Confini incerti di Agi Berta
Oltre
Ho letto il romanzo di
Agi Berta con estremo interesse e ritengo che per contrastare le forme di
razzismo odierno in Italia, come in gran parte dell'Europa contemporanea, sia
estremamente utile ripartire dalla narrazione dei luoghi come Cakovec un
piccolo paese nella parte settentrionale della Croazia "vicinissima
all’incrocio di tre frontiere: quella austriaca, l’ungherese e, appunto,
quella croata". Un punto d’incontro dunque, un melting
pot senza una chiara connotazione nazionale. Dove coabitavano croati, ungheresi, sloveni,
tedeschi e serbi. È in questo paese che ha inizio la vicenda familiare
degli Harmath, in origine Hadrovics, una famiglia nobile che conosce alterne vicende tra le
quali anche la condizione di profughi. Il ventesimo secolo con le sue
drammatiche vicende prende forma nella vita degli Harmath.
Anna Palumbo
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La storia personale e
familiare dell'autrice si intreccia indissolubilmente con la Storia.
Romanzo storico ben scritto, che narra di una famiglia ungherese che si trova a
vivere i fatti salienti del XX secolo da diversi punti di vista.
Paese pochissimo conosciuto per quanto sia molto vicino, l'Ungheria, che esce
piegato e devastato dalle Guerre Mondiali.
Pur apprezzando il romanzo, avrei preferito uno sguardo maggiore alla storia
familiare piuttosto che alle lunghe pagine storiche.
Marta Arnoldi
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Questo romanzo presenta una
narrazione scorrevole che ti conduce, senza pesantezza alla scoperta delle
vicende dei membri di una famiglia per tre generazioni. Vicende che si snodano
su uno scenario storico complesso e articolato che determina la vita di ogni
personaggio e che, attraverso i protagonisti stessi del romanzo, entra a far
parte del lettore in modo lieve ed educato, quasi in punta di piedi, pur nei
momenti più tragici.
Questa caratteristica è quella che mi ha spinto a sceglierlo rispetto al
secondo libro.
Monica Monina
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La mia preferenza va a "Confini
incerti". Più saggio storico che saga familiare, si riscatta nella
descrizione dei personaggi soprattutto nell'ultima parte, per fortuna più
ricca.
Paola Graziosi
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La
storia della famiglia Hadrovics, o forse dovremmo dire Harmath, nella Storia è
un viaggio, iniziato nel 1849, attraverso un’Europa senza confini stabili in
cui coloro che l’hanno abitata in quegli anni hanno avuto diverse concezioni di
“casa” pur appartenendo alla stessa famiglia. Questo romanzo, concentrato di
ricordi, ricerche e testimonianze è la prova di un viaggio difficile e spesso
incomprensibile. Sicuramente meno ostico per il lettore che, grazie alla penna
dell’autrice, riuscirà ad avere una panoramica chiara sugli eventi che si sono
abbattuti sull’Europa orientale dalla fine dell’Ottocento fino alla metà del
Novecento. L' autrice infatti, struttura il romanzo in modo tale che la
protagonista assoluta sia la famiglia Harmath con le sue vicende, ben
consapevole del fatto che in realtà, ciò che muove le redini di tutto sia
insindacabilmente la Storia. Si alternano così frammenti di guerre e trattati,
per comprendere e caratterizzare meglio i personaggi, a ricordi della stessa
autrice legati a riunioni di famiglia e a chiacchiere con la nonna, si
alternano eventi tragici e disumani a riflessioni personali sulla politica del
tempo. Bravissima a non trasformare il romanzo in un pedante e anonimo lavoro
didattico ma, viceversa a infondere interesse e curiosità.
Patrizia
Argenziano