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Costantino Santamore di Gemma Canzonieri
Alba

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Avellino “Parole tra noi leggere”
coordinato da Emilia Bersabea Cirillo
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Un uomo ultraottantenne veglia l’adorata moglie e ripercorre la sua vita da quando, poco più che bambino si arrampicava come una “simia” sull’albero maestro della barca di famiglia per ritinteggiarlo o sistemare le corde. Imbarcato su navi mercantili, conoscerà personaggi e luoghi meravigliosi fino a rendersi conto che il suo destino è la propria casa, l’unico luogo in cui l’esistenza abbia senso. 

Colpisce nella narrazione della Canzonieri la bellezza del personaggio, umile sì, ma determinato, positivo, empatico, avidamente curioso e capace di stupirsi e di godere della bellezza e della diversità del mondo. Anche degli altri personaggi sono ben delineati il carattere e la personalità forti o fragili. Le descrizioni dei luoghi ben ponderate, mai eccessive, contribuiscono all’atmosfera e al tono della narrazione. Pur nella semplicità, il testo è curato nei dettagli senza mai risultare banale, Riesce infatti a darci uno spaccato di storia del ventesimo secolo, con le vicende di uomini che hanno affrontato guerra fame e povertà.

Enza Pulzone

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Questo romanzo, scritto in modo snello e scorrevole, a differenza di quanto faccia intendere nelle prime pagine, in cui sembra che il tema centrale sia l’amore del protagonista per la sua compagna di vita, che pure emerge a tratti nel corso della narrazione, in realtà ha come tema dominante il suo amore per il mare; un amore autentico e profondo che fa da sfondo alle vicende dell’intera vita.

Lettura gradevole che però non coinvolge emotivamente e a tratti diventa quasi cronaca autobiografica. Tuttavia è interessante l’intreccio tra le vicende personali e quelle storico- sociali dell’area geografica in cui è ambientata.

Rossella Luciano

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In questo romanzo si intrecciano le vicende personali del protagonista e le vicende storiche e politiche che hanno sconvolto il XX secolo. Costantino, ormai ultraottantenne, ripercorre la sua vita e rievoca la storia di molte altre famiglie e lavoratori che hanno conosciuto in prima persona guerra, fame, povertà.

Elena Tarantino

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Alla veglia funebre dell’amata moglie, Costantino Santamore, ripercorre la sua vita avventurosa. Ricorda le sue umili origini, la sua passione per il mare che lo porta ad imbarcarsi e a girare per il mondo, rivive il dramma della guerra, il suo ritorno al paese di origine e il suo matrimonio.

Antonietta Frieri

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Robinson di Vicchio “Ghost readers”
coordinato da Serena Materassi
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Libro semplice, ma coinvolgente, mette in evidenza la vita del secolo passato sconvolto da guerre, ma anche caratterizzato da contrapposizioni sociali e politici. Dal paesello, Costantino compie il giro del mondo imbarcato su una nave mercantile. La vita scorre coinvolgendo molte persone che hanno provato sulla propria pelle guerra, fame, paura, povertà, senza perdere speranze e fiducia nella vita. Per me un buon romanzo che invita ad arrivare velocemente alla pagina dopo.

Patrizia Zuri

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La storia siamo noi, dice una strofa di una bellissima canzone di De Gregori. La storia è fatta di persone semplici, come  Costantino, pescatore di Caorle, di umili origini, che ha fatto il giro del mondo in una nave, con il suo profondo amore per il mare, ma con il cuore sempre legato a quel “lembo di terra” in cui ha vissuto.

Mille traversìe, vicende drammatiche, ma anche momenti bellissimi, incrociando la vita e destini di molti uomini e donne, di famiglie e di lavoratori. La guerra, la fame, la povertà e la paura, le disuguaglianze, sempre il viaggio, fino a comprendere, come Ulisse, che l’unico viaggio davvero importante è quello che riporta alla propria casa.

David Bianchi

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“Ricordo la prima volta che decisi di marinare la scuola- e marinare è il termine più appropriato sia nel nome che nei fatti- lasciavo il banco e andavo per mare!” Questo ragazzo era Costantino Santamore, il protagonista del libro omonimo, che ci racconta retrospettivamente tutta la sua vita partendo dalla fine, dalla sua vecchiaia ormai avanzata. E proprio in quella frase è il senso di tutta la sua vita: l’amore per il mare che lo ha portato a vivere le avventure più incredibili, ma anche delle vere e proprie tragedie, e infine a realizzare i suoi sogni. Una lingua semplice e diretta, senza fronzoli. La lettura scorre lieve come i racconti dei nonni, i racconti di mio padre. Nella storia personale del protagonista c’è la storia di un intero universo e qualcosa di ciascuno di noi. Me ne sono innamorata già dalle prime battute. Mi è piaciuto molto questo libro non solo per il viaggio di una vita raccontata da quest’uomo, ma anche per quel senso di struggimento e di malinconia che desta nel lettore. In qualche modo ci si riconosce in Costantino, nelle varie fasi della vita, è come se indicasse la strada. Vive Costantino senza farsi domande, non si chiede qual è il fine di questo nostro viaggio, semplicemente ce lo racconta con gioia e amarezza allo stesso tempo, a seconda dei ricordi che man mano affioreranno.

Madia Satalino

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Un viaggio a tutto tondo quello di Costantino, raccontato non solo come viaggio fisico, ma anche viaggio dell’anima, viaggio dell’uomo nella società del suo tempo. Il protagonista parte dal proprio paese povero, ma vive un incredibile cambio di fortuna, ma riesce sempre a ritrovare e ricordare le proprie origini: Gliel’ho detto che al mio paesello mi hanno pure dato un soprannome per quanto sono bravo ad arrampicarmi sugli alberi delle barche e sistemare le vele? La scimmietta! È così che mi conoscono tutti, sa? Costantino si imbarca e viaggia in ogni dove, senza mai perdersi, senza mai dimenticare chi è e da dove è iniziata la sua incredibile vita, per questo guarda tutto con uno sguardo meravigliato: Che magnifica città era quella. Il paesello da cui provenivo non era poi molto diverso, visto dai miei occhi. Scorrono nelle pagine le esistenze di tante persone, luoghi diversi, eventi, ma Costantino mantiene la rotta del suo incredibile viaggio che lo riconduce alla meta più importante, tornare alla propria casa.

Cinzia Panichi

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Romanzo circolare, Costantino Santamore invita a riflettere su molti importanti aspetti della vita e lo fa con estrema semplicità, realismo e obiettività. E’ la storia di un poverissimo figlio di pescatori veneti, nato nel 1931, che amerà sempre il mare, e che anche quando verrà arruolato lo farà sulle navi. Durante la Seconda Guerra Mondiale il paese dove è nato subisce molti bombardamenti e Costantino è inseguito dagli ordigni anche sulla barca con cui va a pesca per aiutare il padre. Diverse volte sfugge alla morte per mano dei tedeschi, ma diversi suoi amici moriranno così. Sulle navi, che amerà tanto, attraverserà la guerra e il mondo. Da vero navigante però lo scopo principale della sua esistenza sarà sempre quello di tornare a casa dagli affetti e dall’ambiente che l’ha visto crescere, innamorarsi e farsi una famiglia. Con Costantino giriamo il mondo, dall’Africa colorata e contraddittoria, agli Stati Uniti, dove una città come New York è già riconoscibile per quello che sarà nei decenni successivi, una metropoli caotica, soffocante, che non riposa mai, così lontana dallo stile di vita degli umili.

Nel frattempo in Italia le cose stanno cambiando, negli anni ‘50 iniziano il boom economico e lo sviluppo del turismo. Una volta tornato a casa Costantino prova a fare il piccolo imprenditore, acquistando una barca per portare i turisti a fare escursioni nel “suo mare”, ma poi con l’amatissima moglie Franca e i tre figli, si trasferisce giocoforza a Milano e Torino a lavorare alla Pirelli visto che le spese si fanno sempre più pressanti. Anche Milano e Torino godono di descrizioni molto realistiche, che ce le mostrano durante gli anni della Ricostruzione e dell’industrializzazione. Il romanzo non scade mai nel volgare, altro particolare che ho apprezzato molto, una bella storia di amore per la vita, per il mare, per i veri affetti, piena di protagonisti ben assortiti, come ad esempio

la pescivendola Giovanna che crede di essere nata maschio e per questo incompresa da tutti, definita “matta”, per la quale comunque Costantino prova immediatamente simpatia e stima pur vivendo in anni ben lontani dai nostri. A mio giudizio veramente un bel libro.

Fiona Raffagni

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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