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Donne di spade di Cinzia Tani

Mondadori

 

Un racconto frutto della fantasia, contestualizzata in un periodo storico a tutti noto, il Cinquecento. Questo è il genere di libro che preferisco in assoluto, poiché insieme a personaggi e fatti storici realmente esistiti, l’autrice unisce personaggi e aneddoti inventati. In questo modo la narrazione storica che si costruisce davanti ai nostri occhi diventa interessante e scorrevole, ricca di dettagli che danno nuova vita ai personaggi. Le vicende che potrebbero apparire noiose nei libri di storia, qui si trasformano in episodi avventurosi, dal momento che l’autrice mostra di esse curiosità caratteristiche e dettagli avvincenti. Oltre a ciò, il libro riporta le vicissitudini di diverse donne, sia realmente esistite sia frutto della fantasia, descrivendo alla perfezione la loro posizione e considerazione a quel tempo. Un libro capace di intrigare e stregare fino all’ultima pagina.

Giuseppina Covino

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Il romanzo storico di Cinzia Tani prende in esame un periodo storico di luci e ombre, Il Cinquecento, un momento che vede il tramonto di Carlo V e del suo Sacro Romano Impero e in cui le vicende di personaggi noti come Margherita d’Asburgo, Filippo II, Giovanna la Pazza, si intrecciano alle storie dei personaggi d’invenzione delineati dalla scrittrice, le famose “donne di spade” da cui prende il nome il romanzo: donne che dovrebbero essere protagoniste della loro vita, rivendicatrici della propria libertà, ma che lo sono solo in apparenza. Il libro è pregno di un femminismo superficiale e banalizzato, e fin dalle prime pagine si avverte la volontà di marcare sul “coraggio” di queste donne senza essere in grado di contestualizzarle veramente nel periodo storico di riferimento. A questo si aggiunge una prosa spesso poco scorrevole, contestualizzazioni storiche infilate a forza tra un paragrafo e l’altro e dialoghi deboli.

Elisa R.

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È quel tipo di genere letterario che fatica a conquistarmi perché una lunga serie di nomi e di collegamenti rende il libro poco scorrevole. Di tanto in tanto, mi perdo e cerco di ritornare indietro di qualche pagina perché queste figure, pagina dopo pagina, mi diventano già un po’ sbiadite nella mente. Ho un problema personale con i genogrammi: ho sempre bisogno di molto tempo per cercare di capire parentele e dinastie e questo libro, di questi fili, ne è pieno, mescolandosi tra nomi reali e nomi di fantasia.

Solo i ricchi dialoghi riescono a farmi arrivare all’ultima pagina del libro. È un peccato perché l’idea -molto apprezzabile -di mettere in primo piano si è via via affievolita.

Valentina Foa

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Le vicende raccontate sono molto interessanti, tuttavia penso che il maggior difetto di questo libro sia che è scritto quasi più come un manuale che come un romanzo. Inizia con il raccontare di personaggi ed episodi a spot, passando da un contesto ad un altro senza quasi un collegamento, raccontando dei vari personaggi senza fare un’introduzione su chi siano e quale sia il loro ruolo in quella situazione. Con la lettura inizi a capire meglio chi è chi e qual è il suo ruolo, ma trovo sia molto dispersivo e confusionario. Trattando argomenti che coinvolgono così tanti personaggi, penso che avrebbero dovuto essere trattati più dettagliatamente senza passare da una situazione all’altra quasi senza connessione, nonostante sia un testo che tratta avvenimenti storici.

Mara Taddei

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Donne di spade di Cinzia Tani è il secondo libro di una trilogia che l'autrice dedica al racconto dell'età asburgica e alla divulgazione del XVI secolo, che emerge nella sua cruda realtà da real politik tanto quanto nel fascino delle sue corti e della sua arte. Protagoniste di questa affascinante e coinvolgente opera di divulgazione sono una serie di donne ( Agnes, Sofia, Giovanna, Manuela, Claudia, Ana, Dorotea e Anna ) che in qualche modo, e in maniera diversa, lottano per il diritto alla loro libertà e per rimanere a galla, sullo sfondo degli intrighi e delle manovre legate al crepuscolo di Carlo V. La Storia con la esse maiuscola, e ancor di più la storia delle abitudini e dei comportamenti quotidiani, viene quindi trasmessa con la semplicità potente di una narrazione che guarda al contesto con la stessa precisione e attenzione con cui osserva le vicende, gli stati d'animo e i sentimenti delle "donne di spade" protagoniste.

Edoardo Peretti

Un libro che, secondo il mio modesto parere, è dotato di un grandissimo potenziale, che però resta inespresso. La storia, nel leggerne la trama, appare alquanto avvincente, ma dal momento in cui s’inizia la lettura tanto la forma quanto i contenuti perdono di spessore. Ho sempre amato i romanzi storici, mi aspettavo davvero qualcosa di più: mi sono ritrovato, invece, con una scrittura abbastanza sciatta, una calca di personaggi dei quali l’autrice non approfondisce quasi alcun aspetto (ad eccezione di alcuni singoli dettagli utili per abbozzarne la caricatura, senza mai portarli ad alcun tipo di evoluzione), che si confondono inevitabilmente tra loro (infatti, ancora verso fine lettura, continuavo a riprendere le pagine precedenti perché non ricordavo chi fosse chi), e, infine, una trama inconsistente, che non si regge in piedi da sola. Un gran peccato.

Giovanni Demarchi

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La giornalista Cinzia Tani scrive una trilogia basata sulla vita degli Asburgo, potentissima dinastia che ha conosciuto i suoi anni d’oro nel Cinquecento, in piena epoca moderna, periodo storico in cui alle donne non era riconosciuto un ruolo rilevante in società. Peccato, però che questo libro sia il secondo volume della saga, e che io non avessi mai letto il libro precedente.

La prosa è banale, gli eventi appaiono, tra di loro, molto confusi.

Non ho molto altro da scrivere un libro di così poco valore.

Maria Frisa

 

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