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Ci rivediamo a casa di Valentina Sagnibene

Rizzoli

 

Valentina Sagnibene nel suo "Ci rivediamo a casa" costruisce una trama cinematografica che ricorda molto le atmosfere patinate e tenere delle commedie americane: lo scontro tra caratteri opposti, il linguaggio ironico e autoironico rendono questo romanzo un intrattenimento piacevole.

Valeria Di Tano

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Musica! Musica e canzoni di generi, e di generazioni differenti sono costantemente evocati al ritmo di backward and forward giovane, brioso, pertinente alle tonalità contrastanti di giovani donne, ancora in fase di formazione, impegnate nell’impresa di individuare la propria strada, mentre altre donne, di età matura, cercano di ritrovarla.

Il romanzo è “dialogico”, accoglie più voci compresa quella esterna della narratrice, che si mescola a quella diretta di Teresa, la protagonista di una narrazione “sempre a palla”, che riflette le complicate visioni del mondo femminile di oggi che interagisce fra di esso, e con l’altro maschile. La bottega delle lanterne - che donano la luce dell’amore vissuto intensamente da Antonio e Lucia e, per ragioni umane, finito  scorge la speranza del ritorno a casa.

Tiziana Delsale

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Scrittura fresca e introspettiva, nel racconto la protagonista è una ventenne dei nostri giorni intenta ad affrontare il proprio quotidiano e le complessità delle relazioni interpersonali.

Le avventure si dipanano tra personaggi e ambienti tipicamente metropolitani; il linguaggio è spigliato e ricco di citazioni anglofone che rende il romanzo appetibile ai giovani lettori.

Barbara Vallò

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Storia di un incontro. Due giovani donne milanesi impegnate nella propria crescita personale dentro famiglie problematiche e microcosmi sociali impegnativi. Traumi adolescenziali generano conseguenze inverosimili e su tutto la possibilità di riscatto, sempre. Buona la scrittura a due ‘voci’, narratore e una delle due protagoniste, gustosi i riferimenti al cinema, spicca la figura accogliente di nonno Antonio dal passato difficile e che con le sue lanterne indica un ritorno, ma soprattutto un andare, per il mondo e dentro se stessi

Rosamaria Cerone

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è un testo scorrevole, gradevole, intelligente, che coniuga felicemente la giusta presenza di note drammatiche con un piacevole humour. Non so se approfondisca o meno i grandi temi esistenziali, ma certamente conosce il sillabario dell'introspezione psicologica. Comunque devo dire che, aldilà dei massimi sistemi che ricercavo in un libro quando ero più giovane, ora ho maturato l'opinione che un testo in cui ci sia un buon ritmo, che si legga con piacere trasmettendo comunque delle emozioni e dei contenuti, si possa considerare un'opera positiva.  L'espediente di alternare i capitoli con il racconto della voce narrante nell'uno e il racconto in terza persona nell'altro è forse un po'abusato, ma è condotto con mano abbastanza sicura.  

Alberta Balducci

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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