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Stanotte dormirai nel letto del re di Sandra Bonsanti
Archinto

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Roma2 “Passaparola”
coordinato da Giulia Alberico
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Sandra Bonsanti scava nei ricordi, raccoglie notizie negli archivi, legge e traduce la vita e la sofferenza degli intellettuali rifugiati a Firenze durante l’occupazione nazista. Al centro della narrazione compare il buio della dittatura che contrasta con la luce della cultura salvata da poeti e scrittori che trovarono ospitalità nel gabinetto Vieusseux. L’insegnamento è quello di Gobetti e dei fratelli Rosselli, di Giustizia e Libertà. Dopo l’arrivo degli alleati la guerra continua in montagna. Quei monti, che nella fantasia di una bambina assumevano forme favolistiche, ora si trasformano in mostri tragici che massacrano donne e bambini senza pietà come a Sant’Anna di Stazzema. Presente in tutto il memoriale, il sentimento del tempo, in particolare quello di mezzo, il tempo ebraico dell’attesa. Lo sguardo sul passato si sedimenta, mentre la vita a poco a poco riprende e lascia che i ricordi si fermino fino a diventare memoria. I momenti salienti di un periodo storico così rilevante, gli uomini e le donne, intellettuali che hanno lasciato un segno nella storia, a volte mancano di corpo e sfuggono al lettore come agli occhi della bambina che osserva senza comprendere.

Livia Tucceri

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Il libro è un memoir che, con gli occhi di una bambina, ricompone gli eventi della Seconda guerra mondiale a Firenze dopo l’8 settembre, vividi e pieni di emozioni anche 80 anni dopo. Vicende di una famiglia borghese, circondata da personalità di spicco della cultura fiorentina e italiana di quegli anni che frequentavano il Gabinetto Vieusseux, di cui il padre Alessandro era direttore. Gadda, Montale, Carlo Levi e molti altri, sono descritti nella loro quotidianità più che attraverso gli scritti o i discorsi fatti al caffè Giubbe Rosse. Alla memoria indelebile degli ultimi giorni dell’occupazione si unisce una galleria di esempi in cui si espresse l’antifascismo, senza rimarcarne le dovute diversità. Bonsanti rivendica il ruolo di quel sodalizio intellettuale ‘istintivamente antifascista’, promotore di una idea di cultura fondamento di libertà. A suo padre il merito di avere difeso “con il corpo” carte e libri che contenevano pezzi di storia della Nazione, anche se qualcuno andò perduto in un doloroso falò. Un libro proiettato sull’oggi, una riflessione su ciò che resta di quegli ideali.

Alfredo Menichelli

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Cronaca familiare o meglio ricordi intimi familiari di una famiglia vissuta a Firenze nel Novecento frequentata da intellettuali e scrittori, che hanno diffuso e conservato e anche rappresentato la letteratura di quel secolo. L’autrice rivive con tenerezza ed emozione il suo rapporto di bambina con il padre, figura di intellettuale, dedito alla cura e conservazione e scoperta di pubblicazioni letterarie in una Firenze martoriata la brutalità fascista, la guerra, l’occupazione, i bombardamenti e i morti, la persecuzione contro gli ebrei. L’opera accenna agli eventi tragici del ‘900; essi fanno da sfondo alla distruzione della vita privata e intellettuale dei familiari e di coloro che frequentavano casa Bonsanti, per lo più pacifici studiosi e letterati, per nulla impegnati in attività politiche, ma che dovettero nascondersi e comunque cercare di sfuggire alla persecuzione del regime fascista.

E’ la storia di vita familiare, è la storia di discussioni e amicizie letterarie e soprattutto di libri: punto focale di questa storia, infatti, è il rogo di libri. Il padre della Bonsanti, Alessandro, che trascorse quasi tutta la sua vita a promuovere pubblicazioni di libri italiani e stranieri, in una specie di doloroso contrappasso, fu costretto a bruciare i carteggi dei suoi amici scrittori per evitare che cadessero nelle mani dei nazisti che, a seguito di una “spiata”, perquisirono la sua casa.

Prevale nella narrazione, in breve, il ricordo affettuoso e dolente del rapporto dell’autrice con il padre, i frammenti di vita privata in cui sono coinvolti il padre e gli amici che frequentavano la casa, rivissuti con gli occhi e la coscienza di bambina ed allora gli avvenimenti di natura più prettamente storica e politica sono accennati e assorbiti nella formula del “Secolo Breve”.

Raffaella Cammarano

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Un affascinante memoir che cattura, coinvolge e, in qualche modo, dà speranza, allora come oggi, nel valore della cultura e del sapere, nonostante oggetto della narrazione siano anni duri, di paura, guerra, barbarie. Ne viene fuori rafforzata la forza e la dignità delle persone ( artisti, intellettuali, poeti) che non abdicarono mai alla fede nei valori di umanità e cultura e si opposero, nei modi che poterono, alla cieca dittatura e alla violenza..

Giulia Alberico

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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