Cose più grandi noi di Giorgio Scianna
Einaudi
Storia scritta in maniera fluente, con un buon ritmo, facile e avvincente
da seguire. Parla di un periodo, quello degli anni di piombo, della fine degli
anni '70- primi anni '80, che hanno segnato in maniera profonda noi italiani.
Eventi di portata nazionale che nel romanzo sono riportati in un unico nucleo
familiare, che viene stravolto dalla scelta di uno dei componenti della
famiglia, una diciottenne probabilmente immatura che aderisce a un gruppo
terroristico, finisce in galera, viene mandata ai domiciliari e viene punita
dai terroristi tramite il sequestro di un altro membro della famiglia, da lei
stessa poi liberato. La storia è veloce, da noir, ambientata in una Milano
dolente, in cui gli eventi terroristici, gli attentati, le minacce finiscono
per mettere in pericolo la pur piccola, ma preziosa, unità familiare. Bello,
molto gradevole da leggere.
Gilda Caruso
***
Sfondo: anni ottanta,
ultimo periodo degli anni di piombo. Lo Stato si confronta con una scelta
difficile riguardante la figura dei pentiti, spesso responsabili di delitti
terribili ma in molti casi fondamentali per la disfatta delle organizzazioni
terroristiche. Primo piano: una famiglia borghese come tante, lui medico, lei
avvocato, tre figli diversi tra loro. Tra questi Marghe,
in un altro momento storico sarebbe stata solo un’adolescente ribelle, qui, il
suo desiderio di giustizia l’ha trascinata nel mondo sotterraneo e oscuro dei
brigatisti. Attraverso i dialoghi conosciamo i personaggi, le loro differenze,
le asprezze e le tenerezze, il grande senso di unione e la determinazione con
cui cercano di proteggere la ragazza da se stessa e da
un malinteso senso dell’onore. Un romanzo che sul grande valore della famiglia.
Giovanna Albenzio
***
Autori ed editori ci
dicono spesso quanto sia faticoso individuare il titolo più giusto ad un lavoro
letterario. Il titolo del libro di Scianna
rappresenta invece una sintesi perfetta del lavoro di Scianna.
Una ragazza diciottenne,
nella Torino degli anni Ottanta, è stata posta agli arresti domiciliari dopo
solo qualche mese di carcere perché ‘pentita’. Non ha commesso reati specifici,
ma il semplice aver militato, seppur per brevissimo tempo, nelle Brigate Rosse,
se non ne avesse preso le distanze e, appunto, essersi ‘pentita’, l’avrebbe
esposta ad una lunga detenzione.
Più non può dirsi della
trama, perché quasi come un giallo la scrittura intreccia bene le psicologie e le
emozioni dei protagonisti - lei, il padre, la madre, la sorella e il fantastico
fratellino quattordicenne, il ragazzo - con gli avvenimenti e i fatti che si
susseguono, inducendo così ad una lettura sempre più serrata e appassionata.
Un bel libro, un bel
lavoro, una bella scrittura
Giusi Giannelli
***
Il romanzo è ambientato a Milano
all’epoca delle brigate rosse, Marghe, è una
diciottenne appena uscita dal carcere per recarsi col padre in un appartamento
dove sconterà gli arresti domiciliari avendo collaborato con la giustizia. Si
rivede con la famiglia e poi gli eventi prenderanno una piega inquietante
perché l’organizzazione terroristica intende vendicarsi del suo tradimento.
Sembra di “leggere” un film, una sceneggiatura a tutto campo dove il fiato
sospeso per le vicende che si susseguono si alterna a descrizioni di come la
gioventù dell’epoca ha vissuto ed operato nel tempo della rivoluzione armata,
si dipanano il dramma dei familiari assorbiti dalla preoccupazione per
l’incolumità dei loro ragazzi e l’inquietudine giovanile di Marghe
e dei suoi compagni. Siamo di fronte anche alla storia di una ragazza semplice
che ama la sua famiglia e che è disposta a tutto pur di proteggerla. Si legge
tutto d’un fiato, molto ben scritto, suggerisce riflessioni sulla storia del
nostro paese e sulla famiglia intesa nella sua attualità insostituibile e
fragile, tuttavia il finale appare poco realistico.
Margherita
Diana
***
Scritto con ritmo incalzante,
suscita tanti ricordi e sensazioni per chi ha attraversato gli anni di piombo
che ora ci sembrano così lontani. Bella l'analisi dei rapporti dei conflitti,
dei confronti tra madre e figlia , padre e figlia ,
fratello e sorelle. Il vissuto di un contesto famigliare in un momento cosi
difficile, in una città al centro degli eventi, con dei protagonisti totalmente
differenti tra loro anche a causa di professioni differenti dei genitori, tutto
in un momento storico cosi difficile, descrive un conflitto generazionale che
è, probabilmente , perenne ed irrisolvibile. Unico
neo, forse, il facile lieto fine che sminuisce un po' la profondità delle convinzioni
della protagonista, o quantomeno le rende superficiali.
Maria Teresa Intini