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Roberto Baggio. Avevo solo un pensiero di Stefano  Piri
66thand2nd

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Triuggio “Canonica”
coordinato da Carlo Riva

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Scrittura agile, inizio “aneddotico” dal taglio contemporaneo che invoglia a proseguire. Pur partendo da una quasi totale mancanza di interesse e competenza sul tema “campioni di calcio”, mi sono resa conto che avevo voglia di capire perché anche Baggio (Roberto) è stato un “irregolare”, o meglio palesemente discontinuo anche solo nei titoli del TG: osannato un giorno e ignorato l’altro, che appariva e scompariva toccando il fondo dell’indifferenza e i vertici della fama (il Pallone d’Oro…) in tempi relativamente brevi. E più volte. Ma altro che “discontinuo”: alla fine scopro che sapeva curare i suoi interessi e ha perseguito costantemente poche ma fondamentali passioni (tirare in porta, andare a caccia, il buddhismo) e un obiettivo irrinunciabile: ciò che lo fa stare bene con se stesso. Un libro piacevole, che non comprerei mai per me ma regalerei. 

Franca Pieroni

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Tutta la carriera di un calciatore iconico come Roberto Baggio riassunta in 10 capitoli, ognuno dedicato ad una delle squadre in cui il grande campione ha giocato o alle esperienze avute in nazionale. Il ritratto complessivo è quello di una carriera travagliata, condizionata da infortuni finisci, qualche fraintendimento di troppo coi colleghi e grosse frizioni con gli allenatori di turno. Racconti dettagliati delle partite giocate con richiami a fotogrammi di video disponibili su YouTube e ad articoli di giornale dell’epoca, a tratti anche di cronaca - un lavoro certosino di ricostruzione di tutti gli eventi che hanno caratterizzato la carriera del campione. Peccato che il risultato finale sia decisamente noioso.

Paola Cesana

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Mi è piaciuto molto questo libro perché è avvincente e scorrevole. La storia ben scritta di un mito italiano che ha fatto sognare tante generazioni di ragazzini. Baggio un uomo semplice ma determinato. Un uomo con i piedi per terra e un grande spirito, la volontà di superare i problemi e i propri limiti con grande coraggio per poter coronare il suo sogno: giocare a pallone.

L’autore è riuscito sapientemente a raccontare la storia di un solo uomo senza dimenticare e sminuire gli altri giocatori e allenatori, anzi spiegando con cognizione di causa come tutti insieme abbiano contribuito a costruire un mito.

Mi è piaciuta molto anche l’ironia e la leggerezza dell’autore nel raccontare alcuni fatti gravi accaduti nella vita di Baggio.

Francesca Maffoni

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Al di là dell’interesse specifico per il calcio e per Baggio, è stato un libro piacevole da leggere. In parte perché, pur non essendo un appassionato, il personaggio è uno di quelli che hanno accompagnato sullo sfondo la cultura popolare. Ho apprezzato il racconto divulgativo, quasi da trasmissione pomeridiana, leggero e con citazioni e riferimenti comprensibili e a volte divertenti. Una scrittura garbata e amichevole, anche con riferimenti letterari e cinematografici “colti” ma messi con leggerezza, chi sa capisce, chi non sa va avanti.

Andrea Marchetti

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Arezzo “Gli instabili”
 coordinato da Dorine Shkreli

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Questo libro è la prova che quando si ha passione per qualcosa, per quanto lontana sia dai nostri gusti personali, arriva come una brezza e ci strappa un sorriso. L'ho trovato molto coinvolgente perchè Pini rispetta i tratti caratteriali di un campione del calcio cui interessa dare il massimo non per i suoi allenatori, ma per il suo pubblico: perchè comprare il biglietto per vederlo danzare in campo con la sua leggerezza infantile possa valerne sempre la pena per qualunque squadra si tifi. Quello che lo rende godibile è il fatto che Pini apre molto spazio, parla ai suoi lettori, li inviti tra le sue parentesi a guardare e riguardare gli episodi che hanno eletto Baggio tra i più grandi.  Il calcio è un gioco di squadra, non si può vincere da soli, da soli si può fare la differenza. Viene fuori tra le righe anche lo scorcio di una Italia che ha bisogno di eroi buoni che raccontino l'eccellenza. Quella che l'autore ci propone è anche la storia di un talento spezzato dai tradimenti di un sistema che guarda ai soldi più che ad offrire un calcio bello e onesto. Poi ci sono i cedimenti fisici, il dolore e la voglia di non arrendersi mai, che è la parte più empatica di questa storia, fino a quando ci si accorge che è più saggio chiudersi la porta indietro perchè le delusioni sono brucianti e condizionano fortemente la resa in campo e comprare il biglietto forse non vale più la pena.

Dorine Shkreli

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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