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L’antipatico di Claudio Martelli
La Nave di Teseo

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Robinson di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Un titolo antifrastico per un personaggio controverso, Bettino Craxi. Non una biografia, ma un’agiografia laica tracciata nelle sue linee essenziali dall’enfant prodige ideologico di Craxi, Claudio Martelli. L’autore dedica un’ampia sezione del libro alla riscoperta delle radici del “socialismo tricolore italiano” (da Mazzini a Garibaldi fino a Rosselli e a Pietro Nenni), non risparmiando acuminati strali al vetriolo indirizzati al Partito Comunista, definito “servo dei sovietici” e sostanzialmente liquidato come invidioso di un fighter nato: lui, Bettino. Alto, roccioso, asciutto nei modi, totus publicus e nel contempo riservato, alleato e però mai prono nei confronti degli USA, questo è Craxi per Claudio Martelli.  Spesso l’autore mette sui piatti della bilancia il proprio personalissimo giudizio su eventi e personaggi, non risparmiando al lettore un certo moralismo talvolta pruriginoso che prende corpo e sostanza, ad esempio, con affermazioni di questo tenore: “Anche quanti aborrono l’infedeltà dovrebbero convenire con i fedifraghi che la forma meno pericolosa di infedeltà è quella più leggera, mutevole, promiscua” (qui, il riferimento è alla vita coniugale di Craxi). Meno, molto meno viene scritto invece sulla vicenda giudiziaria di Craxi, proprio nella parte in cui l’agiografia lascia spazio all’apologia, e che trova la quadra nel messaggio sotteso ma forte e chiaro: “e allora, gli altri??”

Neva Galioto

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Un libro che non mi ha colpito né interessato. L’ho trovata decisamente poco obiettiva.

Caterina Pietravalle

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Claudio Martelli nel raccontarci il “suo Craxi” parte da una domanda: come mai il  suo amico, tra i massimi protagonisti di decenni di politica italiana, fu antipatico a tanti?Per rispondere e per capire come mai  la stampa e l’opinione pubblica gli si scagliarono come non avevano fatto, a parer suo, neanche con un dittatore come Benito Mussolini, scrive questa biografia ( spaziando peraltro nella storia del socialismo). La narrazione non è però affatto asettica e terza ma tenta, a mio avviso, una riabilitazione dell’ex presidente del consiglio, nonostante il fatto che tale operazione sia resa difficile dal fatto che fu lo stesso Craxi a decidere di morire da contumace.

Anche se macchiato da tale peccato (vogliamo definirlo veniale?) il libro si fa leggere perché ben scritto, perché riporta ad anni complessi e a vicende politiche sofferte e perché riesce a non annoiare anche chi (come me) per Craxi non ha mai provato né stima né, tanto meno, simpatia.

Viviana Conti

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Una biografia parziale che sembra più una apologia. Un testo disorganico che non cattura e non desta interesse o volontà di approfondimento

Serena crifò

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Una biografia per me complessa da seguire, che inizia evidenziando, forse per sminuire le motivazioni dei suoi detrattori, le ragioni per i quali Craxi fosse antipatico, e prosegue parlandoci dei suoi svariati interessi, e di tantissimi fatti secondo una chiara interpretazione (su indicazione di Craxi, nel 1989,  Martelli diviene vicepresidente del Consiglio dei Ministri, e quindi immagino che fosse per lui un padre dal punto di vista politico): della lotta per l’autonomia del PSI e del mutamento di identità del partito, dei rapporti positivi con i palestinesi, della trattativa con le Brigate Rosse per salvare Moro, dei risultati positivi del suo governo, del debito pubblico e dei finanziamenti illeciti, dei rapporti con il PCI, di Mani Pulite, dell’esilio in Tunisia, e delle scelte dei giudici. Lo stile è senza dubbio affascinante, ed è un’interessantissima testimonianza storica e culturale dalle argomentazioni chiare, come sono chiari il rimpianto per lo statista appassionato e innovatore costretto all’esilio, che sapeva eccitarsi e commuoversi come un ragazzino raccontando della liberazione di Filippo Turati, e la denuncia della coalizione che ne favorì la caduta.

Laura Mollica

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LA PRIMA DOMANDA CHE SI PONE MARTELLI, PARLANDO DI CRAXI È PERCHÉ RISULTASSE ANTIPATICO, FORSE PERCHÉ ERA ALTO GROSSO E AUTORITARIO, PERCHÉ DICEVA QUELLO CHE PENSAVA, SEMBRAVA SEMPRE TROPPO SICURO DI SE STESSO E AVEVA UN ATTEGGIAMENTO AGGRESSIVO? CHE UN LEADER ABBIA CARISMA E SUSCITI EMPATIA RITENGO SIA IMPORTANTE, MA LA DOMANDA CHE MI PONGO È: PUÒ LA MANCANZA DI QUESTO CARISMA DETERMINARE UNA COSÌ DISASTROSA CADUTA? NON CREDO CHE IL LIBRO SI POSSA DEFINIRE UNA BIOGRAFIA, L’AUTORE NON PARLA DELLA VITA DI CRAXI NON CI FA CONOSCERE I SUOI ANTENATI BIOLOGICI MA QUELLI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA FORMAZIONE DEL SUO PENSIERO POLITICO. INIZIA COSÌ UNA PARTE CHE PARLA DELLA GENESI DEL SOCIALISMO, SPAZIANDO DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE A GARIBALDI, DALLA RIVOLUZIONE RUSSA A LENIN, STALIN, TOGLIATTI, NENNI E COSÌ VIA. CONCENTRARE IN POCHE PAGINE SECOLI DI STORIA, ATTRAVERSO UNA NARRAZIONE NON CONSEQUENZIALE MA FATTA DI FOTOGRAMMI, NON È FACILE, IL TUTTO RISULTA SLEGATO E DIFFICILE DA SEGUIRE, INOLTRE, MARTELLI DÀ UNA SUA PERSONALE INTERPRETAZIONE DEI FATTI CHE NON È DETTO SIA CONDIVISIBILE. DOPO DI CHE PASSA A PARLARE DELLA VITA POLITICA ITALIANA METTENDO IN EVIDENZA QUELLI CHE, SECONDO LUI SONO STATI GLI ERRORI COMMESSI. IL CORSO DEGLI EVENTI NAZIONALI PERÒ NON È VISTO COME FRUTTO DI STORIA, TRADIZIONE, CONDIZIONAMENTI DA PARTE DELLA STRUTTURA ECONOMICA, NESSI E VINCOLI CON LA POLITICA ESTERA, MA COME IL RISULTATO DELLA CAPACITÀ DI UN LEADER DI ACCATTIVARSI O MENO LE SIMPATIE O, FORSE SAREBBE PIÙ GIUSTO DIRE, DELLA SUA CAPACITÀ DI MANIPOLAZIONE. QUANDO SI ARRIVA A PARLARE DEGLI EVENTI CHE HANNO PORTATO ALLA CONDANNA DI CRAXI, MARTELLI GLISSA, FA SOLO RIFERIMENTO AD ALCUNI ECCESSI CONTRO DI LUI, E L’UNICA GIUSTIFICAZIONE CHE RIESCE A TROVARE È “COSÌ FAN TUTTI “IN QUANTO LA CORREITÀ SBRICIOLA L’IMPORTANZA DEGLI AVVENIMENTI. A QUESTO PUNTO CREDO CHE LA MIA OPINIONE SIA CHIARA. AVREI CHIAMATO IL LIBRO “APOLOGIA DI CRAXI”. NON HO TROVATO LA SCRITTURA AVVINCENTE, NON CI TROVIAMO DI FRONTE A UN QUADRO, MA SOLO DI FRONTE AD UN COLLAGE SCOMPOSTO I CUI PEZZI SONO MESSI PIÙ O MENO IN EVIDENZA SECONDO LA TESI CHE SI VUOLE DIMOSTRARE.

Olinda Orlando

 

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