Testo interessante, dal ritmo incalzante e
che tiene alta l’attenzione e la tensione del lettore, stile asciutto.
Costruito su due piani, uno richiama il
passato che ritorna, e l’altro al presente, oscuro e tragico.
I sogni notturni presagiscono il futuro
del protagonista.
Al centro del testo spiccano figure
femminili particolari delineate nei tratti caratteriali ma senza
approfondimenti che sarebbero stati necessari.
A volte il cambio dei piani è troppo
repentino e lascia perplesso il lettore.
I personaggi sono quasi tutti incompiuti e
quel vuoto (questa incompiutezza) sembra essere determinato dalla paura di
ritrovarsi da soli di fronte alla propria vita e personalità, o di fronte ai
propri errori.
Cimentarsi con la scrittura servirà al
protagonista ad esorcizzare tutte le sue paure.
Maria Gabriella Caruso
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Manca una “storia”, la scrittura insiste
ripetutamente sui particolari diventando noiosamente ripetitiva, abbondano i luoghi comuni,
le aggettivazioni banali , le situazioni
prevedibili nella descrizione delle quali l’autore si dilunga scandendole in
sequenze minime che tolgono efficacia all’essenzialità del racconto che procede
in un alternarsi confuso di flashback ,incubi , improbabili colpi di scena.
Nella carrellata dei personaggi sono
presenti tutte le possibili diversità ,ritardo
mentale, schizofrenia, paresi, autismo e
i disagi profondi dell’essere gay,
alcolisti, depressi, traumatizzati, ma di questi personaggi conosceremo solo un
frammento della loro vita, ne vedremo i comportamenti, spesso stereotipati,
solo nel momento in cui appaiono sulla scena, ma non diventeranno mai “persone”
nella loro interezza.
Il
romanzo è un palcoscenico sul quale si muovono comparse che appaiono e
scompaiono senza storia e identità.
Insomma, da Profondo rosso a Shaining a Psyco senza la “ leggerezza”, la speranza e l’amore di “Qualcuno volò sul
nido del cuculo”.
Giuseppina Perrini
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Il libro di Ronchi è un thriller psicologico che mi ha catturata man
mano che le descrizioni dei vari personaggi si facevano più profonde, entrando
nel vissuto di ciascuno e descrivendo il disagio, la sofferenza e l'impatto che
le problematiche personali hanno sulla vita di relazione, affettiva in genere,
tali da compromettere l'integrazione nella vita sociale e lavorativa.
Quindi non soltanto i pazienti del centro Diurno per Disabili, che
comunque mettono Alessio in una situazione di disagio e di crisi interiore, ma
anche la mamma che in seguito alla morte del marito diventa etilista, i colleghi,
che a loro volta hanno problematiche interiori che inducono a comportamenti
"strani", ma anche il personaggio principale, che pur essendo
un bel ragazzo che riscuote interesse nelle ragazze e in chi gli sta intorno,
viene trascinato in rapporti sentimentali sempre insoddisfacenti, perseguitato
da incubi che lo portano a fuggire dalla sua Torino a Massa per poi
ritornarci, ma sempre con insoddisfazione e con l'anima sempre in continua
ricerca di qualcosa, che poi lo porta all'isolamento.
Potrei quasi dire che i malati mentali, i Disturbati, non sono poi soltanto
gli ospiti del CDD, ma anche le persone che ruotano intorno a loro, che vivono
situazioni di difficoltà individuali che poi conducono al rifiuto degli altri,
all’anaffettività, all'aggressività e addirittura all'omicidio. Viene toccato anche il problema
dello Stalking, oggi così attuale nelle sue diverse
sfaccettature. Conclusione: un bel libro.
Daniela Porcù
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Inizialmente la storia sembrava
interessante e intrigante. Nella sostanza si è rivelato un libro “scritto a
tavolino”, come se avesse seguito un libretto di istruzioni. (ipotizzo di
qualche scuola di scrittura). Sicuramente ben costruito ma zero emozioni
e coinvolgimento. La storia infine si è rivelata un po’ debole e banale.
Marianna Colasanto
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Il romanzo
“Disegni” è una storia complessa e articolata basata sulle malattie della mente
umana e su alcuni aspetti educativi delle persone portatori di handicap.
Il protagonista del romanzo, Alessio Sorbera, laureato in psicologia, vive a Torino e dopo la
morte del padre accetta un lavoro, come educatore, presso un Centro Diurno per
Disabili a Massa Carrara In Toscana. Egli lascia a Torino la madre, Carla,
divenuta alcolizzata dopo la perdita del marito.
Il trasferimento viene vissuto da Alessio con
un senso di liberazione, anche per vicissitudini sentimentali, finalmente va a
vivere in una città di mare più calda e meno fredda di Torino. La giornata di
Alessio è intervallata dal lavoro, dalla frequentazione di una palestra e dallo jogging sul lungomare della città, ma le notti sono
segnate da frequenti sogni che il più delle volte si trasformano in incubi.
Il lavoro di Alessio, iniziato nei migliori
dei modi, diviene nel giro di poche settimane una fonte di pericolo a causa di
una ragazza bellissima, Rebecca, educatrice, del Centro Diurno per Disabili
avvertita, forse come un presagio, da due ragazzi affetti da disabilità
diverse, Maria e Vincenzo, ospiti del Centro, come la personificazione del diavolo.
I “Disegni” del romanzo alludono alle
manifestazioni in forma appunto di disegni dell’amore ossessivo e malsano di
Rebecca nei confronti di Alessio.
Narda Limitone
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