Diario dello smarrimento di Andrea Di Consoli
Mursia
Non mi ha colpito e mi è apparso per certi versi una replica dei Malavoglia di Verga.
Antonio Esposito
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Il libro è un flusso di pensieri che non seguono uno schema ma parlano di vita, amore, esperienze, di paure e di interrogativi. L'autore accompagna il lettore attraverso un viaggio all'interno dell'animo umano e, mettendosi a nudo, fornisce un percorso da cui scaturiscono riflessioni e domande. È uno di quei testi che leggi, sottolinei, rileggi e si ha l'impressione che, quelle parole, siano le proprie.
Stefania Cugnetto
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Non è un diario, non è un romanzo, è una raccolta di pensieri. Mi è piaciuto l'amore per il Sud. È visto come quel luogo dove ritornare dopo lo smarrimento? A questa domanda non so trovare risposta.
Michela Mazzei
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Libro sorprendente, che fa pensare, ci commuove... Quasi impaurisce: mette a nudo la verità, in controtendenza rispetto al benpensare comune. Esiste una verità con cui lottiamo di continuo... Fino a smarrirci appunto. È una scrittura "brutale" che mette a nudo ciò che sappiamo di essere, ma che nascondiamo, ciò che ci circonda, ma che fingiamo di non vedere. Lo smarrimento nasce dalla consapevolezza che la verità "fa paura"! E vederlo descritto così "naturalmente" un po’ destabilizza il lettore (in questo caso io). Complimenti a Di Consoli che è riuscito a coinvolgermi a pieno trasmettendomi quella "paura", quell'"ansia" connesse alla ricerca della verità.
Valerie Vezio
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Diario dello smarrimento
Libro che come dice il titolo stesso è una sorta di diario ma con una grafica del tutto originale: non si trova infatti come "impalcatura" del libro stesso delle date ben definite, ma il racconto viene scandito da momenti e da riflessioni, in uno stile che sembra quasi una sorta di "flusso di coscienza". Mi è piaciuto perché riesce a sviscerare in modo crudo e reale i sentimenti di smarrimento che provano le persone che lasciano la propria terra, sentimenti che diventano infine anche simbolo di uno smarrimento esistenziale.
Martina Spena
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Questo libro mi è piaciuto perché va in profondità nelle sensazioni vissute da coloro che si trovano catapultate in una nuova realtà lontana dal proprio paese di origine.
Vanessa Astorino
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La lettura di questo libro mi è parsa da subito come un lungo viaggio in treno durante il quale, con lo sguardo rivolto a paesaggi mutevoli e senza contorni, improvvisamente si chiariscono i dubbi, si materializzano illuminanti consapevolezze. Uno sguardo su una Roma che accoglie tutti, su una Napoli incestuosa e su quei luoghi dell'infanzia che sempre si tende a idealizzare. Ci si sente un po' persi dai continui cambi di ambientazione, dal flusso dei pensieri disordinati, a volte ripetitivi e irrazionali, ma si tratta di uno smarrimento solo momentaneo, quello che precede il passaggio all'età adulta e alla piena consapevolezza di sé.
Serena Sirianni