Da qui si vede
Capri di Matilde Gravili
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Anche se ambientato a Bologna e anche se la struttura della
storia è pulita e segue un ritmo piacevole questo libro non è riuscito a
rapirmi perché non è proprio il mio genere. Sento che non faccio parte del suo
target.
Sigrid Ploner
***
Matilde non ha
vent’anni eppure racconta la se stessa adolescente con
perizia, con la distanza giusta per non perdere autenticità ma per dimostrare di
aver già fatto un lavoro di allontanamento e di critica. Matilde ti trascina
nelle iperboli delle emozioni, dei sentimenti, dei dolori, dei sogni di
quell’età; c’è a lotta interna tra l’essere se stessi e farsi accettare dagli
altri, l’assenza di contestualizzazione, l’assolutezza di ogni accadimento.
Non so se quanto
racconta il libro o se il diario stesso siano totalmente inventati o invece in
parte vissuti, ma si sente un percorso autentico dei sentimenti e la
costruzione che si sposta avanti e indietro nel tempo assolve perfettamente la
funzione di raccontare il percorso di crescita e maturazione.
C’è la leggerezza
ma c’è anche tanta consapevolezza sotto traccia, lucidità e ironia e anche il
linguaggio è coerente con il personaggio.
Il finale poi è delizioso,
compiuto e non banale.
Lina
Salmon
***
M. Gravili, ”Da qui si vede Capri” Si tratta di un
testo poco accurato, sia per quanto riguarda la struttura narrativa che per il
linguaggio utilizzato. Forse avrebbe avuto bisogno di un robusto editing.
Annamaria Tagliavini
***
Inizio con un
commento su “Da qui si vede Capri” di M.Gravili.
Un libro da proporre agli adolescenti, scritto in modo scorrevole, ma troppo
schematico. Il primo ossessivo amore di una ragazza liceale che ha mescolato un
po’ le date del suo diario e lo ha stampato sulle pagine di un libro. Titolo e
copertina ingannevoli per chi si aspetta un romanzo partenopeo.
Federica Marzi