Come
Stai? di Valeria Vedovatti
Rizzoli
Il libro di Valeria Vedovatti, diciassettenne, è scritto in un italiano basico,
quasi da tema delle scuole medie e inframezzato da chat e fotografie. Insomma
una Chiara Gamberale semplificata. La storia è la classica storia di formazione
di adolescente, con un messaggio positivo e rappresenta, per quanto posso
comprendere, gli stati d’animo di molti adolescenti. Un po’ richiama, molto
alla lontana, Priscilla, libro della mia infanzia scritto dalla Anguissola, libro
che però’ ha ben altro spessore. Un fenomeno alla Lara Cardella o una
scrittrice che si evolverà’? Solo il futuro potrà’ dircelo.
Anna Damiani
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È quasi un
fotoromanzo, una storia leggera, che ha il pregio però di rappresentare la vita
di una ragazza di oggi, stretta tra gli impegni della scuola e di un’attività
sportiva, la vita in una famiglia non priva di problemi, l’esposizione a volte
eccessiva generata dai social network, le conseguenze a volte sleali che ne
derivano, la vita familiare non sempre facile.
Una storia adatta
a ragazzi, lieve lieve, che ha però almeno il pregio
della freschezza e fa piacere vedere il desiderio di scrivere di una
giovanissima
Ugo Iezzi
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Come stai è il diario di un’adolescente che
scrivendo, forse inconsapevole del Tu che legge, si rivolge ad un “tu”, il
lettore di cui tuttavia non sembra consapevole, tanto da considerarlo un sé
stesso, da cui vuole essere riconosciuta. Forse, invece, c’è solo vanità,
esibizione di quel talento che s’immagina di possedere. La spontaneità è, al
contempo, la qualità migliore e peggiore del diario: dona freschezza,
immediatezza al racconto e crea anche empatia. Non nego di essermi rivista a
quell’età, durante le gite scolastiche. Ma è anche il suo limite: definisce un
orizzonte e una profondità, insufficienti entrambi. La prosa è piatta, né
ricchezza né icasticità. Non c’è – e non vi poteva essere stante la
contemporaneità tra l’azione e la scrittura – la meditazione, la riflessione,
la comprensione. Non vi è un vero percorso, non è un libro di formazione. E’ la “formazione” in itinere, inconsapevole di sé stessa.
Non ho apprezzato le foto che, se volevano accrescere il senso di intimità, di
multimedialità, di immediatezza, sono prive di reale interesse come in fondo il
racconto che, seppure simpatico e magari accattivante per un adolescente, resta
superficiale.
Sonia Marchioro
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Un libro per
adolescenti, scritto da un’adolescente famosa Youtuber.
Che dire? Letto a 52 anni forse non sortisce l’effetto desiderato, che immagino
sia quello di identificarsi con un percorso di formazione non particolarmente
originale. Le problematiche affrontate sono quelle che tutte abbiamo vissuto a
15 anni: essere se stesse o essere quello che mamma e
papà desiderano per noi; il primo amore; la separazione dei genitori; le
amiche/nemiche. Sì perché è un romanzo che non parla agli adolescenti in
generale ma alle adolescenti (femmine) in particolare. Indubbiamente ben
scritto se a scriverlo è una ragazza di 16 anni di cui si sente la penna acerba
e la tenera convinzione di aver detto cose importantissime. Mi è piaciuto
l’accento messo sulla natura umana che deve fare i conti con se
stessa, le sue ombre e le sue luci
Carlotta Maria Paschetto