Centoquarantanove anni. Gli occhi che
guardarono la Sindone di
Ada Grossi
Meravigli edizioni
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“Circolo dei lettori di Milano”
coordinato da Serena Caprara:
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La scrittrice milanese architetto di formazione, tradisce in ogni pagina, anzi in ogni riga la sua vera passione per l'archivistica, la diplomatica e per la narrativa. Il suo lavoro non è solo un racconto avvincente e ben scritto ma è anche un sapiente romanzo storico ed erudito che dipinge pagine chiave del Medioevo, sia per gli addetti ai lavori che per i lettori non specialisti. Da filologo e medievista non posso quindi che apprezzarne la cura dei dettagli e il rigore storico.
Stefano Maffei
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Buon romanzo di ambientazione medievale in cui si intrecciano finzione e ricostruzione storica. L'autrice racconta il viaggio della Sacra Sindone dalla Terrasanta all'Europa - negli anni in cui, secondo la storia ufficiale, non si hanno tracce della reliquia - e ipotizza un percorso tra califfi e crociate, eunuchi e templari, religione e avventura, guerra e amore. Una trama piacevole sorretta da una scrittura altrettanto piacevole.
Chiara Mariani
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Romanzo storico che si colloca nel solco della corrente letteraria cresciuta dopo il successo de " Il codice Da Vinci". La storia si svolge nel lungo periodo di tempo (tra il 1204 e la metà del XIV secolo) in cui non si hanno notizie ufficiali sulla sorte della Sindone, il telo funerario che secondo la tradizione avvolse Gesù dopo la sua morte e su cui rimase impressa la sua immagine. L'autrice costruisce una storia immaginaria delle peripezie della reliquia "miscelando" avvenimenti verificati e una lunga storia d'amore. Che però è l'aspetto meno intrigante dell'intreccio perché rischia di precipitare il libro verso il genere Harmony; un colpo d'ala, invece, si nota nella parte finale dello scritto, con la decifrazione di codici antichi che riesce a essere
molto coinvolgente.
Debora Ferrero
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Siamo nel Medioevo e le vicende di una famiglia si sviluppano intrecciandosi con quelle della Sindone. Romanzo corale del quale ho apprezzato il dipinto storico, esposto con dovizia di particolari e competenza, ma la scrittura acerba ha reso la storia prevedibile e poco coinvolgente.
Carla Fiorio
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