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Presunto colpevole. Gli ultimi giorni di Craxi di Marcello Sorgi
Einaudi

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Robinson di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Una storia nella Storia, uno scorcio di storia italiana dai risvolti a tratti tragici. Uno scossone al sistema, o forse solo una resa dei conti.

La Storia scritta dagli scrittori presenta sempre punti di vista personali, a tratti romanzati, spesso non rispondenti ai reali accadimenti.

Il rischio delle storie è quello di creare un'altra Storia. Il libro è di piacevole lettura, Sorgi scrive bene, lo stile non si presta a rappresentazioni fantasiose, è una storia che sa di nostalgia e di desiderio di miglior comprensione a giustificazione di una Giustizia che lascia il gusto amaro dell'ineluttabile. Tuttavia i pilastri sono altri, il "Così è, se vi pare!", per esempio.

Angela falcone

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La biografia di Craxi è limitata al periodo dal 1976 anno in cui diventa segretario del PSI alla sua morte ad Hammamet . La ricostruzione non è perfettamente imparziale perché Sorgi vuole rivalutare la dimensione politica di Craxi quasi minimizzando le colpe che ha avuto nell accentuare la corruzione  della politica italiana (potremmo dire la questione immorale)non a caso dopo poco verrà L era berlusconiana. Sorgi sottolinea il ruolo rilevante di Craxi (su questo non ci sono dubbi) nella crisi sia dell’Achille Lauro sia su Sigonella.  Traccia un parallelo con Moro e sostiene che ambedue hanno trovato un muro nello Stato: per il primo nessuna trattativa per il rilascio per il secondo il diniego a trasferirlo in Italia per farlo curare senza arrestarlo. Sorgi però non fa un distinguo tra la figura altamente morale di Moro e la figura quasi immorale di Craxi. Sorgi stressa la posizione di Craxi nella vicenda Moro; di fatto è l’unico politico che prende posizione per una trattativa: questo atteggiamento sicuramente va a suo merito perché la liberazione di Moro poteva essere per lui l’ esclusione dal governo se si realizzava il compromesso storico. Sorgi adombra la possibilità che il governo Americano abbia avuto un ruolo nella vicenda di Mani Pulite come vendetta per la vicenda Sigonella: difficile da credere. Nel saggio viene sottolineato il ruolo contraddittorio dello stato italiano nel negare l’ingresso in Italia per curarsi (se non a condizione di essere arrestato)e poi successivamente nell’offrire esequie di Stato. La corte Europea e Napolitano riabilitano Craxi: tuttavia la frase finale di Sorgi lascia perplessi.

Come scrive Rainer Maria Rilke: «Giacché la celebrità è in fondo soltanto la summa di tutti i malintesi che si addensano attorno un nome nuovo. Craxi ha avuto demeriti e meriti ma sicuramente i suoi demeriti non sono malintesi!!

Mario Cottone

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Seppur meno evidente anche questa biografia di Craxi lascia trasparire una volontà di riabilitazione che non convince.

Serena Crifò

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Robinson di Palermo 1 “Gli amici del Venerdì”
coordinato da Paola Ardizzone
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Il libro racconta ed esamina la caduta di Craxi, di come da più importante figura politica della nuova era divenne il capro espiatorio per la caduta della Seconda Repubblica.

Sono riportati gli ultimi giorni in esilio. Il dolore psicologico e fisico. La consapevolezza che non avrebbe più rivisto la sua terra di nascita.

Si accenna poco al carattere del giovane Craxi però. In alcuni passaggi si cerca anche di mitizzarlo troppo.

Claudia Casano

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Il testo di Sorgi, scorrevole e agile pur se scrupolosamente documentato, ci riporta alla figura politica di Bettino Craxi, che ha segnato la politica italiana negli anni ’80 e agli inizi dei ’90, quando, con l’inchiesta giudiziaria “Mani pulite”, il sistema istituzionale/governativo viene travolto e Craxi, pluricondannato, si

sottrae alla giustizia italiana e risiede negli ultimi anni della sua vita ad Hammamet in Tunisia, mantenendo tuttavia contatti e frequentazioni con esponenti del suo partito. È certamente un libro “a tesi”, che vuole dimostrare quanto Craxi abbia assunto il ruolo di capro espiatorio di una prassi di corruzione e deterioramento della politica italiana, di fatto condivisa da molti partiti di allora, e che abbia pagato a caro prezzo l’essersi opposto con determinazione alla subalternità dell’Italia agli Usa nell’ambito della NATO. È una tesi che si può condividere o meno, ma Sorgi racconta con uno stile agile di stampo giornalistico la sofferenza della lontananza, della presunta persecuzione giudiziaria, e infine della malattia.

Nei lettori, divisi fra coloro che lo considerarono “latitante” e coloro che condivisero la sua stessa

definizione di “esule”, resta comunque il germe del dubbio, forse il maggior pregio del libro, in un mondo in cui l’approccio “manicheo” è sempre più diffuso.

Valeria Balsano

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il mio voto per questa tornata è Garau 1 Sorgi 0, giusto per il maggiore e più evidente sforzo messo in campo dalla prima.

Per quanto riguarda le piccole note critiche ho qualche problema in quanto la noia profondissima che ho patito leggendo i due libri offusca seriamente la mia capacità di giudizio...

SerenellaTinaglia

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