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La campana di Marbach di Renato Martinoni
Guanda

 

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Circolo letterario di Robinson
di Vigevano “Circolo Bibliosofia”
coordinato da Raffaella Barbero
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Il libro ci parla della gioventù del pittore Ligabue. I suoi inizi sono alquanto complicati, la madre è un’emigrata e subisce delle ripercussioni pesanti, in quanto rimane incinta senza essere sposata. La sua situazione la costringe a decisioni difficili per non essere considerata una poco di buono.

L’infanzia di Antonio è tutta in salita, isolamento, difficoltà di inserimento in una società che non si conosce, con questo romanzo tocchiamo con mano la terribile esperienza dell’emigrazione.

Grazie a questo libro, ricco di umanità, ci avviciniamo alla pittura di Ligabue, trovando ricordi della sua infanzia nella sua opera pittorica.  

Maria Basiricò

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Renato Martinoni racconta l’infanzia e l’adolescenza di Antonio Laccabue, nato da emigrati italiani nel 1899 a Zurigo. È stato un figlio non cercato e non voluto. Viene cresciuto da una famiglia di ristrette condizioni economiche che è costretta a traslocare spesso. Il bambino soffre di rachitismo, è difficile, è un ritardato. A parte il disegno, i risultati a scuola sono scoraggianti. Martinoni ci presenta in parallelo entrambe le famiglie di Antonio; due storie di povertà, di miseria e di alcolismo. La madre naturale, Maria Elisabetta, avrà altri figli ma non dimenticherà mai il suo primogenito, il figlio della “vergogna”. Questo Sorgenkind , questo ragazzo problematico, verrà accolto presso la scuola di Marbach dove i ragazzi deboli di mente studiano, pregano e lavorano. Verrà espulso due anni dopo per cattiva condotta. Sospesa tra realtà e finzione, è la storia ben scritta di un “matto” che ha paura dei ragni, dei millepiedi, degli scorpioni e delle campane. Le campane gli mettono tristezza. Ma che adora invece lavorare la pietra, l’argilla e soprattutto disegnare. Disegna animali che sembrano vivi. Mentre dipinge è felice.

 

Alessia Chierico

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La vita del pittore Antonio Ligabue (o Laccabue, dal nome del patrigno) viene descritta come complicata fin dall’inizio. Nato da madre sola e da padre ignoto, almeno fino alla metà del romanzo, viene presto dato in adozione a una coppia svizzera in cui il padre non lo ama e che lo porterà in un istituto quando la situazione diventa insostenibile principalmente a causa del carattere ingestibile di Antonio e dei problemi mentali che lo affliggono da sempre. Il trattamento delle malattie mentali viene raccontato in modo diretto e senza patetismo, inserendolo in quello che era il contesto socio-culturale dei primi del 900.Parallelamente è narrata la storia della madre naturale, Maria Elisabetta Costa, prima con il racconto della sua infanzia e adolescenza e poi con la descrizione della vita della famiglia Laccabue, segnata da continue disgrazie. Nel corso del romanzo ci sono incroci casuali, sporadici e inconsapevoli tra la famiglia adottiva di Antonio e la sua famiglia di origine quasi a dare speranza al lettore che Antonio possa ricongiungersi con la famiglia, cosa che non avverrà e che preserverà Antonio da una tragica fine.

Chiara Ghilardi

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Biografia romanzata del grande pittore, a metà tra saggio e romanzo. In questo doppio registro risiede la sua fragilità: a tratti noiosa come romanzo perché saggio, e a tratti indisponente perché la descrizione degli eventi è ritardata dalla ricerca dell'effetto estetico... Comunque mi ha fatto venire voglia di leggere altre biografie su Ligabue.

Andrea Feoli

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È un libro che non si legge tanto facilmente. Ci viene raccontata la storia di una giovane donna italiana, costretta ad emigrare, per trovare un lavoro al nord.

Un figlio non desiderato, Antonio, che viene dato in adozione. Un ragazzino particolare, non facile da gestire, che poi diventerà un grande pittore dei suoi tempi.

Colpiscono particolarmente descrizione delle condizioni della vita del fine del 19 secolo-inizio del 20simo.

 

Eugenia Malycheva

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