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Dragan l'imperdonabile di Roberto Masiero

Infinito

 

Roberto Masiero non eccede, fortunatamente, in personaggi e lascia a Giada il compito di introdurli ad uno ad uno nel dipanarsi di incontri casuali fino a quello con Dragan; qui la narrazione, fluida, prende le forme di un giallo e si sposta dalle rive trevigiane del Sile a quelle bosniache della Drina. Dal ricordo di una donna sopravvissuta alle violenze riemergono gli orrori del genocidio compiuto dall'esercito serbo bosniaco la cui ombra ha segnato una svolta nella vita di Dragan. Fino a consentire che gli esiti di una banale aggressione lo liberino dall'incubo di ciò che anche lui, come i peggiori assassini di quegli anni, ha compiuto.

Paolo Lupo

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Dragan il terribile ... mi hanno piacevolmente colpita le descrizioni dei personaggi uomini e donne molto banali, apparentemente , sul posto di lavoro, nella routine quotidiana, ma tutti con aspetti interessanti, lati “unici”.... Annetta ...goffa e impacciata ma cantautrice e poi amica, Dragan eroe, disoccupati, immigrato ma letterato e amante delle piante e ancora poi soldato ? Beppe così odioso al lavoro e poi? Nel complesso però ho faticato con la protagonista, con i suoi mille pensieri disordinati, i dialoghi con la figlia immaginaria... il tutto forse un mettere su carta le sedute con la psico!

Rossana Aquadro

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Dato che devo scegliere, confronto:

due romanzi che coinvolgono perché ricchi d’amori, di luoghi vicini e… famigliari, di persone concrete (quasi sempre) e, soprattutto, di… GUERRE, vale da dire di: “miseria, violenza, squallore, aberrazione, abuso e orrore”.

Due piani di racconto molto differenti.

Dragan, l’imperdonabile, contempla un mondo basico, giocando tra l’ordinarietà e le urgenze della vita: una “semplice” cassiera, un’amica cantautrice, un “capo” magazziniere, un uomo in fuga da una guerra “vicina” e sconosciuta: le vite, gli affetti e la morte.

In Tracce dal silenzio - più un thriller, un giallo carico di tensione che un romanzo - le relazioni tra persone diseguali (bimbi, adolescenti, adulti e vecchi) si immergono in emozioni forti, lancinanti, che avvolgono la storia e te la fanno entrare nel profondo, per parecchi giorni, forse per sempre.

Uno dei punti in comune tra i due romanzi è l’accento reiterato sul fatto che “anche i comportamenti più sgradevoli, più ostili, , hanno una storia”, e vale la pena di osservarla, analizzarla e raccontarla.

Tra i due racconti scelgo la “semplicità” del primo, la impalpabilità di un luogo abbandonato – Veneland – in un paese senza storia.

(Se posso permettermi, senza cappelli da psicologo improvvisato di provincia, mi piace pensare che Tracce dal silenzio possa piacere di più a un pubblico femminile. Idiozie, naturalmente, ma avevo voglia di dirlo…)

Paolo Salomone

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In verità, letta la presentazione di quarta, avevo diverse aspettative. 

La composizione del testo appare divisa a metà. 

Per le prime novanta pagine, siamo coinvolti in una narrazione connotata dall’utilizzo esasperato e, oserei dire, barocco di aggettivi,  puramente descrittivi, anche quando vorrebbero indagare la sfera psicologica dei personaggi,  il cui disegno è superficiale.

Di seguito, la lettura si fa più intrigante nella aspettativa di qualcosa che poi non è. 

Il riferimento al conflitto della Bosnia Erzegovina è superficiale così come l’indagine della psiche dei due protagonisti e financo della vicenda delittuosa.

In conclusione, non consiglierei la lettura di questo libro a un caro amico. 

Dora Mirabella

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Sinceramente non avrei mai scelto un libro con questo titolo. La storia nulla di nuovo, una storia già letta e riletta. Non lo consiglio

Viviane Vicquery

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