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Putin di Nicolai Lilin
Piemme

 

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Robinson di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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Il prologo non mi aveva convinto anzi in realtà mi aspettavo una biografia di regime, noiosa e dove veniva esaltata la figura del grande zar contemporaneo.Così ho affrontato la lettura con il metodo Pennac saltando da un capitolo all'altro e rapidamente mi sono appassionato sia al modo di scrivere sia alla storia di un uomo che veniva raccontata attraverso una attenta indagine della società dove cresceva.

Putin è diventato uomo mordendo la vita, nato in una famiglia povera ha caparbiamente perseguito l'obiettivo di conquistare sempre più alte vette sociali, senza riserve etiche o morali, sempre dritto all'obiettivo.

Il libro è scritto molto bene, Lilin è per me una bellissima scoperta, scrittore e ricercatore di prima grandezza. Penso che tornerò a leggerlo ogni qualvolta si presenterà una occasione

Giuseppe Riccio

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WHO IS MISTER PUTIN? DA QUESTA DOMANDA POSTA DA UNA GIORNALISTA INGLESE, E CHE È STATA RIPETUTA MIGLIAIA DI VOLTE COME UN MANTRA, PARTE IL LIBRO DI LILIN, IL QUALE SUBITO PRECISA CHE PUTIN NON È “L’UOMO MANDATO DA DIO PER SALVARE LA RUSSIA “COME MOLTI LO RAFFIGURANO E NEPPURE IL DEMONIO CAPACE DI QUALUNQUE COSA. PUTIN È SOLO UN UOMO E COME TALE VA VISTO. INCOMINCIA COSI IL RACCONTO DELLA SUA VITA CHE SI INTERSECA CON GLI AVVENIMENTI STORICI DELL’EPOCA. NELLA SUA INFANZIA VLADIMIR PUTIN VIVE IN UNA CASA POPOLARE IN UN QUARTIERE DI LENINGRADO NOTO PER L’ALTO TASSO DI CRIMINALITÀ, LÀ IMPARA A DIFENDERSI A NON SOCCOMBERE AD ATTACCARE PER PRIMO SE SI SENTE MINACCIATO. ESSENDO DI COSTITUZIONE ESILE, PER ACQUISTARE FORZA COMINCIA A FREQUENTARE PALESTRE SOPRATTUTTO DI ARTI MARZIALI CHE CONTRIBUISCONO A CAMBIARE ANCHE IL SUO CARATTERE. DA GIOVANE IL SUO DESIDERIO MAGGIORE È FARE PARTE DEL K G B , PER REALIZZARLO STUDIA CON IMPEGNO, SOPRATTUTTO LEGGE ED ECONOMIA, RIESCE A RAGGIUNGERE IL SUO SCOPO E PER TANTI ANNI GLI VENGONO AFFIDATE MISSIONI ALL’ESTERO. PER ANALIZZARE IL PRESENTE, L’AUTORE PARLA CON UN LINGUAGGIO CHIARO E DISCORSIVO DEI PRECEDENTI PERIODI STORICI. PARLA DI STALIN DEL SOGNO DEL COMUNISMO INFRANTO, SOSTITUITO DA UN CAPITALISMO DI STATO CON LE CONSEGUENZE DISASTROSE CHE TUTTI CONOSCIAMO. PARLA DI KRUSCEV, DI GORBACIOV E DEL DISORIENTAMENTO DELLA POPOLAZIONE CHE IMPROVVISAMENTE SI È TROVATA A NON POTER CONTARE NEANCHE SU QUEL MINIMO DI CUI AVEVA FINO AD ALLORA FRUITO. PARLA DI ELTSIN CHE UBRIACO AVEVA BALLATO DAVANTI A CLINTON DIVERTITO DALLA SUA ESIBIZIONE. L’AUTORE FA ANCHE UN QUADRO DELLE GRAVI RISTRETTEZZE ECONOMICHE IN CUI VIVEVA LA POPOLAZIONE. A QUESTO PROPOSITO BASTA RIFERIRE UN EPISODIO CHE RIGUARDA DA VICINO PUTIN E CHE HO TROVATO MOLTO TOCCANTE: UN GIORNO IL PADRE RINCASANDO VEDE CHE STANNO PER PORTARE VIA LA MOGLIE CREDENDOLA MORTA DI STENTI E DI FAME, LUI SI ACCORGE CHE RESPIRA ANCORA E RIESCE A SALVARLA DIVIDENDO CON LEI LA MAGRA RAZIONE DI CIBO CHE RICEVE IN QUANTO INVALIDO. NATURALMENTE TRA TUTTO QUESTO CI SONO LE VARIE TAPPE DELL’ASCESA DI PUTIN CHE PRIMA DEL POTERE POLITICO, CERCA E RIESCE A CONQUISTARE UN ENORME POTERE ECONOMICO STRINGENDO ALLEANZE CON I PIÙ IMPORTANTI E POCO RACCOMANDABILI AFFARISTI CHE, CON LA COPERTURA DI VARIE SIGLE DI ENTI GOVERNATIVI AVEVANO DEPREDATO LO STATO TANTO CHE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE PER L’ASCESA AL CREMLINO VIENE FINANZIATA CON MIGLIAIA DI DOLLARI. QUELLO CHE PIÙ MI HA COLPITO È CHE L’AUTORE RACCONTA I FATTI CON DISTACCO, NON DÀ GIUDIZI, LASCIA AL LETTORE LA POSSIBILITÀ DI FARLO. DI PUTIN METTE IN EVIDENZA L’AMBIZIONE, LA BRAMA DI POTERE E DI RICCHEZZA, LA MANCANZA DI SCRUPOLI, MA ANCHE LA LEALTÀ VERSO ANTICHI COMPAGNI E SUPERIORI, IL CORAGGIO, LA GRANDE FORZA DI VOLONTÀ E L’INTELLIGENZA.

Olinda Orlando

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Vladimir Putin, chi è costui? E’ un uomo spietato che esibisce con orgoglio un passato da ragazzo di strada e che dalle strade di san Pietroburgo ha imparato ad agire seguendo un comandamento: se una rissa è inevitabile bisogna picchiare per primi, principio che viene applicato con spregiudicatezza da questo novello zar anche nello scenario geopolitico. E’ un grande comunicatore, capace di adattarsi a qualsiasi contesto e di arrivare al cuore della gente più umile utilizzando il lessico dei bassifondi e della periferia. E’ il prodotto di un sistema che, comunque, ha consentito ad un uomo di umilissime origini (i bisnonni erano servi della gleba) di utilizzare quel formidabile ascensore sociale che è l’istruzione per occupare posizioni di prestigio sia in ambito universitario che al KGB, di cui ha assorbito i metodi e la capacità di analizzare le informazioni.   E’ il risultato della nuova politica elsiniana che scriteriatamente ha legato a filo doppio l’amministrazione dello Stato con gli oligarchi, gli uomini d’affari di derivazione criminale che si sono spartiti i brandelli di quello che rimaneva dell’Unione Sovietica.  E’ un ritratto ben riuscito quello che ci regala l’autore, perché cerca di far emergere la complessità di questo personaggio e del periodo che si è trovato a dover gestire senza risultare, come spesso succede nelle biografie, un didascalico snocciolamento di fatti. Lilin mi ha fatto metter comoda e mi ha raccontato una storia, rispondendo spesso alle domande che gli ponevo man mano che procedevo e intessendo con me che lo leggevo un dialogo fitto e appassionante. Bravo, bene, bis!

Annalisa Cannata

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Dopo “Educazione siberiana”, Nicolai Lilin, giovane scrittore italiano di origini russe, fornisce in “Putin, l’ultimo zar” un ritratto complesso e sfaccettato del premier russo Vladimir Putin, il cui governo quasi assoluto sembra assomigliare più a quello della Russia zarista dei primi del Novecento che a quello di una moderna repubblica presidenziale.

Laura Guercio

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Difficile non vendere l’anima al diavolo, quando lui se l’è già messa in tasca .Credo che questa frase sia perfetta per il Personaggio Putin figlio di un fabbro come Benito Mussolini :  forse avere un Fabbro come padre tempra lo spirito dei figli e li porta ad essere gente che comanda.La biografia di Lilin è un capolavoro perché ci restituisce il percorso formativo di un Leader cinico, freddo, risoluto, propenso alla corruzione che non conosce ostacoli pur di raggiungere i suoi obbiettivi. Le fasi della sua vita sono dipinte in un dimensione che procede in progressione algoritmica: l’adolescenza in mezzo ai ragazzi di strada dove Putin si inserisce perfettamente dimostrando di essere un leader; la fase degli studi universitari dove matura il suo desiderio di far parte del KGB e riesce ad essere arruolato grazie ad un curriculum universitario perfetto .Nel KGB viene inviato nella DDR dove impara sicuramente tutte le tecniche della Stasi e ne esce un perfetto agente KGB ; tornato a San Pietroburgo dopo la caduta del Muro diventa vicesindaco ed apre a tutti gli oligarchi corrotti di cui tiene le fila ed accumula ricchezze per cui viene successivamente accusato ma ne esce in indenne. Dimessosi il sindaco per accusa di corruzione Putin si ritrova per pochi mesi disoccupato e non cede alle lusinghe degli avversari perché fedele al suo sindaco. Questa è una sua qualità(??) infatti quando diventerà presidente arruolerà nella sua squadra personaggi del suo passato a lui fedeli ma corrotti  insomma si comporta  come i nostri mafiosi che ammazzano ma di tra di loro hanno un patto di sangue. Eltsin lo fa diventare presidente perché vede in lui il ruolo di Leader.Dopo una serie di attentati terroristici la sua capacità di trovare le soluzioni per sconfiggere il terrorismo fa di lui un eroe ed il popolo russo affamato, disorientato senza più la coperta del regime comunista si affida a lui che ben presto lo delude perché dimostra di non essere liberale ma un secondo zar per giunta corrotto. Bellissime le ultime due pagine in cui Lilin ci comunica il disorientamento della sua generazione insieme alla delusione La Russia spende per le armi e le imprese spaziali ma lascia che il suo sistema sanitario non sia più in grado di curare la gente.

Mario Cottone

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Nella introduzione a “Putin, l’ultimo zar” si legge che la motivazione addotta dal suo autore, Lilin, nello scrivere “l’ennesima biografia non autorizzata “ di Putin  è stata la sua curiosità per  il percorso umano della persona.  Non di meno, questa non è una biografia che si concentra particolarmente sul soggetto. Putin, sembra infatti uscire fuori, essere addirittura, il figlio, se così possiamo dire, dalla storia della Russia della fine del secolo scorso. Dunque è una biografia attentissima al contesto storico e per molti aspetti dietro la biografia possiamo anche leggere la storia della Russia di quel periodo e, per molti aspetti, anche della precedente Unione Sovietica.

Nonostante questa osservazione, si deve anche dire che l’elemento che conferisce al nostro testo il rango di “piccolo saggio” è dato dal fatto che la figura, il personaggio- Putin, non fagocita mai l’uomo-Putin. In una biografia può succedere, infatti, l’una o l’altra cosa; ovvero, sia che si ecceda concentrandosi sull’uomo ai danni del personaggio (dove personaggio va inteso il risultato dell’immagine storico – politica che egli ci fornisce) sia viceversa. Invece questo è un lavoro equilibrato. Facciamo un esempio: “Non bisogna però cadere nelle trappole dei luoghi comuni: Putin non era un bullo con il coltello a scatto in tasca, di quelli che dal mattino alla sera girano per i vicoli in penombra sputando tra i denti e minacciando i passanti per estorcere denaro. Essere “uno di strada” vuol dire soprattutto pensare e agire in base a una certa cultura, improntata in primo luogo alla necessità di sopravvivere in un mondo violento e spesso ingiusto” (Pagina 40). Come si vede, alla fine è il contesto, il processo di formazione, che determina il giudizio di Lilin e non lo scavo del personaggio. Un bene o un male? In questo caso un bene perché l’attitudine di Putin a mantenere un rapporto chiuso, scostato, quasi ostentato, di distanza dalle emozioni avrebbe potuto indurre un biografo a tentare sortite psicologiche del tipo dostoevskjiano, per restare in Russia. Invece no, Lilin resta ancorato ai fatti e al loro contesto, sebbene letto sempre con un intento ed un’angolazione ovviamente biografica.

Il vissuto, infatti, non è mai inventato ma circostanziato e suffragato da quanto Putin dice di se stesso, cosa che, parlando di vissuto, è quanto di più onesto possa fare un autore di biografie o saggi biografici. Esempio: “Lo stesso Putin, comunque, sostiene che fino all’età di dodici anni ad allevarlo furono «la madre, la scuola e la strada», sottolineando però come l’influenza della strada sia stata la più importante”. (Pagina 44)

L’autore di questo libro, infine, non ha né timori reverenziali né pregiudizi; questo è un pregio non sempre riscontrabile nelle biografie. Esempio: “..molti hanno perso fiducia nel governo e nel presidente, le cui apparizioni televisive sono risultate prive di contenuto. Secondo i sondaggi del Centro russo per lo studio dell’opinione pubblica, la sua popolarità è scesa dall’89,9% del 2015 al 28% di fine maggio 2020. Il fatto è che Putin non è riuscito a tranquillizzare il popolo come un tempo sapeva fare; si è anzi mostrato distaccato e non è stato in grado di abbozzare nemmeno la sagoma di una vaga speranza”

Cinzia Marino

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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