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Da noi non può succedere di Sinclair Lewis
Passigli

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Piacenza “Cumbriccula d'i piasintein”
coordinato da Daria Corsini
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Romanzo inquietante, per il solo fatto che quanto raffigurato si può realizzare. Abbiamo già visto o sentito narrare gli eventi descritti e sappiamo quanto la paura, ma anche l’indifferenza, il qualunquismo e l’ignoranza portino al prevalere della prepotenza e della brutalità. Il tema è avvincente, il populismo è un’esperienza passata ma anche un rischio presente e attuale. Forse per questo non l’ho votato, per l’amara considerazione che potrebbe essere un possible, tragico dejà-vu.

Daria Corsini

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L’autore vuole mettere in guardia gli Stati Uniti e tutto l’Occidente nei confronti dell’avvento di fascismi e populismi, ponendo l’attenzione su limiti e lacune della democrazia americana. Se il monito aveva senso nel 1935, data di uscita del romanzo, nel pieno della Grande Depressione e mentre Hitler si stava affermando in Europa, a maggior ragione è apparso profetico nel 2016, agli albori dell’era di Trump.

Infatti, in quello che possiamo definire un romanzo di fantapolitica, Sinclair Lewis rappresenta l’alternativa distopica alla riconferma di Roosevelt come presidente degli USA, con l’elezione di un politico carismatico e manipolatore, che sa fare leva su desideri, frustrazioni e paure del popolo ed è appoggiato da sostenitori che inneggiano al machismo, alle discriminazioni sociali e all’evasione fiscale. E, come in tutti i sistemi politici totalitari, inizia perseguitando gli intellettuali e la libertà d’opinione. Romanzo consistente sia nella forma che nei contenuti, presenta una prosa accurata e di pregio, ma complessa e poco scorrevole, che rende faticosa la lettura. La trama procede lenta, appesantita da troppe parti descrittive e inutili ripetizioni, come se lo scrittore volesse ribadire di continuo alcuni concetti per renderne più convincente il messaggio.

Paola Cerri

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Da noi non può succedere – Non mi ha particolarmente attratta questa storia di prepotenza, dittatura, crudeltà gratuita e stupidità. Non è tanto il fatto che non è originale, abbiamo già visto e letto storie di questo genere, previsioni in negativo di mondi diversi, di popoli che si lasciano incantare da chi promette vantaggi che non può mantenere, di omuncoli che per dimostrare quanto valgono devono prevaricare in modo spietato sugli altri. È che è una storia che scorre lenta, e con ripetizioni che la rendono noiosa.

Livia Ravella

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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