoriclasse, il cui nome è conosciuto da chiunque d calcio ne sappia almeno un pochino. E di questo racconta la sua autobiografia, aprendo uno scorcio sulle passioni e sulle delusioni e sugli affetti e sulle emozioni, mostrando così aspetti di lui che ancora non si conoscevano. Perché il Divin Codino non è solo calcio, talento, goal, riflettori. Ma non è nemmeno i sacrifici che ha dovuto fare per quegli infortuni al ginocchio che durante la carriera lo hanno tenuto lontano di campi di gioco per diverso tempo. Così come non è quel rigore sbagliato alla finale dei Mondiali del 1994 contro il Brasile, anche se lui lo porterà dentro per sempre e nessun appassionato di calcio o dimenticherà facilmente. Pagina dopo pagina, infatti, Baggio si riscopre anche come un uomo semplice, legato agli affetti e alla famiglia, non sempre capace di mantenere buoni rapporti con i suoi allenatori e interessato alla propria spiritualità fino alla conversione al Buddhismo. E così, alla fine di questo libro, dopo essersi mostrato al pubblico per la prima volta a 360 gradi, egli on è più solo il Divin Codino, calciatore in grado di compiere prodezze e di far emozionare i suoi tifosi ma diviene molto di più: diviene Roberto Baggio, un uomo in tutta la sua complessità.

Federica Tanzi

***

Un uomo, non solo un campione. Un uomo con le sue fragilità, i suoi dubbi, il suo percorso spirituale, il suo carattere spigoloso: al lettore lo stile di questa biografia arriva forte e chiaro già dalle prime pagine e nonostante l’autore cerchi di raccontare con uno sguardo aperto, questa lettura è destinata principalmente ai tifosi di calcio, e più in generale a tutti coloro che sono appassionati di sport. Proprio questa tipologia di lettore, infatti, potrà gustare a pieno la vicenda umana che è la vera protagonista dell’opera e la ricca aneddotica che ne costituisce il corredo.

Alice Bellocchio

 

***

La vita di Roberto Baggio è legata agli stadi nei quali ha fatto sognare gli spettatori con i suoi virtuosismi da fuoriclasse. Noto come Divin Codino, Baggio è stato un campione amato, ma a volte incompreso, che ha cercato di mantenere fede ai propri valori pur essendo un protagonista dello sport italiano. A qualche anno di distanza la storia di Baggio viene raccontata in un film di Netflix e in questo libro: entrambe le opere, pur mettendo in luce la complessa personalità del calciatore, lo rendono un mito al di fuori del tempo. E ciò accade non solo raccontando i suoi successi sportivi, ma narrando le sue contraddizioni (essere buddishta e cacciatore, per esempio) o i suoi fallimenti, come il rigore sbagliato a Pasadena nel ’94. Infine, una considerazione: lo stile di questo libro non è banale, l’autore si ispira alla narrazione epica dello sport di grandi cronisti del passato.

Isa Bacchi

 

 

***
Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Chiesa in Valmalenco “Leggere a 1000 slm”
coordinato da Maria Grazia Carrara
***

 

Probabilmente se il protagonista non fosse stato Roberto Baggio, non avrei mai terminato un libro dedicato ad un calciatore. Il linguaggio quasi poetico, traiettorie di palloni equiparabili a quelle azioni memorabili che cambiano il corso della storia, excursus filosofici, sono lontani dalla mia opinione sul calcio (nb opinione di una tifosa saltuaria). Nonostante lo scetticismo sulla mitizzazione di un calciatore, non si può negare che la figura di Roberto Baggio esca dai limiti del campo da calcio: è un passpartout universale, un argomento appassionante di conversazione tra persone che parlano lingue diverse nei più disparati angoli del globo, il simbolo del genio incompreso dai potenti (i club, gli allenatori), amato dal popolo (anche dagli avversari) che ha attraversato di sbieco decenni di rinnovamento calcistico, sempre fedele a se stesso. Ringrazio Youtube che ha permesso di chiarire visivamente le azioni da goal, che difficilmente riuscivo a figurarmi (tranne, ahimè, il famoso rigore sbagliato alla finale dei mondiali del ’94).

Roberta Gianone

***

Il libro di "Roberto Baggio - avevo solo un pensiero" mi ha sorpreso per la sua facile comprensione.

Essendo io giovane e non molto appassionata di calcio, non avevo quasi mai sentito parlare del famoso calciatore Roberto Baggio.

Dopo poche pagine avevo già inquadrato il personaggio e alla fine del libro ero a conoscenza della sua intera biografia.

Mi è piaciuta la scrittura, semplice e scorrevole, con un gergo calcistico limitato; è quindi una lettura accessibile a tutti, anche ai meno esperti nel settore.

Fiorella Pegorari

 

***
Circolo dei lettori del torneo di Robinson
, di Isernia "I mercoledì del libro"
coordinato da Leda Ruggiero
***

 

 

Affrontare le biografie è un compito impegnativo, che l'autore ha comunque saputo affrontare con leggerezza e contemporanea profondità.

La leggerezza emerge dalla simpatica ed ironica rappresentazione del personaggio e delle sue arcinote vicende, in modo tale da renderlo apprezzabile e gradevole anche a chi non è esperto di calcio; la profondità sta nella capacità di andare oltre la superficie del campione osannato e bistrattato dalla macchina macina-soldi del mondo del pallone.

La prosa è agile e gradevole.

Giudizio positivo anche sulla contestualizzazione degli eventi nel mondo e nell'epoca di narrazione, con la creazione di un piccolo affresco degli ultimi decenni.

Il lavoro è ben fatto; il suo limite è nella stessa natura dei fatti narrati, che, al di là della collocazione e dell'esposizione, sono comunque attinenti ad un contesto ristretto.

 

Bice Antonelli

***

In “Avevo solo un pensiero” Stefano Piri tesse le trame di un viaggio nell’esistenza di Roberto Baggio, un campione ritratto in modo realistico e sognante, poetico e duale, come la vibrante personalità del calciatore.

Simile al brivido che ogni appassionato di calcio (e non) ha provato, almeno una volta, nell’assaporare le giocate del ‘Divin codino’, la narrazione scorre decisa, attraverso flash e aneddoti curiosi, che introducono il lettore in una favola moderna.

Dagli esordi, sino alle vette di una carriera contraddistinta da sudore e azione, magia e sofferenza, incontri e scontri.

Roberto Baggio, nella penna di Piri, è un danzatore nella musica dell’esistenza, artista del pallone, ma soprattutto un uomo.

Egli resta fedele alla missione naturale cui siam destinati tutti: la ricerca di un equilibrio, sebbene precario, talvolta, attraverso la sofferenza e le difficoltà.

Metafora sacra, pienamente racchiusa nel pensiero buddhista, con cui la persona di Baggio entrò in contatto, abbracciandolo e facendolo suo in ogni gesto, in campo e nella vita.

Un testo che coinvolge persino un avventore distratto, nelle pagine, in cui Piri non presenta una cronaca, ma rimembra ricordi universalmente condivisi, racchiudendoli in una figura iconica e colpevolmente posta in secondo piano rispetto alle luci della ribalta-

Onesto, ruvido e dall’animo gentile, il protagonista dribbla gli onori della fama che spesso scadono nel vuoto.

Roberto Baggio come un Apollo greco, illuminò gli schermi e infiammò cuori.

Attraverso le sue giocate risvegliò una nazione, celebrando la grandezza dell’umiltà e destando l’attenzione su un’epoca storica divenuta culto: gli anni ’90.

Le ‘Notti magiche’ italiane rese vive da uno sguardo, sintetizzate in una filosofia esistenziale resa in modo prezioso dall’autore, che con raffinatezza ed eleganza si muove nel corso degli eventi emblematici della carriera del calciatore, dal Vicenza, al pallone d’oro, dagli ostacoli alla resilienza.

Una massima antica indica la conoscenza di se stessi come strada maestra e obiettivo finale dell’esistenza; il libro mostra lucidamente come una persona possa tentare tale rincorsa.

Difficile non provare riconoscenza, nei confronti dell’autore del testo e del protagonista, poiché entrambi portatori di un messaggio positivo e anacronistico, nei tempi confusi e alienanti che stiamo tutti inesorabilmente vivendo.

 

Shaana De Santis

***

 

 

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
L'iniziativa è riservata agli utenti maggiorenni. Questo sito non usa cookies.
Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
Vedi anche Il Blog di Giorgio Dell'Arti su Repubblica.it